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AVE, AVELINE! TRA I PAPABILI DA TENERE D’OCCHIO E’ IL NOME DEL FRANCESE JEAN MARC AVELINE, IL CARDINALE MARSIGLIESE DEL DIALOGO CON L’ISLAM (E CHE PIACE PURE A MACRON) - COME DAGO DIXIT, LA PORPORA 66ENNE PUO’ CONTARE SU UN BOTTINO INIZIALE DI 25 VOTI - NATO AD ALGERI, È STATO NOMINATO DA BERGOGLIO: HA UN DIFETTO: NON PARLA BENE ITALIANO. L ULTIMO PONTEFICE TRANSALPINO FU GREGORIO XI, CHE NEL 1377 RIPORTÒ IL PAPATO DA AVIGNONE A ROMA…
Iacopo Scaramuzzi per "la Repubblica" – Estratti
Secondo i suoi estimatori ha un po’ la figura di Giovanni XXIII, anche fisicamente, il Papa dall’aria bonaria che impegnò la Chiesa nella rivoluzione del Concilio vaticano II. Il cardinale Jean-Marc Aveline, 66 anni, ha un difetto, non parla bene italiano, ma molte frecce al suo arco per poter essere considerato papabile.
Poche settimane fa i suoi confratelli lo hanno eletto presidente della Conferenza episcopale francese, dopo aver tentato inutilmente di convincerlo già tre anni fa e, nella lingua dei sottotesti cara a Santa Romana Chiesa, è un segno non indifferente in vista di un Conclave, perché significa che, almeno nel suo Paese, è uomo che gode della stima dei suoi pari.
Il porporato marsigliese è l’astro nascente del cattolicesimo francese, una Chiesa un tempo gloriosa e oggi piuttosto ammaccata tra la crisi degli abusi sessuali, il vento della secolarizzazione, la tentazione del ripiegamento identitario, e un confronto non di rado duro con l’islam e l’islamismo d’Oltralpe.
Lui ne rappresenta il volto che ridà fiducia.
Del dialogo, con l’islam e con le culture e le religioni che si affacciano sul Mediterraneo, Aveline ha fatto la sua cifra. Quest’uomo gioviale è nato a Sidi Abbès, in Algeria, nel 1958, da una famiglia di pieds-noirs, ed è cresciuto nei quartieri settentrionali di Marsiglia, in una zona di case popolari costruite per i dipendenti delle ferrovie di Stato dove lavorava suo padre.
Ordinato sacerdote nel 1984, ha vissuto quasi tutta la vita a Marsiglia. Conosce benissimo la luminosa città affacciata sul mare, da sempre uno dei centri più cosmopoliti del Mediterraneo, caratterizzata tanto dalla criminalità quanto dalla vivacità culturale, negli ultimi decenni luogo di incontro e di scontro tra la Francia tradizionale e l’immigrazione maghrebina di religione musulmana. Nel 2014 è stato nominato da Bergoglio vescovo ausiliare, nell’agosto 2019 è stato promosso arcivescovo. Ha ricevuto la berretta cardinalizia nel 2022.
Francesco, che ha incontrato Aveline una prima volta durante il suo viaggio in Marocco a marzo del 2019, ha apprezzato in particolare il suo impegno nel dialogo interreligioso, tanto che Oltretevere si ipotizzava che lo avrebbe nominato a capo del dicastero vaticano competente della materia. Professore di teologia, direttore di studi del seminario marsigliese, nel 1992 Aveline ha fondato, e diretto per un decennio l’Institut de sciences et de théologie des religions, nel 1995 ha diretto l’Istituto Cattolico del Mediterraneo.
È qui che ha sviluppato una visione del rapporto tra le religioni nel bacino del Mediterraneo affine a quello che è andato promuovendo il Pontefice argentino. È grazie al suo buon rapporto personale con il Papa che ha convinto Francesco a visitare Marsiglia nel 2023 per presiedere un incontro sulle migrazioni nel Mediterraneo. Più volte ospite degli incontri per la pace della comunità di Sant’Egidio, il Papa lo ha voluto alla doppia assemblea sinodale che si è svolta nel 2023 e nel 2024. È difficile trovare sue dichiarazioni sui temi controversi del dibattito in corso nella Chiesa.
BERGOGLIO PRIMA CHE VENISSE ELETTO PAPA FRANCESCO
Appena arrivato a Roma, poche sere fa, ha presieduto messa in suffragio di papa Francesco alla chiesa di San Luigi dei francesi, a pochi passi da piazza Navona, mettendone in luce l’impegno per i poveri, i migranti, i «bambini non nati», contro la guerra e le armi.
Ha definito quello di Bergoglio come un pontificato «immenso», nel quale il Papa «ha realizzato il programma contenuto nel suo nome: Francesco», come il santo di Assisi. Aveline ha ricordato quello che di Bergoglio diceva un altro grande cardinale francese, Jean-Louis Tauran: «I fedeli sono venuti a Roma per vedere Giovanni Paolo II, l’atleta di Dio, per ascoltare Benedetto XVI, che aveva una parola così fine e precisa, e ora vengono per toccare Francesco, questo fratello e questo padre così vicino e accessibile».
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