DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E…
Massimo Finzi per Dagospia
Ipertensione arteriosa ovvero il killer silenzioso.
Perché silenzioso? Perché la cefalea, le vertigini, il ronzio alle orecchie, la visione di mosche volanti, la fuoruscita di sangue dal naso ( epistassi) sono sintomi che possono essere assenti nei soggetti affetti da ipertensione arteriosa soprattutto quando la malattia è insorta gradualmente. Ma che cosa significa esattamente il termine “ipertensione arteriosa” ? Si tratta di una condizione nella quale i valori della pressione massima e/o minima superano quelli considerati normali. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha adottato una classificazione in base ai valori della massima e della minima:
Pressione ottimale: fino a 120 per la massima e 80 per la minima
Pressione normale: fino a 130 per la massima e 85 per la minima
Pressione normale alta: fino a 139 per la massima e 89 per la minima
Ipertensione lieve: fino a 159 per la massima e 99 per la minima
Ipertensione moderata: fino a 179 per la massima e 109 per la minima
Ipertensione grave: superiore a 180 per la massima e oltre 110 per la minima
Ipertensione sistolica isolata: superiore a 140 per la massima ma inferiore a 90 per la minima.
Allora basta rilevare i valori pressori e, se elevati, assumere un farmaco che consenta la loro normalizzazione ? Non è la procedura corretta.
Anzitutto bisogna tentare di trovare la causa della pressione alta anche se questa ricerca è positiva solo nel 5/10% dei casi, in tutti gli altri casi questa rimane al momento oscura e pertanto si parla di ipertensione essenziale.
Quando la causa è nota spesso la sua rimozione porta alla stabilizzazione dei valori della pressione senza alcun intervento farmacologico: vale ad esempio per il caso del consumo assiduo di liquirizia, o per la presenza dell’adenoma surrenalico ( un tumore benigno delle ghiandole surrenali che produce sostanze in grado di elevare la pressione), o per la restrizione (stenosi) di una arteria del rene e per pochi altri casi. In questi casi la astinenza dal consumo di liquirizia, la rimozione chirurgica del tumore e l’applicazione di uno stent risolvono brillantemente e definitivamente il problema.
Quando invece si tratta invece di ipertensione essenziale (90/95% dei casi) bisogna effettuare ulteriori accertamenti per verificare che la pressione non abbia compromesso quegli organi che proprio perché vengono danneggiati dall’ipertensione vengono definiti “organi bersaglio”: il cervello, l’occhio, i vasi del collo, il cuore, il rene, la circolazione periferica. Vanno valutati anche altri parametri che possono aumentare il rischio cardiovascolare quali il colesterolo ( con le sue frazioni HDL e LDL), i trigliceridi, la glicemia, l’uricemia ecc.
Solo alla fine il medico disporrà di tutte le informazioni necessarie per iniziare una terapia che non solo riporti i valori pressori più possibile vicini alla normalità ma che vada a recuperare, se possibile, l’eventuale danno d’organo o almeno ad arrestarne la progressione.
Prima di iniziare una terapia farmacologica vanno adottate in via preliminare le misure igienico dietetiche: riduzione nel consumo del sale, del the (preferibile quello verde o deteinato), del caffè (meglio decaffeinato), delle bevande alcoliche, abolizione della liquirizia, sostituzione di tutti farmaci che possono innalzare la pressione direttamente o attraverso una ritenzione idrica. Il paziente deve essere invitato ad effettuare una sana e continua attività fisica e a gestire lo stress.
Oggi la medicina dispone di un ventaglio di farmaci molto efficaci se ben utilizzati: ace-inibitori/sartanici, diuretici, betabloccanti, calcioantagonisti, alfalitici solo per citare quelli di uso più frequente ma il loro effetto sarà maggiore e gli effetti collaterali minori quanto più ragionato e mirato sarà il loro impiego. Sotto questo profilo il ruolo del medico di famiglia è prezioso anzi fondamentale perché nella terapia bisogna anche tener conto della storia familiare e personale del paziente.
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