DAGOREPORT - CON UN MINISTRO DEGLI ESTERI (E UN GOVERNO) ALL'ALTEZZA, CECILIA SALA NON SAREBBE…
Alessandra Rizzo per "la Stampa"
I servizi segreti di Sua Maestà si sono messi a spiare i grandi inquinatori globali per assicurarsi che rispettino gli impegni presi sui cambiamenti climatici. Meno romantico rispetto al modello James Bond, ma certamente più al passo con i tempi.
A rivelare la nuova frontiera dello spionaggio internazionale, con un occhio particolare alla Cina, è il capo dell'MI6, Richard Moore. «Sul cambiamento climatico, dove è necessario che tutti siano favorevoli e giochino in maniera leale, ogni tanto si controlla per assicurarsi che lo stiano davvero facendo», dice. «Il nostro lavoro è gettare luce dove qualcuno potrebbe non volerla».
Moore paragona il controllo del rispetto degli impegni sul clima a quello sulla corsa agli armamenti durante la Guerra Fredda. E non a caso cita il proverbio reso popolare da Reagan: «Fidati, ma controlla». Sottolinea come il cambiamento climatico sia il «primo punto nell'agenda internazionale del Paese, e del pianeta tutto. È ovvio che in questo spazio ci sia un ruolo per noi».
LISTA PAESI INQUINAZIONE OCEANI
Sulla Cina, uno dei massimi inquinatori mondiali, dice, diplomaticamente, Londra vuole «rapporti favorevoli» con Pechino. Ma il clima è solo uno dei punti di (potenziale) conflitto: Londra ha escluso il gigante delle telecomunicazioni Huawei dalla costruzione della rete 5G, e ha lamentato la stretta di Pechino su Hong Kong e le violazioni contro la minoranza musulmana degli uiguri nello Xinjiang.
Le dichiarazioni di Moore, in un'intervista a «Times Radio», arrivano a pochi giorni dalla chiusura del summit sul clima voluto da Joe Biden: un vertice in cui è intervenuto anche il presidente cinese Xi Jinping, pur senza prendere nuovi impegni (aveva già promesso di tagliare le emissioni del 65% rispetto ai livelli del 2005 entro il 2030). E Boris Johnson ha fatto della conferenza Onu Cop26, in programma a Glasgow a novembre e co-presieduto dall'Italia, il punto centrale della sua premiership, dopo la lotta alla pandemia.
Moore, 57 anni e nessuna parentela con il Roger dei film di 007, è dall'anno scorso alla guida dell'MI6, l'agenzia di spionaggio internazionale, dove è semplicemente "C" (chief). L'intervista a "Times Radio" è la prima concessa ad un'emittente da un capo dei servizi in carica.
Un altro segno del cambiamento dell'intelligence dai tempi della Guerra Fredda: nuovi dossier, nuova comunicazione e nuovi modelli. Moore, che twitta abitualmente, ha preso le distanze da James Bond (riconosce «forse solo qualche elemento, qualche eco») e ha rivelato che "Q", il mago dei gadget immortalato nei film di 007, verrà per la prima volta reclutato fuori dall'agenzia: troppo importante l'expertise sulle nuove tecnologie per fare a meno del settore privato.
Intanto il suo omologo all'MI5, l'agenzia di spionaggio interno, Ken McCallum, ha detto basta all'immagine «dell'agente segreto che beve Martini» e fatto un invito alla trasparenza. Sotto di lui, l'MI5 nei giorni scorsi ha fatto il suo debutto su Instagram.
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