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“GLI HATER NON SONO RIUSCITI A SILENZIARMI” – LA RIVINCITA DI CRISTINA SEYMANDI: DOPO CHE I PM AVEVANO CHIESTO L'ARCHIVIAZIONE, IL GIP HA ORDINATO ALLA PROCURA DI TORINO DI INDAGARE CHI L’AVEVA INSULTATA PER IL CASO DELLA “SPUTTANATION” ALLA FESTA DI FIDANZAMENTO CON MASSIMO SEGRE – L'IMPRENDITRICE: “SPERO CHE A QUESTE PERSONE VENGA VIETATO L’USO DEI SOCIAL. PORTO AVANTI UNA BATTAGLIA PER TUTTE LE RAGAZZE E I RAGAZZI CHE HANNO PAURA DI DENUNCIARE, CHE MUOIONO NEL SILENZIO” – “NON HO PIÙ SENTITO MASSIMO SEGRE. IL VIDEO FU GIRATO DA UN INVESTIGATORE PRIVATO: È APERTA LA QUESTIONE SU CHI LO ABBIA DIFFUSO...”

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Estratto dell’articolo di Giada Lo Porto per “la Repubblica”

https://torino.repubblica.it/cronaca/2025/01/21/news/seymandi_intervista_insulti_sessisti_hater_pagheranno-423951272/?ref=RHLM-BG-P8-S1-T1

 

cristina seymandi

Aveva chiesto che i suoi hater fossero processati, opponendosi alla richiesta di archiviazione del pubblico ministero Roberto Furlan. Adesso l’appello dell’imprenditrice torinese Cristina Seymandi è stato accolto. Il video che riprendeva il discorso dell’ex compagno Massimo Segre, manager della finanza subalpina che l’aveva pubblicamente additata di infedeltà, era finito online, trasformando la festa per il compleanno di lei in un’atroce vendetta.

 

Davanti a politici, professionisti, esponenti del mondo della finanza, dell’economia e in generale della Torino che conta, aveva parlato dei tradimenti della compagna, arrivando a raccontare che erano stati più di uno. Seguì una valanga di denunce per diffamazione contro i “leoni” da tastiera che hanno descritto Seymandi con insulti sessisti.

 

massimo segre sputtana la compagna cristina seymandi elencando i suoi tradimenti 15

Ora la giudice per le indagini preliminari, Lucia Minutella, ha respinto la richiesta di archiviazione avanzata dalla procura, ordinando di indagare sugli autori delle diffamazioni online. «Sono necessarie ulteriori indagini, da svolgere entro sei mesi». […]

 

Seymandi, come si sente?

«Rassicurata. In questo modo si è chiarito che il web non può diventare una giungla dove chiunque può muoversi e dire di tutto senza alcuna regola. Questa però non è una mia battaglia personale».

 

Di chi è questa battaglia?

Cristina Seymandi

«Io sono madre di una ragazza di 18 anni e credo che non possiamo consegnare alla società dei nostri figli parole come quelle che sono state pronunciate nei miei confronti. Termini terribili, offensivi, a sfondo perlopiù sessista. In realtà non è solo una questione di genere ma di sensibilità collettiva.

 

Ecco perché è stata una battaglia che ho portato avanti per tanti — donne e uomini, soprattutto giovani, forse più deboli — che hanno dovuto subire una violenza psicologica. Questo in parte ha creato loro disagi. Altre volte gli abusi sono sfociati in gravi casi di cronaca. Ricordo ancora le parole di Carolina prima di suicidarsi a 14 anni (la giovane si lanciò dalla finestra dopo essere stata vittima di episodi di cyberbullismo, ndr). Le sento dentro, nella mia testa: “Le parole fanno più male delle botte”.

 

Io non ho pensato neanche per un attimo di nascondermi, di sparire dai social, non ho permesso a nessuno di zittirmi. Ho deciso invece di mostrarmi, di non cambiare minimamente la mia vita. L’ho fatto per mia figlia, per Carolina, per Giulia Cecchettin, per tutte le ragazze e i ragazzi che non hanno voce, che hanno paura di denunciare, che muoiono nel silenzio, nell’odio, nell’indifferenza. Non sono riusciti a silenziarmi».

 

massimo segre sputtana la compagna cristina seymandi elencando i suoi tradimenti 29

Com’è cambiata la sua vita dopo quel video?

«Ho ricevuto tantissimi messaggi di persone che, in maniera molto meno eclatante, sono stati oggetto di diffamazione e offese nella loro vita privata. Spero che questa vicenda sia da monito per tanti. Ho letto delle recenti vicende dell’onorevole Montaruli, dell’ex miss Italia Bergesio».

 

Sua figlia cosa le ha detto?

«Lei mi ha sempre sostenuta, è la mia forza. Ha fatto dei corsi a scuola contro il cyberbullismo. Era confusa come me dopo la richiesta di archiviazione. Adesso però le nostre parole sono state ascoltate».

 

[…]

CRISTINA SEYMANDI - ARTISSIMA

 

Lei e Segre vi siete più sentiti?

«No».

 

Il garante della privacy lo ha ritenuto «non imputabile» perché non autorizzò la diffusione del filmato.

«Il video fu girato da un investigatore privato: è aperta la questione su chi lo abbia diffuso. Diciamo che non c’è stata una grande soddisfazione da parte mia sull’indagine del garante.

Adesso spero che queste persone vengano individuate e venga loro vietato l’uso dei social. L’anonimato forma il branco, i commenti violenti. Quello contro di me è stato un incitamento all’odio».

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