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FRATELLI D'ITALIA? NO, PASTICCI D'ITALIA! - MISTERO: CHI HA DECISO DI ELIMINARE IL "SÌ" FINALE DALL'ESECUZIONE DELL'INNO DI MAMELI? A PALAZZO CHIGI AFFERMANO DI NON SAPERNE NIENTE: NON SAREBBE STATA GIORGIA MELONI CHE IERI, DURANTE LO SCAMBIO DI AUGURI, HA IGNORATO IL "DIVIETO" URLANDO "SÌ" ALLA FINE DELL'INNO - MA IL DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, CHE VIETA AI MILITARI DI CANTARE L'ULTIMA SILLABA, È STATO ADOTTATO SU PROPOSTA DEL GOVERNO - COMUNQUE, NEL TESTO DEL 1847, IL "SÌ" È ASSENTE - VIDEO

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Estratto dell'articolo di Niccolò Carratelli per "la Stampa"

 

MATTARELLA MELONI CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA 4

Ma chi ha deciso di eliminare il «sì» finale dall'esecuzione dell'inno di Mameli? Chi non vuole più sentire quell'esclamazione di afflato patriottico, che dà la carica agli azzurri dello sport e si trasforma in boato negli stadi di calcio? Da Palazzo Chigi assicurano di non saperne nulla.

 

La stessa Giorgia Meloni ha ignorato il presunto divieto, quando ieri ha cantato l'inno durante la cerimonia per lo scambio di auguri con i dipendenti della presidenza del Consiglio. Il coro dell'Associazione alpini di Roma, incaricato dell'esecuzione, si è fermato al verso finale «l'Italia chiamò», come previsto dalle nuove disposizioni diffuse dallo Stato maggiore della Difesa. La premier (con molti dei presenti) ha invece aggiunto la solenne sillaba conclusiva.

 

MELONI - FAZZOLARI - GIORGETTI - FITTO - MATTARELLA

[...] Da Palazzo Chigi assicurano di aver voluto solo andare incontro a un'esigenza espressa dai cori e dalle bande militari, cioè quella di regolamentare le modalità di esecuzione dell'inno nelle cerimonie «alla presenza di una bandiera di guerra o d'istituto, ovvero del Presidente della Repubblica, nonché in occasione delle festività nazionali, in Italia e all'estero».

 

Così si legge nel decreto del Quirinale, firmato da Sergio Mattarella lo scorso marzo e pubblicato in Gazzetta ufficiale a maggio, che scaturisce dall'iniziativa del governo. Nel provvedimento del capo dello Stato si specifica che «l'inno nazionale, senza l'introduzione iniziale, è eseguito ripetendo due volte di seguito le prime due quartine e due volte di seguito il ritornello del testo di Goffredo Mameli, come previsto dallo spartito originale di Michele Novaro».

 

il canto degli italiani inno di mameli

Nessun accenno alla questione del «sì» finale. Ma qui, probabilmente, sta il punto. Perché nel «testo primigenio» del Canto degli italiani di Mameli, nel manoscritto autografo del 1847, conservato al Museo del Risorgimento di Torino, l'autore non inserì il «sì».

 

Lo spartito musicale originale di Novaro realizzato pochi mesi dopo (quello utilizzato finora) riporta, invece, l'esclamazione conclusiva. Un'aggiunta precisa, giustificata dal compositore e patriota con l'intento di concludere con «un grido supremo, un giuramento e un grido di guerra».

 

D'altra parte, sul sito del Quirinale è stata pubblicata l'esecuzione del 1971 cantata dal tenore Mario Del Monaco, dove dopo i versi «siam pronti alla morte/l'Italia chiamò» segue solo musica. A dimostrazione che lo stesso presidente Mattarella, come confermano dal Colle, predilige la versione senza il «sì».

la banda dell esercito

 

Anche questo avrà pesato nell'interpretazione scelta dallo Stato maggiore della Difesa, che ora dispone il divieto di urlarlo «ogni qual volta venga eseguito Il Canto degli italiani nella versione cantata, in occasione di eventi e cerimonie militari di rilevanza istituzionale». Così recita un documento inviato all'inizio del mese a tutti i comandi, dall'Esercito alla Marina fino alla Finanza, con preghiera di «massima diffusione».

 

E pare accolto con più di un'alzata di sopracciglio. Perché è solo una sillaba, ma con un valore simbolico non banale. Specie per un governo di destra e in un contesto internazionale complicato, in cui il maggiore impegno dell'Italia sul fronte militare è ritenuto da più parti inevitabile. [...]

la banda dell esercito in concertoGIORGIA MELONI E SERGIO MATTARELLAgoffredo mameligiorgia meloni . sergio mattarella vertice italia africa