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KGB COME GLI X-MAN! – UN EX-GENERALE RUSSO DICE CHE L’UNIONE SOVIETICA LEGGEVA I PIANI DEGLI AMERICANI DIRETTAMENTE DALLA MENTE DEI GENERALI TRAMITE LA TELEPATIA – DOPO LA CRISI UCRAINA, LE FOLLI TEORIE DEL GENERALE RATNIKOV SU MAGHI E ESERCITI DI ZOMBIE STANNO TORNANDO A SOLLETICARE LO ZAR PUTIN

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Casey Michel per http://www.thedailybeast.com

boris ratnikovboris ratnikov

 

Boris Ratnikov è un ex generale che ha servito sia l’Unione Sovietica che la Russia moderna e dice che, all’apice della guerra fredda, il regime formò un’unità speciale composta da uomini con poteri soprannaturali, una specie di X Man leninisti, per sostenere la causa sovietica contro l’occidente. “Quasi tutte le persone con poteri speciali erano controllate dal KGB – spiega Ratnikov – Non potete neanche immaginare le guerre cerebrali che si consumarono durante la prima metà del ‘900, non esagero se dico che ci furono delle vere e proprie guerre astrali”.

 

madeleine albrightmadeleine albright

Con il passare degli anni, Ratnikov iniziò ad essere considerato il “Mago Merlino” del Cremlino, uno dei primi a vedere che “la guerra del Kosovo era solo il primo passo per conquistare l’intera Russia”. E, quando i bombardamenti della Nato iniziarono a colpire la Serbia, il generale capì che bisognava rinforzare l’arsenale psicologico russo. Così venne chiamato Georgy Rogozin, un deputato che sosteneva di poter resuscitare i morti, per entrare nella mente del segretario di stato americano Madeleine Albright. “Durante il sonno ipnotico in cui cadde – sostiene Ratnikov - Rogozin vide che la Albright covava un odio patologico verso gli slavi e allo stesso tempo non sopportava che la Russia avesse le più grandi riserve di minerali del mondo. In definitiva, l’America voleva conquistare la Siberia per mettere a disposizione dell’intera umanità i suoi giacimenti”.

 

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Verso la fine degli anni ’90 le teorie sulla lettura della mente e gli eserciti di zombi psicotropici finirono nel dimenticatoio e la Russia si trasformò in un paese moderno. Quando nel 2007 un uomo parlò a Putin delle teorie di Ratnikov, il presidente le bollò come “erotismo politico: qualcosa che può intrigare gli appassionati del complotto ma che non porterà niente di positivo alla nazione”. Il problema è che dopo l’invasione della Crimea, le sanzioni internazionali e altri fattori esterni hanno trasformato la Russia da un’economia emergente a un paese sull’orlo del baratro che accusa i suoi alleati perché le cose vanno male: i fascisti a Kiev, la Cia che tira i fili in Ucraina e la collusione tra Washington e Riyadh dietro il tonfo del prezzo del petrolio.

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putin nel sottomarino 3putin nel sottomarino 3

Come uno studio pubblicato sul “The Russian Review” ha dimostrato, le teorie della cospirazione stanno tornando in auge sia tra la popolazione russa sia nei discorsi ufficiali delle istituzioni. Come un fantasma che riaffiora nella mente dell’ex impero, l’obiettivo del resto del mondo sarebbe sempre quello di mettere le mani sulla Siberia e sui suoi giacimenti. Dice Steve Sestanovich, ex ambasciatore americano nell’Unione Sovietica: “Quando uno degli uomini più vicini a Putin come Nikolai Patrushev sostiene tesi del genere ci si dovrebbe aspettare un sussulto dell’opinione pubblica e degli organi dello stato. Invece niente. L’America non ha paura di questa gente e della Russia, è solo stanca di un dialogo estenuante e che non porta a nulla. È triste, ma è così”.

PIAZZA MAIDAN
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