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“ERA VIOLENTO E PREVARICATORE” - L’EX MOGLIE DI GIANLUCA SONCIN CONFERMA L’INDOLE AGGRESSIVA DEL 52ENNE CHE HA UCCISO A COLTELLATE PAMELA GENINI: LA DONNA NEL 2011 LO DENUNCIÒ PER MALTRATTAMENTI, POI TRA LORO CI FU UNA “RICOMPOSIZIONE” MA LEI AVEVA PRESO LE DISTANZE DALL’EX - GLI AMICI DELLA VITTIMA E DUE DEGLI EX FIDANZATI DI PAMELA SONO STATI SENTITI IN PROCURA A MILANO: TUTTI PARLANO DI UNA RELAZIONE TOSSICA, DI MALTRATTAMENTI, DI VIOLENZE E SOPRUSI CHE LA GENINI NON AVEVA MAI DENUNCIATO - E ORA IL PM VUOLE CAPIRE PERCHÉ UN ANNO FA NON SCATTÒ IL CODICE ROSSO QUANDO…
1. PAMELA, IL DITO ROTTO E IL CODICE ROSSO CHE NON SCATTÒ APERTA UN’INCHIESTA
Estratto dell’articolo di Giuliana Ubbiali per il “Corriere della Sera”
«Buttata a terra e colpita alla testa con pugni, trascinata per i capelli per diversi metri». Pamela Genini lo disse al Pronto soccorso dell’ospedale di Seriate, facendo il nome del compagno Gianluca Soncin, che martedì scorso l’ha uccisa a coltellate, a Milano.
Era il 4 settembre 2024, la lite avvenne il 3 a Cervia. I carabinieri bergamaschi inviarono una relazione ai colleghi romagnoli, intervenuti la sera prima. La ragazza non denunciò, né prima né dopo, nessuno informò il pm di turno nonostante il referto dell’ospedale, non scattò il codice rosso.
le foto dei lividi inviate da pamela genini alle amiche
Mentre a Milano sono iniziati gli interrogatori degli amici della 29enne uccisa, a Bergamo il procuratore Maurizio Romanelli vuole vederci chiaro sul perché un anno fa non scattò il codice rosso.
[…] Per ora è stato acquisito il verbale del Pronto soccorso ma è lecito attendersi che verranno chiesti altri documenti.
«Il fascicolo è stato aperto per verificare se siano state rispettate le procedure dirette alla tutela della persona offesa — chiarisce Romanelli —, non in prospettiva necessariamente sanzionatoria ma per una verifica del sistema […]».
Gianluca Soncin e Pamela Genini
L’episodio certificato nel 2024 conferma i racconti degli amici della vittima. Botte e prevaricazioni, una pistola puntata al ventre, un tentativo di accoltellamento riferiti in Procura agli investigatori della polizia coordinati dall’aggiunta di Milano Letizia Mannella e dalla pm Alessia Menegazzo.
Il primo ad essere sentito è stato Andrea Longhi, ex fidanzato della ragazza, come Francesco Dolci, che era al telefono con lei negli istanti dell’accoltellamento. E secondo il quale una volta, all’Isola d’Elba, Soncin avrebbe tentato di «buttarla giù dal balcone».
Anche dalle amiche Elisa Bartolotti e Nicole Limonta emerge il quadro di un rapporto «tossico». Che Soncin abbia un’indole violenta l’ha raccontato l’ex compagna: nel 2011 lo denunciò per maltrattamenti, ma poi tra loro ci fu una «ricomposizione».
le foto dei lividi inviate da pamela genini alle amiche
[…]
GLI AMICI DI PAMELA, 'LE VIOLENZE E I SOPRUSI DI SONCIN'
AL VIA LE AUDIZIONI IN PROCURA, VENERDÌ I FUNERALI DELLA 29ENNE
(di Francesca Brunati e Igor Greganti) (ANSA)
Un rapporto "tossico" fatto di violenze, soprusi e prevaricazioni. E' quello che è emerso dai primi racconti resi agli inquirenti e agli investigatori dalle amiche e da un ex fidanzato di Pamela Genini, la giovane accoltellata il 14 ottobre a Milano da Gianluca Soncin, il 52enne ora in carcere con l'accusa di omicidio pluriaggravato anche dalla crudeltà e dalla premeditazione.
UNA - LA MAMMA DI PAMELA GENINI
Mentre da domani pomeriggio e per due giorni sarà allestita, a Villa D'Almè, la camera ardente e venerdì nella chiesa di Strozza, sempre nella Bergamasca, si terranno i funerali della giovane, oggi sul fronte delle indagini, dopo una riunione operativa, è cominciata in Procura la sfilata di testimoni.
Il primo a essere convocato, in tarda mattinata, è stato Andrea. Con lui la 29enne aveva avuto una relazione sentimentale che si era chiusa nel dicembre 2023, per poi trasformarsi in un'amicizia.
Tant'è che pure lui, come Francesco - l'altro ex che ha sentito le ultime parole della ragazza mentre invocava aiuto al telefono - ha cercato di proteggerla dalle violenze e dalle vessazioni di Soncin.
L EX FIDANZATO DI PAMELA GENINI PARLA A ORE 14
Dalla sua testimonianza, così come da quelle di Nicole ed Elisa, ne è uscito un quadro che ha confermato quanto è già agli atti dell'inchiesta. Una catena di aggressioni, un legame "malato", possessivo, in cui lei con le sue fragilità è stata bersaglio di calci, pugni, minacce di morte, mai denunciate o ritrattate per paura. E' accaduto a settembre dell'anno scorso e si è ripetuto molte altre volte.
pamela genini elisa bortolotti 3
E che Soncin, la cui personalità e gli affari non molto limpidi verranno passati al setaccio, sia stato un uomo "violento e prevaricatore" lo ha confermato anche l'ex compagna: lo aveva denunciato per maltrattamenti in famiglia nel 2011, ma poi la situazione si era "ricomposta" e per questo non lo aveva trascinato in un'aula di giustizia, mentre lo aveva fatto uscire, almeno dal 2020, dalla sua vita.
Cosa che Pamela non è riuscita a fare, nonostante i consigli di Andrea, di Francesco e delle amiche, le quali, fino a metà pomeriggio, hanno ricostruito quello a cui hanno assistito o hanno sentito, raccogliendo gli sfoghi e il "terrore" di Pamela.
Stamane, al quarto piano del Palazzo di Giustizia milanese, prima delle audizioni si è tenuta una riunione tra i pubblici ministeri e la dirigente dell'Upg, l'Ufficio prevenzione generale della Questura che coordina gli agenti delle Volanti, che il 14 ottobre si sono precipitati nell'appartamento di Via Iglesias e sono arrivati ad un passo dal salvare la giovane.
Il vertice in Procura è servito per decidere le prossime mosse investigative. Erano presenti anche il dirigente della Squadra Mobile, a cui verranno affidati accertamenti tecnici irripetibili, come la copia forense dei cellulari, e il capo della squadra di Polizia giudiziaria in quota ai carabinieri. Questi ultimi avranno il compito di interfacciarsi con i loro colleghi per raccogliere elementi sui ripetuti episodi di stalking.
All'Isola d'Elba, solo per citare un caso, l'omicida ha colpito Pamela "con calci e pugni" e l'ha minacciata "con cocci di vetro nella camera d'albergo", cercando peraltro "di buttarla dal balcone" e "dicendole che l'avrebbe ammazzata". A Cervia, dove lui viveva, le ha rotto un dito fino a farla finire, per il dolore, in ospedale a Seriate (Bergamo). Là lei ha raccontato ai medici il pestaggio subito e ha compilato anche il questionario antiviolenza.
Non abbastanza, però, per far scattare il codice rosso. Pure su questo capitolo, dunque, la magistratura, in particolare i pm di Bergamo, hanno acceso un faro con un fascicolo, mentre la famiglia Genini chiede ai media ora di spegnere i riflettori. "Lasciateci nel nostro lutto - spiegano la madre e gli altri familiari - chiediamo rispetto, di lasciarci soli".
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