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Mirko Molteni per Libero Quotidiano
Altro che il divorzio breve che in Italia ha fatto notizia con la sua introduzione tre anni fa, pur essendo un passo da gigante rispetto ai precedenti tempi biblici. Ora la Gran Bretagna ci ha platealmente battuti e per i sudditi della regina arriva perfino il divorzio-lampo che si gestisce on line, con un computer e una tastiera, senza bisogno di presentarsi davanti ai severi "parrucconi" delle corti inglesi.
Comprensibile la preoccupazione dei giudici di sua maestà, che vedendo così sminuito il ruolo dei tribunali, ne paventano persino una drastica riduzione. Stando alla stampa britannica, in particolare The Guardian, il ministero della Giustizia di Londra ha avviato in Inghilterra e nel Galles un progetto costato 1 miliardo di sterline per consentire ai coniugi litigiosi di inoltrare via web, a un apposito portale, non solo la richiesta formale di divorzio, ma anche tutte le incombenze abbinate, come le prove, le deposizioni, nonché i pagamenti del caso.
Il sistema è per ora appena partito e sulle prime 1000 richieste, si è registrato ben il 91% di soddisfazione degli utenti. Questa procedura dovrebbe, oltre che velocizzare il processo, «evitare alle coppie lo stress di ritrovarsi faccia faccia in un' aula di tribunale». Infatti, una donna ha dichiarato al Guardian: «È stato meraviglioso e ha implicato molto meno dolore e stress rispetto alla forma classica, con cui mi sono dovuta misurare qualche anno fa e che alla fine era stata rifiutata».
Il ministro della Giustizia Lucy Frazer ha così giustificato l' investimento: «Permettere che le incombenze del divorzio siano fatte on line ci rassicura sul fatto che aiutiamo nel modo migliore la gente che sta passando un periodo della vita difficile e pieno di paure. Più gente avrà modo di spostarsi dai procedimenti basati sulle scartoffie ai sistemi on line, il che taglierà la quantità di spazzatura, velocizzerà i servizi e si accorderà al meglio con la vita moderna».
Anche nell' Alta Corte si plaude al sistema, tanto che il membro responsabile per divorzi e diritto di famiglia, Sir James Munby parla di «successo trionfante».
È vero però che la massa dei giudici inglesi e gallesi, nonché dei loro assistenti, è preoccupata perché questo delegare a internet le funzioni del foro mette a rischio di chiusura centinaia di tribunali. Poiché il ministero della Giustizia britannico è uno dei più tartassati dai tagli al bilancio del governo di Theresa May, tanto che dovrà ulteriormente risparmiare almeno 600 milioni di sterline entro il 2020, si teme che siano a rischio almeno 6500 posti di lavoro nei tribunali e negli uffici connessi.
I divorzi on line, del resto, sono solo uno degli apripista della riforma telematica della giustizia inglese, che sta prevedendo il ricorso della teleconferenza, per esempio con telecamere che riprendono i testimoni interrogati da casa loro, e vengono ascoltati da giudici anch' essi collegati via web, allo scopo di tenere aperte meno aule di tribunali. Difficile però dire fino a che punto si possano davvero velocizzare le procedure, dato che il tempo necessario per esaminare le pratiche, siano esse su carta o su file informatico, è il medesimo, dovendo comunque il "parruccone" di turno inforcare un paio di occhiali e armarsi di pazienza per leggere rigo per rigo.
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