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ZUCK VUOTA – APPLE BLOCCA TUTTE LE APP DI FACEBOOK ESTERNE ALL’APP STORE UFFICIALE DOPO LO SCANDALO SUI DATI DEGLI UTENTI (MINORI INCLUSI) VENDUTI A 20 DOLLARI AL MESE ALLE AZIENDE – ECCO COME FUNZIONAVA “FACEBOOK RESEARCH”: SI INSTALLAVA UNA VPN SPECIALE CHE RACCOGLIEVA TUTTE LE INFORMAZIONI SUL COMPORTAMENTO DEGLI UTENTI

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1 – APPLE BLOCCA TUTTE LE APP DI FACEBOOK ESTERNE AD APP STORE

Da www.hdblog.it

 

IL DECLINO DELL'IMPERO DI FACEBOOK

Apple è intervenuta in maniera pesante e senza precedenti nei confronti di Facebook, a poche ore dallo scandalo che ha visto nuovamente come protagonista il social network di Zuckerberg, accusato di aver nuovamente dato un prezzo alla privacy dei suoi utenti, minori inclusi: 20 dollari (in gift card) al mese per avere accesso completo a tutta la loro vita digitale presente sullo smartphone.

 

La reazione di Apple non si è fatta attendere e la casa di Cupertino ha bloccato i certificati utilizzati da Facebook per distribuire le sue app aziendali (e non solo) sugli iPhone e gli iPad dei suoi dipendenti. L'effetto di questa mossa è ben più grave di quanto si possa immaginare, dal momento che non solo blocca in maniera definitiva la famosa VPN al centro dello scandalo, ma impedisce al social network di avviare le sue applicazioni in fase sperimentale (come le beta dei vari servizi) e persino quelle sviluppate ad uso e consumo dei suoi dipendenti, tra le quali una per la gestione dei trasporti.

insulti su facebook

 

Apple ha dichiarato che Facebook ha infranto l'accordo che regola il programma dedicato alle aziende, e che questa violazione comporta la revoca immediata dei certificati utilizzati per il corretto avvio delle app. Le due società si sono punzecchiate più volte nel corso degli ultimi mesi a causa del tema della privacy, quindi era lecito aspettarsi una forte reazione di Cupertino a questo scandalo, visto che la casa della Mela non vuol avere alcun legame con una vicenda così controversa.

 

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Secondo una fonte vicina al social, la mossa di Apple ha provocato grossi problemi nell'azienda, visto che è venuta meno la possibilità di utilizzare tutte le versioni sperimentali di Facebook, Messenger, Instagram e così via, dal momento che ognuna delle app non presenti sullo store è collegata ad un singolo certificato aziendale. Ora non è possibile installare e persino avviare queste applicazioni: attendiamo con curiosità la reazione di Facebook.

 

2 – FACEBOOK RESEARCH: ACCESSO ILLIMITATO AI DATI DELLO SMARTPHONE PER 20$/MESE

Da www.hdblog.it

 

zuckerberg

Facebook Research è un programma di ricerca di mercato pagato e volontario che permette al social network di avere accesso completo ai dati dello smartphone (Android e finora iOS) di un utente.

 

La ricerca non è condotta direttamente da Facebook, ma da tre aziende che fanno da tramite, ovvero Applause, BetaBound e uTest. Si possono ricevere fino a 20 dollari al mese in gift card, e sono accettati tutti gli utenti di età compresa tra i 17 e i 35 anni. Per i minorenni è necessaria l'autorizzazione scritta del genitore.

 

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In concreto, l'utente è chiamato a installare e attivare una VPN speciale che analizza tutto il traffico di rete. Su iOS il processo è piuttosto complicato, perché l'app non è presente sull'App Store (violerebbe i termini del servizio). Quindi bisogna installare da internet un Certificato Enterprise, dello stesso tipo di quelli che usano le aziende per installare app proprietarie sui dispositivi, che ha un accesso al dispositivo pressoché illimitato (di livello root). La VPN, una volta attiva, può raccoglie costantemente quasi tutte le informazioni che vuole, tra cui:

 

MARK ZUCKERBERG OCULUS

messaggi privati nei social network, chat delle app di messaggistica istantanea (inclusi foto, video e altri contenuti multimediali), messaggi di posta elettronica, ricerche sul web, cronologia di navigazione internet, eventuale posizione in tempo reale se ci sono app/servizi di questo tipo installati e attivi.

 

ECONOMIST FACEBOOK

Non si sa esattamente quali dati Facebook abbia raccolto finora, ma lo scopo è chiaro: cercare di prevedere l'andamento del mercato - quali sono le funzioni e i programmi di tendenza, quali sono i flop. Facebook aveva già fatto ricorso questa tecnica in passato, comprando Onavo VPN e analizzando il traffico generato; ed è una tecnica che funziona. Per esempio, grazie a Onavo Facebook si accorse che il numero di messaggi scambiati su WhatsApp era doppio rispetto a Messenger, e così si decise a comprarla. Rispetto ad allora, il numero di utenti WhatsApp è triplicato.

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I ricercatori contattati da TechCrunch, che ha scoperto l'iniziativa, hanno addirittura osservato che molte parti del codice di Research combaciano o hanno riferimenti inequivocabili a Onavo. Facebook fu costretta a ritirare Onavo dall'App Store quest'estate: Apple modificò le linee guida quando scoppiò il caso.

 

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Analogamente, Facebook ha detto che d'ora in avanti Research sarà disponibile solo per Android. La motivazione è che sostanzialmente Facebook Research vìola il regolamento relativo ai Certificati Enterprise: nello specifico, un'azienda non può distribuirli ai propri clienti a meno che non siano direttamente supervisionati da un dipendente dell'azienda stessa.

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Facebook ha contestato alcuni dettagli all'indagine di TechCrunch, il primo dei quali è l'accusa di segretezza. L'ufficio stampa osserva che "non c'è nulla di segreto", visto che il nome dell'applicazione è Facebook Research. Ma è vero che l'uso di intermediari terzi e canali alternativi per la distribuzione dell'app ha avuto un effetto quantomeno offuscante: la dimostrazione di ciò è che l'inizio del progetto risale al 2016, ed è di dominio pubblico solo da qualche ora. Facebook nega anche che Research sia il prosieguo sotto nuovo nome di Onavo, visto che Onavo e Research sono coesistite per diverso tempo, e giustifica le somiglianze a livello codice dicendo che se ne occupa lo stesso team.

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La fonte sostiene che Facebook Research sia uno dei più clamorosi tentativi di violare/aggirare le regole dell'App Store, e che potrebbe deteriorare il rapporto tra le due società. D'altra parte, Apple ha sempre preso posizioni pubbliche molto critiche nei confronti di chi lucra sulla privacy e sui dati degli utenti.

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