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PENTAGONO DI BURRO - DOPO L’INCURSIONE DEGLI HACKER CINESI, ARRIVANO ANCHE I PIRATI INFORMATICI RUSSI A VIOLARE I SERVER DELLE EMAIL DEL PENTAGONO - L’ASSALTO HA COLPITO CIRCA 4.000 UTENTI DEL PENTAGONO, CIVILI E MILITARI

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Paolo Mastrolilli per “la Stampa”

 

Dopo quelli cinesi, arrivano gli hacker russi, che secondo fonti sentite dalla televisione Nbc hanno assalito e violato il sistema di posta elettronica del Pentagono. L’attacco è stato lanciato intorno al 25 luglio, e ha preso di mira le mail del Joint Chiefs of Staff, ossia lo Stato maggiore delle forze armate Usa, il livello più alto nella catena di comando.

 

Gli hacker hanno usato una tecnica che consente di raccogliere una enorme quantità di dati, e distribuirli nel giro di un minuto a migliaia di account di Internet, soffocandoli. Per arrivarci, hanno usato come mezzo di accesso alcuni account criptati sui social media.

 

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Una volta scatenato, l’assalto ha colpito circa 4.000 utenti del Pentagono, civili e militari. Il sistema attaccato non conteneva informazioni classificate, cioè segrete, ma apparteneva al personale dello Stato Maggiore. Appena i tecnici si sono accorti di quanto stava succedendo, hanno bloccato tutti gli account, paralizzandoli quindi per oltre due settimane. Se le operazioni di sicurezza avviate dopo andranno a buon fine, il sistema potrebbe ricominciare a funzionare nel week end.

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Gli investigatori americani sono sicuri che l’aggressione è stata lanciata da hackers russi, che già in passato avevano colpito obiettivi negli Usa. Non hanno ancora la certezza che a ordinare l’operazione sia stato il governo, ma la considerano abbastanza sofisticata da essere stata organizzata al livello delle capacità cibernetiche di uno Stato. Nelle settimane scorse erano stati gli hacker nord coreani, e poi quelli cinesi, che avevano violato gli account di milioni di dipendenti pubblici americani.

 

 

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