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CRIPTO-PALLONATE – CHI È, CHI NON È E CHI SI CREDE DI ESSERE GIANCARLO DEVASINI, L’EX CHIRURGO TORINESE CHE CON LA SUA TETHER INVESTMENTS, SOCIETÀ DA 140 MILIARDI DI DOLLARI CHE OPERA NEL MONDO DELLE CRIPTOVALUTE, HA ACQUISITO “UNA QUOTA DI MINORANZA DELLA JUVENTUS” – IL PACCHETTO DI AZIONI COMPRATE SUL MERCATO SECONDARIO CORRISPONDEREBBE AL 5% DELLA SOCIETÀ BIANCONERA - SE CONFERMATO, IL QUARTO UOMO PIÙ RICCO D’ITALIA, CON UN PATRIMONIO STIMATO IN 100 MILIARDI, SAREBBE IL TERZO AZIONISTA DELLA SQUADRA - GLI INVESTIMENTI NELLA SOCIETÀ DI DEVASINI DI HOWARD LUTNICK, SEGRETARIO AL COMMERCIO DI TRUMP…

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Estratto dell'articolo di Christian Benna per www.corriere.it

 

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Tether Investments, la società da 140 miliardi di dollari  di giro d’affari che opera nel mondo delle criptovalute fondato dall’ex chirurgo torinese Giancarlo Devasini, ha annunciato in una nota di aver acquisito «una quota di minoranza in Juventus».  Secondo indiscrezioni riportate da Milano Finanza il pacchetto di azioni acquistare sul mercato secondario, quindi non è stata Exor a vendere, corrisponderebbe al 5% della società bianconera. Se confermato il quarto uomo più ricco d’Italia sarebbe il terzo azionista della Juventus, dietro a Exor e il fondo Lindstell Train.  […]

 

Il Ceo di Tether

«In linea con il nostro investimento strategico nella Juve, Tether sarà un pioniere nell'unire nuove tecnologie, come asset digitali, intelligenza artificiale e biotecnologie, con la consolidata industria sportiva per guidare

il cambiamento a livello globale - commenta Paolo Ardoino, Ceo di Tether - Esploreremo le strade per collaborazioni innovative e il potenziale per rivoluzionare il panorama sportivo globale».

 

Chi è Devasini

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Ma chi è Devasini. Ha un patrimonio stimato in circa 10 miliardi di dollari, e nella classifica dei Paperoni italiani precede persino Piero Ferrari (8,6 miliardi), che possiede circa il 10% della casa automobilistica fondata dal padre, Enzo. Classe 1964, torinese, Devasini è stata protagonista di un’ascesa sorprendente che lo ha portato ad essere il 270esimo uomo più ricco del mondo, quarto tra gli italiani e con un patrimonio tre volte quello di John Elkann. Dopo essersi laureato in medicina all’Università di Milano, ha avviato la sua carriera da chirurgo plastico.

 

Ma dopo due anni decide subito di abbandonare l’attività per dedicarsi ad altro, disincantato da un settore che immaginava diverso. Inizia un’altra vita.  Investe in società informatiche, hardware per computer. Nel 2008 incendio manda in fumo  il magazzino e gli uffici di Devasini; e la Solo Spa viene messa in liquidazione. Poi si lancia in un servizio di consegna a domicilio di cibo, chiamato Delitzia. Nel 2014 finalmente la svolta, con le monete digitali, la finanza e, soprattutto, le criptovalute.

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Nel 2014 fonda Tether, con l’idea di ancorare la criptovaluta al dollaro, e quindi rendendola stabile I segreti del suo successo infatti  sono due: Bitfinex, un importante exchange di criptovalute, ma soprattutto Tether, una stablecoin, vale a dire una criptovaluta il cui valore è ancorato ad altri beni, dunque molto meno volatile del Bitcoin. Si calcola che questa criptovaluta abbia token in circolazione per 60 miliardi di dollari.

 

Riservato e giramondo

Ancora, si sa che Devasini non ha mai amato l’idea di diventare un personaggio pubblico. «Lui è riservatissimo. Sempre in viaggio, iperattivo, propositivo. E con Torino i legami sono molto rarefatti» lo ha raccontato al Corriere  il socio Paolo Ardoino. […]

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Dal social di Trump alla Juve

[…]  Tether ha raccolto l’interesse e gli investimenti (circa 600 milioni di dollari in bond convertibili) di Howard Lutnick, segretario al commercio di Donald Trump. La Tether di Devasini non si è fermata qui. Ma ha recentemente annunciato un investimento da 775 milioni in Rumble, l’altra Youtube, la piattaforma di social media vicino alle posizioni della destra libertaria finita in difficoltà finanziarie e che vede tra gli investitori da Jd Vance e Lutnick. Ora Devasini, dopo un lungo e silenzioso peregrinare per il mondo, senza farsi troppo notare (a Lugano affittava un trilocale a 1.400 euro al mese) né concedere interviste, «torna a casa». A Torino. E punta i radar sulla Juventus.

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