vladimir putin smartphone

LA GUERRA DELLA PROPAGANDA – I SOLDATI UCRAINI VENGONO “BOMBARDATI” SU INSTAGRAM E TIKTOK DA FOTO FAKE E VIDEO "MADE IN RUSSIA". CIRCOLA IN PARTICOLARE QUESTA GAG: UN MARITO TORNA DALLA MOGLIE TENENDO UNA LEPRE PER LE ORECCHIE. "STASERA LA FRIGGIAMO?". "NON POSSO, L'OLIO È CARO". "MA COME? SIAMO IL PAESE DEI GIRASOLI". "ADESSO L'OLIO È PER L'EXPORT". "ALLORA LA FACCIAMO BOLLITA". "NON SI PUÒ, ADESSO IL GAS RUSSO DOBBIAMO PAGARLO". IL MARITO FURIOSO LIBERA LA LEPRE E QUESTA SALTA VIA GRIDANDO "VIVA L'INDIPENDENZA UCRAINA"

Andrea Nicastro per il “Corriere della Sera”

Volodymyr Zelensky

 

Giovedì, il presidente ucraino Zelensky si è rivolto direttamente ai cittadini russi. «Siamo diversi, ma non nemici». L'ha fatto in russo contando sul fatto che prima di darsi alla politica era stato un attore più popolare in Russia che in Ucraina. Il problema per il capitano Igor sul fronte di Donetsk (il nome è falso) è che anche Mosca comunica direttamente con gli ucraini, soldati compresi, e lo fa con i social network.

vladimir putin in versione hitler

 

«Abbiamo l'esperienza di questi otto anni di guerra con i ribelli filorussi e difese ben posizionate. Abbiamo resistito alla prima ondata di colpi, respinto un'incursione e distrutto un blindato. Eravamo euforici. Ma proprio oggi che ci hanno martellato meno, l'umore dei ragazzi è precipitato.

 

Come mai? Colpa dei social. Senza combattimenti, i soldati più giovani si sono attaccati ai telefonini e si sono ubriacati di foto di Kiev bombardata su Instagram e scenette di TikTok, tutto materiale made in Russia. Circola una gag girata come un film: il marito torna dalla moglie tenendo una lepre per le orecchie. "Stasera la friggiamo?". "Non posso, l'olio è caro". "Ma come? Siamo il Paese dei girasoli". "Adesso l'olio è per l'export". "Allora la facciamo bollita". "Non si può, adesso il gas russo dobbiamo pagarlo".

 

soldati ucraini a kiev 6

Il marito furioso libera la lepre e questa salta via gridando "Viva l'indipendenza ucraina". Capito? Mosca ci riempie di queste stupidaggini. Ci dice che senza il suo gas non mangeremo, che non possiamo resistere alle loro armi, che i nostri politici sono ladri. Tutte bombe nel cervello dei ragazzi». Giorno 2 di guerra anche sul Mar Nero. Il ritmo del cannoneggiamento sull'area di Mariupol diminuisce con la luce, ma non vuol dire sia una buona notizia.

 

cittadini di kiev si rifugiano nella metro

Da Kiev allertano di infiltrati russi per sabotare, uccidere i dirigenti chiave. Forse nella breve pausa dei bombardamenti hanno anche approfittato per contattare i comandanti delle varie postazioni. Arrenditi. Vuoi morire per un Paese che non riesce a cucinare un coniglio? In fondo è quel che ha detto esplicitamente Putin chiedendo agli ufficiali ucraini di fare un golpe contro Zelensky.

 

soldati ucraini a kiev 5

Forse invece ha ragione l'ufficiale della difesa territoriale di Mariupol che risponde a muso duro ai giornalisti. «La guerra non è una partita di calcio a cui fare la radiocronaca. Non succede tutto in 90 minuti. Il primo giorno i russi ci hanno fatto capire di che potenza dispongono. Oggi, magari, aspettano il carburante, si riposano, si lavano, mangiano un pasto caldo. E noi facciamo altrettanto.

 

VLADIMIR PUTIN COME IL DOTTOR STRANAMORE

 Così quando attaccheranno li fermeremo e toccherà a noi fargli capire di aver sbagliato bersaglio. La guerra non si combatte in 24 ore». Oltre Odessa, dall'Isola dei Serpenti alla foce del Danubio nel Mar Nero, arriva un file audio che non risolve il dilemma. Sembra la registrazione di una comunicazione radio tra una nave militare russa e la guarnigione ucraina posta a difesa dell'isola.

 

truppe russe in periferia a kiev

«Vi proponiamo di deporre le armi immediatamente per evitare uno spargimento di sangue e morti ingiustificate. Ripeto arrendetevi o sarete colpiti». Una voce di donna sussurra qualcosa, poi dalla guarnigione ucraina la risposta: «Nave da guerra russa vai aff». Il Presidente Zelensky ha nominato seduta stante eroi della patria i 13 doganieri che sarebbero morti nel bombardamento seguito alla parolaccia.

 

Mosca, invece, dice che dopo quell'intemperanza gli 85 i soldati dell'isola si sono arresi. Chiunque abbia ragione, l'episodio conferma il metodo russo: cercare la resa delle unità nemiche. Se davvero Putin vuole installare un governo fantoccio a Kiev, il minimo che possa fare per facilitargli il compito è non alimentare rancore nei futuri abitanti dell'Ucraina filorussa. Pazienza bellica, ansia civile.

soldati ucraini a kiev 9

 

Se il fronte est verso le repubbliche separatiste l'Ucraina ha ceduto solo pochi chilometri, ad ovest c'è chi ha avvistato un primo tank russo a Berdyansk, 87 chilometri da qui, 150 dalla Crimea da cui dovrebbe essere partito. I civili della città-porto di Mariupol si stanno organizzando nel caso di invasione. Chi è riuscito a scappare ormai l'ha già fatto. Gli altri o non hanno benzina nel serbatoio o non hanno dove andare. Sistemano le cantine come rifugi, fanno scorte, tengono uno zaino pronto in caso di bombardamento, ripassano la ricetta per il cocktail Molotov. In serata arriva una salva di missili Grad. La città trema tutta. Sembra che i missili siano caduti su una scuola alla periferia est. Forse qualcuno ha rifiutato di arrendersi.

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