UN PRIMO PASSO VERSO LA VERITÀ SUL CASO EPSTEIN - UN GIUDICE FEDERALE DI NEW YORK HA ACCOLTO LA RICHIESTA DEL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI PUBBLICARE I DOCUMENTI DEL GRAND JURY RELATIVI A GHISLAINE MAXWELL, L'EX “APE REGINA” DI JEFFREY EPSTEIN, CONDANNATA A 20 ANNI DI PRIGIONE PER IL SUO RUOLO NELLA RETE DI TRAFFICO SESSUALE DI MINORENNI GESTITO DAL FINANZIERE PEDOFILO - LA SCORSA SETTIMANA L’AVVOCATO DI MAXWELL ERA TORNATO ALL’ATTACCO  PER IL RILASCIO…

ghislaine maxwell

(Adnkronos) - Un giudice federale di New York ha accolto oggi la richiesta del dipartimento di Giustizia di pubblicare i documenti del grand jury relativi al caso di Ghislaine Maxwell, l'ex partner del finanziere pedofilo condannata a 20 anni di prigione per il suo ruolo nella rete di traffico sessuale di minorenni.

Il giudice Paul Engelmayer ha affermato nella sentenza che si è adoperato con la massima attenzione per "stabilire un meccanismo che protegga le vittime dalla diffusione fortuita di materiale che possa permettere la loro identificazione e invasione della privacy". La scorsa settimana un giudice federale della Florida ha anche ordinato la pubblicazione del materiale relativo alla prima indagine, condotta tra il 2005 e il 2007, a carico di Epstein, morto suicida nel 2019 nella cella newyorkese.

ghislaine maxwell jeffrey epstein

Entrambe le decisioni dei giudici federali avvengono alla luce della legge approvata nelle scorse settimane dal Congresso che richiede che il dipartimento di Giustizia pubblichi tutti i file relativi al caso Epstein. Manca ancora la sentenza di un altro giudice federale di New York riguardo alle carte relative alla seconda inchiesta, quella che portò alla detenzione di Epstein nel 2019.

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La scorsa settimana, il legale di Maxwell aveva depositato una memoria in cui diceva che la sua cliente "prende posizione" sulle mosse del dipartimento di Giustizia, e quindi sulla legge firmata da Donald Trump, ma sostiene che la diffusione del materiale relativo alla sua incriminazione "creerebbe un pregiudizio non necessario" impedendo "la possibilità di un nuovo giusto processo".

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