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Estratto dell’articolo di Giacomo Amadori per “la Verità”
GIUSTIZIA LA GRANDE FUGA - IL CASO ARTEM USS BY MACONDO
Per l’indagine della Procura di Milano sulla fuga dagli arresti domiciliari del quarantenne cittadino russo Artem Uss ieri è stata una giornata cruciale. Infatti, in vista di una riunione di coordinamento, è sbarcato in Lombardia un team di investigatori del Federal bureau of investigation (Fbi) con al seguito sedicenti uomini del corpo consolare (non è escluso che fossero agenti della Cia). In tutto sei persone che sono state accompagnate da investigatori dei carabinieri e della Guardia di finanza negli uffici giudiziari del capoluogo meneghino.
La giornata è trascorsa tra riunioni in cui, però, non sembrano essere stati fatti passi definitivi per chiarire i misteri legati all’allontanamento dall’Italia di Uss. Per la rocambolesca evasione, avvenuta la sera del 22 marzo, sono state utilizzate diverse auto e, sembra, anche un jet privato.
Come avevamo svelato ad aprile, a «esfiltrare» Uss dalla Lombardia attraverso la Slovenia è stato un commando di malavitosi di origine balcanica, tre serbi e un serbo-bosniaco. Due di loro sono padre e figlio e sono tutti segnalati per reati contro il patrimonio. Il quartetto è da anni residente in Italia. Uss, invece, era entrato nel nostro Paese, con un permesso d’ingresso rilasciato il 18 marzo 2022, la moglie, Maria Yagodina, classe 1990, con uno datato 28 giugno 2019 (e con scadenza nel 2024).
LA STRUTTURA DOVE ARTEM USS ERA AI DOMICILIARI
Il faccendiere, sospettato di essere una spia russa, negli Usa è accusato di riciclaggio, frode finanziaria e di contrabbando di petrolio (dal Venezuela a Cina e Russia) e di tecnologie militari (dagli Usa alla Russia) e a ottobre era stato arrestato su richiesta di Washington. Poi era stato trasferito agli arresti domiciliari in una villetta a Basiglio nel Milanese e sottoposto al braccialetto elettronico. A marzo la fuga che tanto ha infastidito le autorità americane, che a ottobre avevano già rimarcato con il nostro ministero della Giustizia come negli ultimi tre anni fossero sfuggiti ai controlli sei detenuti in attesa di estradizione.
L’attenzione degli inquirenti è concentrata non solo sui quattro serbi, ma anche su altri personaggi che hanno ruotato intorno alla figura di Uss. Per esempio non è passato inosservato il ruolo di Julia R., quarantaseienne cittadina russa, su cui sono in corso approfondimenti.
La donna ha partecipato in qualità di procuratrice speciale al rogito con cui i coniugi Uss, il 24 giugno del 2022, pochi mesi prima dell’arresto di Artem, hanno acquistato dalla società Residenze Vione il villino di Basiglio (11 vani e 242 metri quadrati, porzione di un prestigioso complesso edilizio ricavato in una storica cascina), al prezzo di 1,4 milioni. Circa 1,3 milioni sono stati saldati con tre bonifici provenienti dalla Bank of Cyprus e i restanti 82.000 euro sono arrivati da un’agenzia del Liechtenstein della Bendura bank.
ROTTA JET MILITARI AMERICANI DECOLLATI DOPO LA FUGA DI ARTEM USS
Nel rogito è precisato che Julia R. «nella sua predetta qualità dichiara che il pagamento dell’intero prezzo è stato effettuato dal signor Artem Uss […] a titolo di liberalità indiretta a favore del coniuge Maria Yagodina e pertanto esente da imposta di donazione».
Marito e moglie avevano fatto mettere per iscritto di voler stabilire la propria residenza a Basiglio entro 18 mesi dalla data del rogito. Una scelta che consentiva di pagare meno tasse sull’acquisto.
IL BRACCIALETTO - LA FUGA DI ARTEM USS VISTA DA GIANNELLI
Julia R. risulta residente a Mosca, ma anche cittadina italiana iscritta all’Aire. La donna è stata più volte controllata in partenza per la Russia in vari aeroporti italiani (soprattutto lombardi) ed è stata citata come testimone nell’inchiesta. Dal 2011 è rappresentante legale di una Srl con domicilio fiscale a Milano che si occupa di «attività di organizzazioni e organismi extraterritoriali».
Gli investigatori hanno messo nel mirino anche un’altra cittadina russa che fungerebbe da prestanome di Uss, tale Evgenevna Orlova Lyubov. Ad aprile il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha firmato un decreto di congelamento di beni e fondi in territorio italiano riconducibili al quarantenne russo. Sono stati così bloccati oltre all’abitazione a un garage a Basiglio, il 40,11% della Luxury Sardinia Srl, quota detenuta dalla Orlova e da una società cipriota, la Dunegenes trading limited, e più di 160.000 euro di fondi detenuti presso il Banco di Sardegna, su un conto intestato sempre alla Orlova, la quale, però, dichiarerebbe redditi annuali non superiori ai 25.000 euro.
La Luxury Sardinia possiede un hotel quattro stelle a Porto San Paolo, una struttura affacciata sul mare della Costa dorata, in provincia di Sassari. La Dugenes risulterebbe nella disponibilità di un trust i cui beneficiari effettivi sarebbero i fratelli Artem e Aleksandra Uss. La Orlova, come detto, non avrebbe una capacità reddituale tale da giustificare gli investimenti a lei riferiti.
La Luxury sardinia Srl sarebbe stata utilizzata da Uss per effettuare operazioni finanziarie sospette, che, secondo gli investigatori, svelerebbero il tentativo di trasferire in Svizzera, attraverso una triangolazione con l’Italia, fondi russi. Movimentazioni particolarmente sensibili se si considera che Uss è accusato di evasione delle sanzioni e riciclaggio. Artem è figlio di Aleksandr, membro del Consiglio di amministrazione di Rosneft ed ex governatore della ricca regione di Krasnoyarsk. Pure lui è sottoposto a sanzioni da parte di Stati uniti, Canada, Regno unito, Australia, Nuova Zelanda ed Ucraina. […]
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