DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Estratto dell’articolo di Gianluca Nicoletti per “La Stampa”
A tutti gli effetti sono state pesantemente messe le mani sull'Italiano al volante. Per chi circola non dovrebbero ora esserci zone franche in cui le leggi sono intese come pure formalità. Sarà finalmente profanato il sancta sanctorum più intangibile della collettiva e condivisa presunzione d'impunità.
C'è da sperare che il deterrente di pene pesanti, non negoziabili, toglierà a chi guida l'illusione che le norme valgano solo per i pavidi, gli sfigati, gli ometti che guidano con il cappello. Non è che le regole per il corretto comportamento alla guida prima di oggi non esistessero, sembrava però persistere una comune percezione che non fosse poi così grave infrangerle.
La sensazione diffusa era che ognuno potesse stabilire la propria personale interpretazione, su principi che dovrebbero essere naturalmente metabolizzati. Il termine "tolleranza zero" per chi guida sotto l'effetto di alcol o stupefacenti dovrebbe suonare come "non faremo più prigionieri".
L'umanità che sceglie di guidare in perfetta lucidità avrà quindi giusto riconoscimento per l'essersi saputa astenere dal rischio di fare morti, solo per le conseguenze di una serata allegra. Chi alzava le spalle e pensava che l'unico problema sarebbe stato non incorrere in una pattuglia, forse ci penserà un po' di più di fronte alla prospettiva di stare tre anni senza patente.
Qualcuno certamente starà già studiando l'inghippo possibile per ingannare l'Alcolock, il dispositivo poco conosciuto finora, in cui si soffia e se non si è in grado di guidare l'auto nemmeno si accende. Ci si arrovellerà per capire se basti farci alitare l'amico astemio, o servirà portarsi appresso un sacchetto di fiatata sobria.
Il vero tema doloroso sarà chiedere la rinuncia all'uso del cellulare mentre si guida. Sappiamo tutti che è una delle maggiori cause d'incidente, pochi di noi però veramente ci hanno rinunciato. Dallo spocchioso ostentare la telefonata come nulla fosse, al furtivo controllo dei messaggi tenendolo nascosto accanto alle pudenda.
A questo giro sembrerebbe che nessun tutore dell'ordine farà più finta di non vedere, pensando che altrimenti si dovrebbe bloccare il traffico ogni cinque minuti. Ora la possibile sospensione della patente potrebbe far valutare che qualche cuoricino su Whatsapp non vale restare a piedi. […]
Ora serve solo che si sparpagli per le nostre città manipoli di inflessibili tutori dell'ordine, per farle rispettare. Dovranno avere la dirittura morale e il sacro rispetto del codice dell'immenso Otello Celletti, il vigile di Alberto Sordi che fece la multa al sindaco, colto con velocità eccessiva sulla pericolosissima curva della morte.
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