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NON PRIVATECI DELLA PRIVACY – LA DANIMARCA HA PROPOSTO UNA LEGGE PER INTRODURRE IL COPYRIGHT SUL VOLTO, SULLA VOCE E SULL’ASPETTO FISICO DI OGNI CITTADINO, PER CONTRASTARE L’AVANZATA FUORI CONTROLLO DEI “DEEPFAKE” – PER UTILIZZARE L’IDENTITÀ E LE SEMBIANZE DI UNA PERSONA, SERVIRÀ IL CONSENSO ESPLICITO DEL DIRETTO INTERESSATO (ECCETTO IN CASI DI SATIRA, PARODIE ED OPERE ARTISTICHE) – LE PIATTAFORME CHE NON RIMUOVONO I CONTENUTI “PROTETTI” RISCHIANO MULTE FINO AL 3% DEL LORO FATTURATO ANNUO...

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Da www.beppegrillo.it

Deepfake 2

 

La Danimarca ha recentemente proposto una legge che, se approvata, introdurrà un cambiamento radicale nella gestione dei diritti d’autore: ogni cittadino avrà il copyright sul proprio volto, sulla propria voce e sull’aspetto fisico. Si tratta di una risposta diretta alla crescente diffusione dei cosiddetti deepfake, contenuti generati da intelligenze artificiali che imitano in modo verosimile una persona reale, spesso senza il suo consenso.

 

La proposta di legge, presentata dal governo danese il 26 giugno 2025 con un largo consenso parlamentare (oltre il 90% dei deputati si è detto favorevole), mira a fornire uno strumento legale chiaro contro l’uso non autorizzato dell’identità digitale. In pratica, chiunque utilizzi il volto, la voce o la mimica di un’altra persona in contenuti sintetici, dovrà dimostrare di aver ottenuto un consenso esplicito, altrimenti potrà essere denunciato per violazione del copyright. Sono previste deroghe per la satira, la parodia e le opere artistiche, ma solo se non danneggiano la reputazione della persona coinvolta.

deepfake 2

 

Il punto centrale della proposta è che l’identità diventa equiparabile a un’opera creativa: una fotografia, un video o un frammento audio che replica fedelmente una persona reale sarà trattato come una copia non autorizzata di un bene protetto. Le piattaforme digitali, da TikTok a YouTube, saranno obbligate a rimuovere rapidamente i contenuti contestati, pena sanzioni che, secondo le prime bozze, potrebbero arrivare fino al 3% del fatturato annuo in caso di inadempienza sistemica.

 

deepfake 12

Il contesto in cui nasce questa proposta è quello di una crescente preoccupazione internazionale per l’uso distorto dell’intelligenza artificiale nella manipolazione dell’identità. Un’indagine pubblicata dalla UE nel 2024 ha stimato che oltre il 15% degli utenti under 25 ha già visualizzato almeno un deepfake credendolo reale. Alcuni casi eclatanti, come il falso arresto di Donald Trump o i video manipolati del Papa in abiti improbabili, hanno acceso l’attenzione dei legislatori europei.

 

deepfake 3

In Italia, attualmente, non esiste una normativa specifica su questo fronte. L’uso non autorizzato dell’immagine è regolato dall’articolo 10 del codice civile e dall’articolo 96 della legge sul diritto d’autore, ma la protezione è debole quando si tratta di contenuti generati da IA, soprattutto se pubblicati da soggetti anonimi o su server esteri. La rimozione di un deepfake offensivo può richiedere settimane, e le sanzioni sono rare. Inoltre, non esiste un obbligo per le piattaforme di monitorare preventivamente i contenuti generati con modelli come Sora, MidJourney o Suno.

 

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Secondo un’analisi condotta nel 2025 dall’Università di Copenhagen, in collaborazione con il Danish Tech Council, il 71% dei cittadini danesi si dice preoccupato per il rischio che la propria immagine venga manipolata con finalità commerciali o pornografiche. La stessa ricerca mostra che il 48% dei contenuti deepfake rilevati in rete tra gennaio e maggio 2025 aveva come protagonisti utenti comuni, non celebrità. Questo segna una svolta, non si tratta più solo di proteggere i VIP ma chiunque abbia un volto ripreso online.

OBAMA DEEPFAKE

 

In assenza di una normativa simile, l’Italia rischia di trovarsi esposta sia sotto il profilo giuridico che tecnologico. Se un influencer italiano viene imitato da un software statunitense e il contenuto è pubblicato su una piattaforma con sede alle Bermuda, oggi non esiste alcun canale rapido per ottenere la rimozione o il risarcimento. Al contrario, con la proposta danese, basterà dimostrare che il volto o la voce usati corrispondono a una persona reale per attivare i meccanismi di tutela automatica.

 

Nel più ampio panorama europeo, la Danimarca si prepara ad assumere la presidenza del Consiglio dell’UE a partire da gennaio 2026, e ha già annunciato l’intenzione di estendere questo modello a livello comunitario. Il rischio, per i Paesi che non si allineeranno, è che si crei una frattura nella tutela dei diritti digitali, in cui alcuni cittadini europei saranno protetti e altri no.