DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Gianni Santucci per il “Corriere della Sera”
«Non so spiegarmi come possano essere scomparsi», dicevano e ripetevano per mesi alla polizia le due governanti, ultima incarnazione di un archetipo: il domestico che per decenni vive in piena lealtà accanto al suo signore, e che alla fine cade, infedele dall' ansia d'arricchimento. Stavolta si parla di un appartamento da centinaia di metri quadrati nel cuore nobile di Milano, casa dell' attrice Valentina Cortese, 93 anni, e di una rara collezione di gioielli dal valore superiore ai 2 milioni di euro.
Ambiente chiuso, due casseforti, solo tre persone che conoscono le combinazioni, la nuora dell' attrice e le due governanti, sospettate, che hanno però pieno titolo a stare in quella casa, nella quale vivono da decenni, persone di famiglia. In quest'ambiente chiuso i poliziotti della Squadra mobile, guidati dal dirigente Lorenzo Bucossi e dal funzionario Luca Izzo, si sono mossi raccogliendo indizi sottili, frasi, discordanze tra decine di racconti.
La settimana scorsa il pm David Monti ha firmato un decreto di fermo che due giorni fa è stato convalidato dal giudice. Badanti e domestiche: una peruviana, 44 anni, assunta 15 anni fa, e una salvadoregna, 59 anni, trenta trascorsi a servizio dell'attrice, tanto da diventare persona «di casa», che mai s'era allontanata per troppi giorni. L'attestazione di massima fiducia alle due donne venne confermata e rafforzata in occasione di un precedente furto (ora contestato dal magistrato), risalente al 2013, quando scomparve un anello con diamanti da 200 mila euro.
Alla fine, anche all'epoca indagò la polizia, non s'arrivò a raccogliere elementi sufficienti per incastrare le donne e nella casa passò la versione del «s'è perso»: anche se era praticamente impossibile smarrire un gioiello custodito nella cassaforte nella camera dell'attrice, che lei stessa, in qualche occasione o momento di nostalgia, chiedeva di poter indossare, senza che mai venisse portato fuori dalla stanza.
All'epoca i familiari studiarono un sistema di sicurezza con due casseforti, una per i gioielli e una per custodire la chiave dell'altra. E la possibilità di accedere ai gioielli venne accordata solo alle due governanti (anche la nuora dell'attrice, ovviamente, conosceva il sistema). Ma il furto del 2013 andò liscio. Così le due donne hanno provato a sceneggiare una nuova «sparizione».
VALENTINA CORTESE CON UNA DELLE SUE BADANTIVALENTINA CORTESE
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