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Massimo Finzi per Dagospia
Una dolce vita non sempre rende felici: è il caso del diabete.
Una sete intensa, un bisogno di urinare continuamente, astenia, calo di vista, prurito specie nelle parti intime questi possono essere i sintomi di un diabete già conclamato.
Ma esiste la possibilità di prevenirlo? La risposta è in parte affermativa ma bisogna comprendere il meccanismo di insorgenza del diabete di tipo II che poi è quello che rappresenta la stragrande maggioranza dei casi. Si tratta di una malattia spesso ereditaria, infatti aver avuto un genitore diabetico porta a correre un rischio pari al 50% di ammalarsi di diabete.
Questa ereditarietà si manifesta però nell’età matura, si direbbe quindi “a scoppio ritardato “.
In realtà le cose sono un po' più complicate: l’introduzione di idrati di carbonio (pane, pasta, riso, patate, ecc.) porta alla produzione di zucchero nel sangue (glucosio) che, in un soggetto sano, stimola il pancreas a produrre una quantità di insulina adeguata a portare la glicemia (il glucosio nel sangue) a valori normali. Nei soggetti che tardivamente matureranno il diabete questa risposta del pancreas è eccessiva nel senso che viene prodotta molto più insulina del dovuto.
Questa condizione porterà negli anni all’esaurimento funzionale del pancreas con deficit nella produzione di insulina e conseguente aumento della glicemia: siamo al quadro classico del diabete.
Ovviamente in una nota divulgativa ho riassunto un meccanismo che in realtà è molto più complesso ma mi interessava sottolineare il dispendio di insulina che negli anni causa fatalmente l’esaurimento del pancreas.
E allora si può prevenire il diabete? Occorre diagnosticarlo preventivamente per evitare che il pancreas vada in esaurimento.
Se si hanno parenti diabetici vale quindi la pena di sottoporsi ad una curva glicemica e insulinemica che permetterà di identificare i soggetti che producono un eccesso di insulina in risposta agli zuccheri.
Basterà in questi casi suggerire un opportuno regime igienico-dietetico: sostituzione degli idrati di carbonio a pronta utilizzazione (farine raffinate, dolciumi ecc) con quelli integrali (riso integrale, pane integrale, legumi ecc) che vengono metabolizzati più lentamente e soprattutto attività fisica giornaliera che permette ai muscoli di “bruciare” gli zuccheri riducendo a monte il bisogno di insulina.
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