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Salvo Palazzolo per www.repubblica.it
La droga arrivava a domicilio su ordinazione. Bastava una telefonata. C’era sempre qualcuno di turno. Gli spacciatori assicuravano un servizio “h24”, e se ne vantavano. “Stiamo arrivando”, ripetevano. Anche perché stavano sempre in centro, lì dove c’erano i clienti. I più assidui, quindici avvocati, commercianti, ristoratori e anche un assistente di volo. Questo svelano le ultime indagini della squadra mobile diretta da Rodolfo Ruperti. Sono cinque gli spacciatori arrestati questa notte dai poliziotti della Narcotici, cinque giovani (già con precedenti penali specifici) organizzati in due gruppi. Si tratta di
Stefano Macaluso, Antonino Di Betta, Danilo Biancucci, Giovanni Fiorellino e Alessandro La Dolcetta.
La rete di intercettazioni disposta dal sostituto procuratore Maurizio Agnello racconta la cosiddetta “Palermo bene” da un osservatorio molto particolare. I pusher avevano impiantato un vero e proprio call center, un servizio assistenza davvero efficiente, ai due gruppi arrivavano in media 817 chiamate al giorno, un numero impressionante di persone coinvolte, più di 900 clienti, un volume d’affari ingente. Quasi un chilo di cocaina smerciata ogni mese.
Le analisi della polizia scientifica dicono che si trattava di roba purissima, con un principio attivo che sfiora l’80 per cento. In alcuni casi, i poliziotti sono interventi al momento della cessione dello stupefacente, per documentare i passaggi del business. In due mesi, sono stati sequestrati due chili di cocaina. Un fiume di droga che attraversa la città dei professionisti. “Vediamoci al tennis”, diceva un cliente allo spacciatore. Oppure direttamente in studio: “Sali per leggere il fascicolo”, ripeteva un avvocato. Il fascicolo era la polvere bianca. Qualcuno acquistava due dosi, per 50 euro. Qualcuno tre, o anche sei, la scorta per il fine settimana.
L’ultima inchiesta della procura diretta da Francesco Lo Voi è il racconto di una città malata, che si affanna dentro una frenetica vita mondana. E loro, gli spacciatori, sempre gentili ed eleganti, scandiscono i tempi. Senza fretta, pagamenti anche a rate. Neanche a dirlo. L’obiettivo è la soddisfazione del cliente, già entrato nel tunnel della dipendenza. “Domani ne prendo un altro pezzo – dice un professionista al suo spacciatore di fiducia – proprio per stare super super sereni”. Il pusher è l’amico, il confidente. “Ciao Caro, come stai?”, è il saluto dello spacciatore. “Tutto bene gioia”, dice il cliente. E’ la città che vuole essere “super super serena”.
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