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LA DIPLOMAZIA DELLE BOMBE – IL LANCIO DI PIÙ DI 800 DRONI IN UNA SOLA NOTTE E L'ATTACCO AL PALAZZO DEL PARLAMENTO UCRAINO A KIEV SONO UN MESSAGGIO CHIARO: PUTIN PORTA AVANTI IL SUO NEGOZIATO INVIANDO RISPOSTE ESPLOSIVE A CHI LO ESORTA ALLA PACE E GLI PROPONE ACCORDI DI TREGUA – NON SI PRENDE PIÙ NEMMENO LA BRIGA DI GIUSTIFICARSI CON PRESUNTI “ASSEMBRAMENTI DI MERCENARI NAZISTI” O “FABBRICHE DI DRONI” CHE AVREBBE COLPITO…

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Estratto dell’articolo di Anna Zafesova per www.lastampa.it

 

vladimir putin alla parata militare in piazza tienanmen a pechino foto lapresse 2

Droni e missili su condomini e ponti, su scuole e perfino sul palazzo del governo: Vladimir Putin continua il suo negoziato a colpi di bombe, inviando risposte esplosive a chi lo esorta alla pace e gli propone accordi di tregua.

 

Non si prende più nemmeno la briga di giustificarsi con presunti “assembramenti di mercenari nazisti” o “fabbriche di droni” che avrebbe colpito, non prova alcun pudore a sapere che tutto il mondo sta guardando i salotti sventrati dei kyviani, rabbrividendo alla vista del corpo del neonato ucciso insieme a sua madre, dentro la sua casa, mentre dormiva.

 

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il palazzo del governo ucraino a kiev colpito dai droni russi

 

La precisione dei raid ucraini sulle raffinerie e gli aeroporti militari russi dimostra che colpire i bersagli del nemico chirurgicamente, senza fare stragi di civili, è possibile. Quindi, il comando russo o non sa sparare, oppure è totalmente intenzionale nel lanciare attacchi che hanno come scopo di uccidere e terrorizzare.

 

Il lancio di più di 800 droni in una sola notte, l'ennesimo record letale, e l'attacco alla sede del Consiglio dei ministri, un enorme edificio di monumentalismo sovietico in uno dei punti più alti della capitale ucraina, sono la risposta del Cremlino alla diplomazia, alle esortazioni, ai compromessi proposti da Kyiv e dai suoi alleati occidentali.

 

VLADIMIR PUTIN CON LA MIMETICA

Putin è più che disposto a volare per ore, fino a Pechino e all'Alaska, per incontrare Xi Jinping e Donald Trump. Non vuole invece incontrare Volodymyr Zelensky e, se proprio deve, lo convoca a Mosca, come un vassallo dal quale si aspetta soltanto una resa

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