dijsselbloem

"IL DEFICIT ITALIANO? NON E’ LA PREOCCUPAZIONE PIU’ GRANDE" - AL FORUM DI CERNOBBIO IL PRESIDENTE DELL’EUROGRUPPO DIJSSELBLOEM DICE DI TEMERE PIU’ LA NOSTRA SITUAZIONE POLITICA CHE I CONTI - INTANTO LA COMMISSIONE UE STA CONCEDENDO ALL’ITALIA TUTTA LA FLESSIBILITÀ POSSIBILE PUR DI EVITARE LA VITTORIA DEI 5 STELLE….

Alessandro Barbera per www.lastampa.it

 

DIJSSELBLOEMDIJSSELBLOEM

La pioggia costringe gli ospiti del Forum Ambrosetti a stringersi sotto i tendoni. I fotografi e i giornalisti anche. Lo spazio è ridotto. Nella calca della pausa caffè l’impassibile presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem la mette così: «Il deficit italiano? Non è la preoccupazione più grande». Se una battuta può restituire il senso di un clima, le parole del politico olandese – noto per le sue posizioni rigide verso Roma – confermano che a Bruxelles l’aria è cambiata.

 

Jeroen Dijsselbloem Piercarlo PadoanJeroen Dijsselbloem Piercarlo Padoan

L’accordo strappato prima dell’estate da Piercarlo Padoan tiene, e ciò significa che la prossima Finanziaria dovrà aggiustare i conti di soli cinque miliardi. Viste le premesse, lo si può considerare una enorme apertura di credito. Ciò che preoccupa gli ambienti comunitari è altro: il debito italiano resterà sostenibile dopo la fine del piano Draghi, nel 2018? La crescita sarà adeguata? E soprattutto: chi si occuperà di far sì che ciò avvenga?  

 

Per averne conferma basta farsi spazio nella calca e ascoltare qualche metro più in là il commissario francese agli Affari monetari Pierre Moscovici: «L’Italia deve rimanere pro-Europa, abbiamo bisogno di un’Italia forte, più forte al centro dell’eurozona». L’allusione alla situazione politica interna è palese. Una volta scritta la Finanziaria i problemi saranno altri. Ce la faranno i nostri eroi a trovare finalmente un accordo su una nuova legge elettorale? E se viceversa non ce la faranno quale sarà la maggioranza che scriverà la prossima?  

padoan moscovicipadoan moscovici

 

«Questa Commissione europea è pro crescita: non invochiamo l’austerità, ma ci sono regole che vanno rispettate». Al di là delle petizioni di principio, la Commissione sta concedendo all’Italia tutta la flessibilità possibile pur di evitare la vittoria dei Cinque Stelle. La speranza è che il miracolo riesca, e che in un modo o nell’altro Pd e Forza Italia abbiano la meglio sui populismi, poco importa se avranno il volto di Luigi di Maio o Matteo Salvini. Il titolo del panel previsto per domattina con i due e il forzista Giovanni Toti sembra fatto apposta per rovinare il sonno di Juncker&c.: “Quale disegno per l’Italia”. Ma c’è un disegno? 

di maiodi maio