
DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È…
Fulvio Abbate per Dagospia
Ah, se si potessero scostare le facciate dei palazzi e delle palazzine, poco importa se popolari o destinati ai ceti alti, all’imbrunire! Sono sicuro che subito scopriremmo decine di volenterosi, gli occhi sulla pala d’altare di Youporn, con l’agile mano a far su e giù, così fino al fiotto finale, il kleenex pronto nell’altro pugno.
Fra le grandi invenzioni recenti destinate all’umanità dolente lì in attesa c’è, Youporn, il portale del sesso dichiarato, dove visivamente si avvera la liberazione dall’antico bisogno d’andare in edicola per procurarsi materiali consimili ora cartacei ora su nastro, non esattamente il massimo della bramata post-modernità imposta dal nuovo ordine mondiale.
Youporn che subito suggerisce l’icona dello “smile”. E’ noto che tutte le necessarie invenzioni (le stesse che poi serviranno a rimbecillire i popoli in modo più “easy”) nascono soprattutto grazie alle benemerite guerre. Vuoi un primo esempio? La penna a sfera: inventata per consentire ai piloti in volo di prendere appunti, il calamaio ad alta quota avrebbe creato inconvenienti da tintoria da fuga in tintoria.
LA MANO DI RENZI SULLA SCHIENA DI MARIA ELENA BOSCHI
In una società post-moderna, dunque ad altissimo turgore di spettacolarizzazione, dove il consumo è un obbligo civico se non addirittura etico, accanto alle grandi occasioni belliche c’è modo di registrare l’esistenza delle “factory” del porno, in assenza delle quali l’intero indotto telematico sarebbe oggi assai più precario, o magari ci troveremmo ancora al tempo della posta pneumatica cui il regista François Truffaut dedica un meraviglioso omaggio in “Baci rubati”. Sono queste le nuove “bauhaus”, se non ti è chiaro.
Il porno, insomma, in senso assai lato contribuisce a creare plusvalore economico, e nello stesso tempo, procurando sincero dolore presso i moralisti catto-comunisti & Associati, si presenta perfino come un campo di volo, un cosmodromo per la fantasia e i bisogni desideranti immediati dell’intera specie. Seghe e ditalini, in breve.
Youporn in questo discorso assume dunque lo stesso spessore di una Bibbia, della “Montagna incantata” di Mann, del “Don Chisciotte” di Cervantes e dell’intera opera di Hermann Hesse, cara ai semplici, insieme, e potremmo continuare fino alla videocassetta di Italia-Germania 4 a 3, nel senso della telecronaca storica ribadita fino alla consumazione dei secoli.
Più di quarant’anni fa, con lo sbarco dell’uomo in Lem sulla Luna si ebbe modo di intuire l’intera popolazione dei terrestri, naso in su, nell’attesa che il compianto di recente Neil Armstrong incidesse la propria orma sull’oceano della Tranquillità. I nostri anni invece, quando si tratterà di scriverne la cronologia in modo laico e spassionato, andranno ricordati per l’arrivo del portale web di “pornographic video sharing”, cioè condivisione libera di materiale video pornografico della famiglia del Porn 2.0, simile nella disposizione a YouTube: proprio il benemerito Youporn.
Nel frattempo, il sito appare incalzato da nuovi concorrenti che prossimamente lo trafiggeranno in senso commerciale, e tuttavia il Riconoscente, anche quando il suo logo sarà memoria sbiadita come già accade al Blackberry, continuerà comunque ad applaudirne il primato storico, come nel costantiniano “In hoc signo vinces” apparso nel cielo della leggenda cristiana, non senza commozione, come accade ancora adesso ai cinquanta-sessantenni quando pronunciano il nome di “Caballero”.
Lo vedi davanti a “Caballero” che ti sei commosso? Queste mie parole, più che altro servono a confermare una verità spesso taciuta soprattutto per moralismo senza prenotazione obbligatoria, visto che il paese nella cui lingua scriviamo è pervicacemente afflitto da un catto-fascio-femminismo comunista impegnato a operare in termini di controllo rispetto alle forme di istinto liberatorio, pronto a negare la meravigliosa gratuità del piacere erotico e, in subordine, perfino la masturbazione stessa, una pratica che ha proprio in Youporn il suo combustibile primario, ma questo nostro discorso, sempre per colpa di una presunta necessaria “pars destruens e costruens” si sta privando delle nude ali della fantasia, e dunque personalmente abbandono volentieri il registro compunto per un allegro andante, che è poi ciò che l’argomento richiede, pretende, brama, suggerisce.
C’è stato un tempo in cui bastava uno straccio di giornaletto neppure a colori affinché tutto si illuminasse, un attimo e il filo di sperma colpiva il dorso della mano del masturbante formando il cosiddetto “braccialetto”, sega o ditalino da lo stesso, sembrava allora che il supporto cartaceo, pronto a sgualcirsi per via dell’uso ripetuto, fosse l’unica realtà di stimolazione possibile, così finché non giunse al mondo dell’amore, quello vero che nulla nasconde, Youporn con tutte le sue categorie, dalle “milf” all’amatoriale, dalle “asian” ai “gay”, ai “dildo-toys” a “superdotati” e perfino a “red hair” cioè capelli rossi; fu allora chiaro che l’immenso potenziale esibizionistico sempre più presente nell’umana atmosfera sia femminile sia maschile poté finalmente dire d’avere trovato un luogo, una rampa di lancio, un bunker per la propria prassi quotidiana in Rete.
Ecco, per un istante, come nel sogno a me caro degli angeli magazzinieri liberatori che sollevano le facciate dei palazzi per mostrare in sezione la vita all’interno d’ogni appartamento, mi sembra di poter vedere dentro ogni casa nel profondo delle notti. E’ vero, i più dormono, altri, te l’ho già detto, guardano e riguardano Italia-Germania 4 a 3 in una sorta di infelice maledizione dell’infinito calcistico, ma una vasta percentuale è invece tutta e religiosamente su e per Youporn.
Eccoli lì, lo sguardo puntuto su ogni singolo frammento del video come neppure gli orologiai saprebbero fare sui quadranti da riparare, il kleenex a portata di bracciolo, e poi la sensazione che - monumento all’onanismo malattia infantile di una socialità negata - tutto ciò abbia finalmente garantito l’immediatezza della rappresentazione erotica (e, si spera, pornografica), l’unica forma di abolizione della proprietà immaginaria che sia stata fino a adesso concessa agli uomini e alle donne.
Youporn, insomma, è forse l’atlante più consultato al mondo, quando loro ti dicono d’essere lassù a studiare, che so, Gilles Deleuze o Karl Popper, a leggere Scalfari o Flores d’Arcais, tu ormai sai che si tratta di una pietosa bugia dei mostri & Associati, anche nelle loro pupille arde infatti la più vera e prosaica “pecorina” o il “ditalino” o la “sborrata” in faccia all’evidenza carnale. Così è, così sia.
Ho un sogno, voglio sperare per l’uomo, per il politico fallito che nel fondo della notte, quando ha messo fine alla stesura dei suoi racconti in stile Lycia Intima Vs. John Lennon, anche Matteo Renzi e Maria Elena Boschi planino su Youporn, e che anche loro a un certo punto della storia, davanti a quel giacimento di meraviglie, trasformatisi in lupi e lupe mannari facciano partire, come tutti noi libertari, “l’agile mano” cui fa rifermento un celebre poema nazionale. Grazie Youporn, per essere nei nostri cieli, nei nostri cuori.
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