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Edoardo Izzo per la Stampa
È entrata nella sua classe alle otto e mezza di mattina del 4 novembre scorso e, pochi minuti dopo l' inizio della lezione, ha iniziato a sentirsi male fino a crollare a terra e a perdere i sensi. Ma questo era solo l' inizio del dramma.
Una volta soccorsa, infatti, una ragazzina romana di 14 anni è stata portata all' ospedale Pertini di Roma dove i medici invece di diagnosticarle immediatamente un aneurisma celebrale l' hanno stesa su un lettino del pronto soccorso e, dopo averle messo una flebo con semplice soluzione fisiologica e averle somministrato qualche antidolorifico, hanno dato il loro responso: è stressata, deve riposare. Ma non solo. Gli stessi medici, parlando con la mamma della ragazza, avrebbero aggiunto: «Ha avuto il ciclo mestruale da poco. È normale che sia stressata, lasciamo che si riprenda».
Eppure i segnali erano più che evidenti: la ragazza era arrivata al Pertini in stato di incoscienza, ma prima di svenire aveva perso sangue sia dalla bocca sia dalle orecchie.
E - proprio in stato di incoscienza - la giovane vittima è rimasta sul letto d' ospedale senza alcun' altra cura per quasi tre ore. Cioè fino a quando - dopo l' insistenza della madre - i medici hanno effettuato una tac.
Alla scoperta dell' aneurisma è stato ordinato l' immediato trasferimento in ambulanza (e non in elisoccorso) all' ospedale Bambino Gesù. Le condizioni disperate non hanno permesso il miracolo, e proprio nell' ospedale cattolico la ragazza è spirata il 6 novembre, due giorni dopo, a seguito di un delicatissimo intervento chirurgico.
La procura di Roma dopo la denuncia dei familiari della giovane ha aperto un fascicolo di indagine con ipotesi di reato omicidio colposo a carico di ignoti. Gli inquirenti hanno disposto un' autopsia che darà i suoi risultati definitivi entro sessanta giorni. Un esame autoptico che sarà utile per individuare eventuali responsabilità da parte dei medici in una storia in cui sembrano emergere errori nei tempi e nei modi di intervento.
Secondo la denuncia la giovane si sarebbe sentita male poco dopo essere entrata a scuola al liceo classico Orazio.
Avrebbe iniziato a perdere prima bava dalla bocca, poi sangue dalla bocca e dalle orecchie e infine - dopo aver detto ai compagni di classe di non sentirsi bene - si sarebbe accasciata a terra. Poco dopo è stata trasportata all' ospedale Pertini.
Lì, raggiunta dalla madre, sarebbe rimasta in osservazione per oltre due ore. E, proprio all' ospedale dopo le insistenze della mamma - alle quali i medici rispondevano che la ragazza aveva solo un problema di stress - intorno all' ora di pranzo è stata effettuata la tac che ha evidenziato una violenta emorragia celebrale. Solo a quel punto gli stessi medici hanno disposto il trasferimento all' ospedale pediatrico dove, dopo tre interventi chirurgici di craniotomia, la giovane è morta poco dopo le 20 del 6 novembre.
«Siamo in presenza di una tragedia che ha colpito una ragazza assolutamente sana fino a quel momento», ha affermato il legale della famiglia, l' avvocato Giuseppe Rombolà che ha concluso: «Forse un intervento più tempestivo avrebbe potuto salvarla, comunque non cerchiamo vendetta, ma solo verità. Aspettiamo i magistrati».
Intanto si muovono sia il ministero della Salute sia la Regione Lazio. Il ministro, Beatrice Lorenzin, ha infatti disposto l' invio di una task force al Pertini per accertare quanto accaduto. Dal canto suo la Regione ha invece aperto un' indagine interna, richiedendo al direttore generale della Asl Roma 2, ove ricade l' ospedale Pertini, una relazione dettagliata sull' accaduto.
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