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“SAÚL ARMENDÁRIZ HA CONTRIBUITO A LIBERARE UNA SOCIETÀ MESSICANA INTRISA DI OMOFOBIA” - GAEL GARCÍA BERNAL SCODELLA LA SUA INTERPRETAZIONE DI CASSANDRO, UNO DEI LUCHADORES PIÙ FAMOSI AL MONDO E IL PRIMO APERTAMENTE GAY: “IN UN MONDO COSÌ TANTO MASCHILE E COMPETITIVO, GLI ESOTICI HANNO DOVUTO LOTTARE PER ESSERE ACCETTATI. CASSANDRO TI IMMERGE IN UNA FANTASIA: È UNA FUGA DALLA REALTÀ, UN MODO PER DIMENTICARE I PROPRI PROBLEMI E FARSI DUE RISATE…” - VIDEO

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Estratto dell’articolo di Roberto Croci per "Il Venerdì di Repubblica"

 

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Los Angeles. Da quasi 40 anni Saúl Armendáriz, in arte Cassandro, è uno dei luchadores più famosi del Messico, con tournée e apparizioni negli Stati Uniti, America Latina, Europa e Giappone. Ora la sua vita e molte delle sue leggendarie performance sono il soggetto del nuovo film diretto da Roger Ross Williams (su Prime Video dal 22 Settembre), primo regista di colore a vincere un Oscar con il cortometraggio documentario Music by Prudence nel 2010.

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Nato e cresciuto a El Paso, origini messicane, Cassandro ha iniziato professionalmente a Ciudad Juárez all'età di 17 anni, ed è stato il primo luchador apertamente gay nel mondo macho della lega Lucha Libre e del wrestling professionistico. È stato anche il primo a vincere un titolo nella UWA, World Lightweight Championship, nel 1992. Nel film, Cassandro è interpretato da Gael García Bernal, nato 44 anni fa a Guadalajara, Messico, star di Amor perros, Y tu mamá también, I diari della motocicletta e Babel.

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Bernal, quanto è importante un personaggio come Cassandro per la cultura messicana? «Saúl Armendáriz ha contribuito a liberare una società messicana intrisa di omofobia. Dopo il calcio, il wrestling è il secondo sport più popolare nel mio Paese. Nel mondo dei luchadores esistono varie categorie: i rudos che sono i cattivi, i técnicos che hanno le mosse più complesse e gli exóticos, i lottatori che con i loro personaggi rappresentano la comunità Lgbtq+.

 

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I primi exóticos sono nati negli anni 40, capitanati da Gardenia Davis, famosa per il lancio delle gardenie dal ring al pubblico, anche se è stato solo a metà degli anni Ottanta che alcuni si sono dichiarati omosessuali. Una delle loro caratteristiche principali è che la maggior parte degli esotici non indossa maschere. Questa scelta li rende unici nel mondo del wrestling casalingo, il cui simbolo più riconoscibile è quello del guerriero mascherato. Il fatto di mostrare il loro volto è un modo per celebrare la propria vera identità e dare un esempio alle nuove generazioni verso un cambiamento che possa liberare il Messico dal machismo estremo che ancora permea la nostra cultura».

 

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E lei, cosa ne pensa Cassandro?

«[…] Molte donne spesso gli chiedono di baciare e abbracciare il proprio marito! Cassandro si è guadagnato il loro rispetto grazie alla sua abilità e al suo talento. Anche se la mia è ancora la patria del machismo, i tempi stanno cambiando pure lì. Per dire: nel 2009 Città del Messico ha legalizzato i matrimoni gay. […]  Cassandro è molto popolare perché ti immerge in una fantasia: per gli spettatori tutto questo è una fuga dalla realtà, un modo per dimenticare i propri problemi e farsi due risate. I luchadores creano con i loro corpi, che diventano parte dello spettacolo. Durante il combattimento il corpo diventa una tela che racconta ogni volta storie diverse.

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Sa per caso dove finiscono questi costumi?

«Lui li regala ai fan. […] Il mondo di Cassandro è musicale, è una sinfonia melodica e tragica, dove si urla, si cantano inni kitsch, un mondo dalle capigliature esagerate, di facce che mimano ogni emozione, di campane nel sottofondo che rendono il tutto uno spettacolo straordinario e drammatico. E sempre con il sorriso sulle labbra, anche quando è esausto, o non si sente bene, o il suo corpo si rifiuta di collaborare.

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Anche quando è il giorno peggiore della sua vita è un attore, un professionista, e quando apre la tenda che lo separa dal ring è pronto a fare il suo lavoro, come qualsiasi vero artista. Anche se non tutti gli exóticos della Lucha Libre dichiarano di essere omosessuali, molti amano rimanere ambigui. Indossano boa piumati, abiti con paillettes, tute attillate, nessun gesto è troppo estremo. […] in un mondo così tanto maschile e competitivo, gli esotici hanno dovuto lottare per essere accettati e ottenere il giusto riconoscimento. Se lo meritano tutto».

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Quanto è stato impegnativo interpretare Cassandro a livello fisico?

«Ho dovuto reimparare a cadere come facevo da bambino […] Una delle mosse preferite e più rischiose di Cassandro è un tuffo mozzafiato da una balconata del secondo piano su un nemico sdraiato sul pavimento dell'arena. Quando gli ho chiesto come faceva a non farsi male mi ha risposto ridendo: "È impossibile, ti farai sempre male!". Ha sette chiodi nella gamba sinistra a causa di un intervento chirurgico, una spalla lussata e si deve operare all'altro ginocchio. Per non parlare dei lividi fissi».

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Cosa spera di poter trasmettere al pubblico con questo ruolo?

«[…] Cassandro porta gioia. Per questo per me era davvero importante raccontare la sua vita. Il giorno prima che iniziassero le riprese per il film gli è venuto un ictus. Ha perso i movimenti di metà del corpo e la capacità di parlare.

E questo mi ha motivato ancora di più a dare il meglio di me per realizzare un film bellissimo, che fosse un tributo sincero alla sua carriera».

[…]

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