gabriel romanelli gaza

“IL NOSTRO QUARTIERE NON HA RICEVUTO ALCUN ORDINE DI EVACUAZIONE” – GABRIEL ROMANELLI, IL PARROCO DI GAZA, SMENTISCE LE VOCI SUGLI ORDINI DI NETANYAHU: “SI SENTONO BOMBARDAMENTI IN CONTINUAZIONE. QUEST'AREA CHIAMATA 'CITTÀ VECCHIA' NON HA RICEVUTO UN ORDINE DI EVACUAZIONE. SE ANCHE VOLESSIMO ANDARE, SAREBBE IMPOSSIBILE. CI SONO BAMBINI MALATI CRONICI, PERSONE ALLETTATE, MOLTISSIMI ANZIANI: NON POSSONO ANDARE VIA, MORIREBBERO” – IL SACERDOTE E LE SUORE, OLTRE ALLA PICCOLA COMUNITÀ CHE HA TROVATO RIPARO, SI OCCUPA ANCHE DEI MALATI DELL’OSPEDALE ANGLICANO CHE..

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

1. L'ANSIA DI PADRE ROMANELLI "CADONO BOMBE OVUNQUE MA ANDARSENE È IMPOSSIBILE"

Estratto dell'articolo di Francesca Caferri per “la Repubblica”

 

padre gabriel romanelli

All'ansia, al rischio e all'atmosfera di pericolo imminente, padre Gabriel Romanelli e la comunità di 450 persone che assieme a lui e ai suoi sacerdoti vive dall'inizio dell'attacco israeliano assediata nella parrocchia della Sacra famiglia di Gaza city sono ormai rassegnati.

 

[…]  «L'intera Striscia di Gaza è pericolosa. Ancora di più, Gaza City. Si sentono bombardamenti in continuazione. Alcuni sono lontani, altri più vicini. Spesso cadono schegge. Questa mattina ci sono state esplosioni verso il lato sud dei quartieri di El Zeytoun e Shujaiah, a circa 400-500 metri dalla parrocchia», ha scritto ieri sera sui suoi profili social il sacerdote argentino, 55 anni, che a luglio era stato ferito quando un colpo di artiglieria sparato da un carro armato aveva colpito la chiesa, uccidendo tre delle persone rifugiate nel compound.

GAZA CITY

 

«Purtroppo, la guerra non solo continua, ma è entrata in una nuova e terribile fase. Le necessità di ogni genere per l'intera popolazione civile di Gaza sono urgenti. Non c'è stato alcun ordine di evacuazione in questa zona del nostro quartiere. Quest'area chiamata "Città Vecchia", ancora all'interno del più ampio quartiere di El Zeytoun, non ha ricevuto un ordine di evacuazione», ha concluso.

 

padre Gabriel Romanelli ferito nel bombardamento della chiesa a gaza

Un "non" scritto a grandi lettere, per smentire le voci sbagliate circolate nei giorni scorsi sull'ordine di evacuazione che avrebbe raggiunto la parrocchia. Ma la smentita non basta a tranquillizzare gli animi su quello che potrebbe accadere alla piccola comunità, finora protetta dall'azione diretta del Vaticano, e a chi vive attorno ad essa e che finora — anche grazie agli aiuti condivisi dai sacerdoti è riuscito a sopravvivere. Primi fra tutti i pazienti e i medici dell'Ospedale Anglicano che si trova a poche centinaia di metri dalla struttura.

 

GAZA

Da mesi, in Vaticano e nelle stanze del Patriarcato latino di Gerusalemme, da cui la parrocchia dipende, si ragiona su cosa fare qualora, come sembra accadere in queste ore, anche la zona della chiesa diventasse area di combattimenti attivi. Lo stesso padre Romanelli ha più volte escluso la possibilità di andare via. «Se anche volessimo sarebbe impossibile — ci aveva risposto l'ultima volta che lo avevamo interrogato su questo punto — qui ci sono bambini malati cronici, persone allettate, moltissimi anziani: non possono andare via, morirebbero. E né noi sacerdoti né le suore di Madre Teresa che li assistono siamo disposti ad abbandonarli».

 

TANK ISRAELIANI A GAZA

A preoccupare in particolare sono i più di 50 "bambini farfalla", affetti da una malattia genetica della pelle, che non possono muoversi perché morirebbero: le suore si prendono cura di loro da anni, ben prima dell'inizio di questa guerra.

[…]

 

2. E LA CITTÀ SOTTO ASSEDIO DIVENTA UNA TRAPPOLA "NON SI SA DOVE FUGGIRE"

Estratto dell’articolo di Gabriella Colarusso per “la Repubblica”

 

GAZA

Imad Hammad Dardas vive in una tenda con altri 20 sfollati, tutti ammucchiati su quello che fu il porto di Gaza. Mangiano una volta al giorno, nessuno ha medicine per niente. Ma lui dice che è fortunato: non deve scegliere se andare a sud, scappare senza rifugio, o restare. «Ho 60 anni, sono vecchio, fuori da Gaza non avrei nessuna chance. E qui non mi resta molto da vivere, se anche mi ammazzano, non temo la morte. Perciò non mi muovo», racconta seduto in una tenda bollente.

TANK ISRAELIANI A GAZA

 

[…]

La grande invasione non è ancora cominciata, ma incombe.

L'esercito israeliano ha intensificato gli attacchi per aumentare la pressione su Hamas. In mezzo, i gazawi storditi, troppo deboli anche per fuggire. Lo fanno si, ma da un quartiere all'altro: «l'esercito bombarda al Zaytoun, e la gente si sposta a Rimal, colpiscono Jabalia al Balad e vanno ad al Shati», racconta il fotografo Ahmed Abu Ajwa, una specie di ping pong della sopravvivenza.

 

gaza

«La situazione è estremamente tesa, soprattutto di notte, solo pochi vanno verso sud, perché lì è sovraffollato, non ci sono servizi, aiuti, ed è pericoloso». La scelta è anche questione di anagrafe, e prospettiva. Suleiman Amer Suleiman Helles, per esempio, ha 28 anni, è povero, magro e disoccupato, ma una chance di vivere se la vuole ancora dare. Si è accampato a piazza Haidar, nella parte occidentale di Gaza City ed ora sta pensando di trasferirsi a sud «per proteggere la mia famiglia, siamo in 7». Se potesse, lui da Gaza se andrebbe subito. «Qui non c'è più speranza».

strage di civili a gaza

 

Yusra Tayeh, invece, di anni ne ha 63 anni, anche lei vive al porto: «Non penserei mai di trasferirmi al sud se non costretta perché è difficile e costoso». Un litro di benzina è arrivato a 25 dollari, per chi ha la fortuna di avere contanti. Le auto sono poche, gli asini pure. Tayeh è esausta, come tutti: «Non abbiamo più forze, non ce la facciamo più». E poi però si ferma, vuole dire un'altra cosa, «questa è la mia patria. Magari dopo tutto questo dolore, troveremo una soluzione».

gaza

 

[…] «È difficile capire cosa stia accadendo, ma non abbiamo nemmeno il tempo e il lusso di capirlo, a dir la verità, ci bombardano costantemente», spiega Ahmed. L'esercito ha diffuso ordini di evacuazione per alcune aree della città. Nel limbo, Marwan Hamed Khalid si prepara. Ha 45 anni, faceva il programmatore. Si è convinto che l'occupazione totale ci sarà.

PIANO PER L OCCUPAZIONE DELLA STRISCIA DI GAZA

 

gaza 1gaza 3gaza 2gaza 4

[…]