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il disprezzo nella coppia porta al divorzio
«Guardati attorno, ormai non ce la fa più nessuno. Ti ripeto, ormai non ce la fa più nessuno. Accetta la situazione». Nel libro Prima di sparire (Einaudi) Mauro Covacich indaga il significato di lasciarsi, soprattutto in una coppia che non ha ancora deciso se dirsi addio.
Gian Mario, ex marito modello in fuga da quella che per gli altri era una coppia perfetta, invita il protagonista del libro a guardarsi dentro e ad accettare lo sfaldamento. «Credi ancora a un te stesso seduto sul carro delle virtù cardinali, ti sforzi di essere ancora uno che guida sicuro il suo matrimonio sulla strada dell' amore eterno».
gli abusi psicologici e fisici minano la coppia
Nel libro quella che va in frantumi è una coppia «dink» (Double Income No Kids): due individui economicamente solidi, affiatati e convinti della non necessità di procreare. A un certo punto, un corto circuito interrompe il castello di condivisioni.
Per le coppie con prole capita che il collante siano proprio i figli: i bambini diventano il «kintsugi» delle unioni spezzate, l' oro liquido che rinsalda i frantumi di oggetti rari e li fa sembrare ancora preziosi. La formula poco magica è rimanere insieme per il bene dei figli: è in questo modo che si ingrossa l'esercito dei separati in casa. Più spesso è il dato economico a prevalere sulla infelicità coniugale: l'Italia ha il record negativo per i tempi (e le spese) necessari a divorziare. Il confronto con l'estero ci rende i più sentimentali (o i più oculati) d'Europa: solo l'Irlanda ha un atteggiamento più difensivo del nostro rispetto al matrimonio.
Mentre Lituania, Lettonia, Estonia, ma anche Belgio e Spagna svettano nella classifica dei Paesi con il più alto tasso di separazioni. Secondo i dati Istat nel 2014 le separazioni in Italia sono state 89.303 e i divorzi 52.335: in media ci si separa dopo 16 anni, ma i matrimoni più recenti durano sempre meno. Gli italiani si stanno abituando a dirsi addio: di più al Nord, un po' di meno al Sud. Anche invecchiare da soli fa meno paura: dal 2000 al 2009 le separazioni tra ultrasessantenni sono passate da 4 a 8 mila.
la incapacita di ricordare momenti belli porta al divorzio
Ma se, come scrive Covacich nella quarta di copertina, «sparire dalla vita di un' altra persona significa tradire prima di tutto se stessi», rimanere in una coppia sbiadita può essere un'opzione, da vivere secondo due modalità: ignorare l'infelicità o continuare a farsi domande.
Dario Rensich, protagonista di un altro suo libro, A Perdifiato , pensando alla moglie Maura dice: «Perché non muori? Ti vorrei bene per sempre se tu morissi». Nell' attesa della prima mossa ci si consuma, si cambia, ci si plasma verso un ipotetico futuro vivendo però il presente.
Nel volume Calci nel cuore. Storie di crudeltà e mobbing familiare (Sperling & Kupfer) l' avvocato matrimonialista Annamaria Bernardini de Pace parte da un assunto: «Non è vero che si sta insieme sempre per amore né che ci si sposa sempre per amore. Quante coppie si sono scelte per errore o per l' ambiguità di uno dei due? Ma anche un vero amore può finire e purtroppo non succede sempre nello stesso tempo e nello stesso modo per entrambi».
Secondo una ricerca pubblicata dal New York Times esiste una relazione tra infelicità coniugale e malessere fisico. Robert Levenson, professore di psicologia a Berkeley, ha monitorato dagli anni 80 ad oggi un campione di coppie osservando come la litigiosità abbia un effetto sul benessere.
I ricercatori hanno confrontato le reazioni annotate durante i litigi - occhi sbarrati, voce alta, bocca serrata - con i questionari raccolti sulla salute: è emerso che chi fa scoppiare la rabbia - soprattutto gli uomini - ha palpitazioni e pressione alta. Chi invece assume un atteggiamento passivo, tende a ingobbirsi e a sviluppare dolore al collo e alla schiena.
Negli Stati Uniti dove la terapia di coppia, ormai da una decina di anni, si è rivelata inefficace (dopo due anni di terapia il 25% delle coppie sta peggio di prima e dopo quattro il 38% divorzia) si è scoperto il potere taumaturgico della «film date night». L' Università di Rochester ha stabilito che la visione comune, con successiva discussione, di film come «Love Story» abbia aiutato le coppie a riflettere (www.couples-research.com): «È come fare parte di una terapia di gruppo, ma ci si sente meno vulnerabili ed esposti».
In Italia le coppie che ancora si danno un'ultima chance sono tante. «Prima di mandare all'aria tutto si prova con la terapia», dice Vittorio Cigoli, professore emerito di psicologia clinica all' Università Cattolica, esperto in relazione di coppia. In un anno prende in cura non più di 10 coppie, per seguirle con una metodologia accurata.
«C'è una richiesta massiccia di interventi, ma non sono adatti a tutte le situazioni, occorre che entrambi riconoscano la situazione come critica. Le coppie arrivano quando la crisi è in corso da tempo, magari dopo essersi rivolti ai propri riferimenti spirituali. Raramente stanno ferme: vedo anche persone di 60 anni. Gestire una separazione è certamente un valore».
C'è ancora bisogno di riposte. Mai come negli ultimi tempi la letteratura indaga il tema dell'amore, sopratutto quello eterno, aggettivo tra i più volubili e interpretabili. «Per quanto tempo è per sempre?», chiede Alice al Bianconiglio nel racconto di Lewis Carroll. La risposta spazza via le illusioni: «A volte, solo un secondo». Lo scrittore statunitense Nicholas Sparks ha invece costruito la sua fortuna con titoli come Vicino a te non ho paura o Le parole che non ti ho detto , raccogliendo intorno a sé un mondo avido di sentimenti formato Harmony.
Il batticuore sempreverde dei suoi volumi è opposto a quello raccontato da Ester Viola, avvocato e ora autrice del libro L amore è eterno finché non risponde: cinicamente, a durare in eterno, non sono le unioni, ma le separazioni. Il mondo delle coppie al capolinea è diviso tra lascianti («lucidi, moderni, perché di solito muniti di un amore nuovo di zecca») e lasciati, che in genere «danno troppi dettagli sull' indegnità dell' ex». Dalla salute piena alla malattia cronica della coppia, c' è l' interregno dell' infelicità coniugale. Con un sentimento che ricorre. «Niente al mondo - scrive Viola - neanche l' amore del primo minuto, è forte quanto la voglia di andarsene dell' ultimo» .
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