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“QUANDO SONO ENTRATO IN QUELLO STUDIO HO SUBITO CAPITO CHE C’ERA QUALCOSA DI STRANO” – IL RACCONTO DEL COMPAGNO DI ANA SERGIA ALCIVAR CHENCHE, LA 46ENNE ECUADORIANA MORTA DURANTE UNA LIPOSUZIONE NELLA CLINICA PRIVATA A ROMA DEL “MEDICO” JOSÉ LIZARRAGA PICCIOTTI: “ANA AVEVA CONTATTATO IL MEDICO ATTRAVERSO LA COMUNITÀ PERUVIANA. SI ERA MESSA D’ACCORDO PER PAGARLO 4.300 EURO, PER UNA LIPOSUZIONE E UN RITOCCO AL MENTO. GLI AVEVA FATTO UN BONIFICO DA MILLE E IL RESTO GLIEL’HA CONSEGNATO IN CONTANTI” – I SOCCORSI CHIAMATI DOPO DUE ORE E IL LITIGIO SULL’AMBULANZA TRA IL CONDUCENTE E L’ANESTESISTA…
Estratto dell’articolo di Giulio De Santis e Rinaldo Frignani per www.corriere.it
jorge manuel salas garcia e ana sergia alcivar chenche
«Ero sull’ambulanza con Ana distesa sul lettino priva di sensi. Si vedeva che stava male, ma l’anestesista e l’autista invece di sbrigarsi e pensare a lei, discutevano su dove fosse meglio portarla: il conducente sosteneva di conoscere un ospedale molto vicino (forse il Policlinico Gemelli o l’Aurelia Hospital) e che sarebbe stato meglio andare lì, mentre l’altro si è impuntato che voleva andare da tutt’altra parte, al Policlinico Umberto I. Molto più lontano».
Jorge Manuel Salas Garcia, compagno di […] Ana Sergia Alcivar Chenche, 46 anni, e invece ora la piange disperato.
«LO HA PAGATO 4.300 EURO»
Doveva essere un intervento semplice. […] A raccontargli quello che è successo a Torrevecchia nell’ambulatorio abusivo di José Lizarraga Picciotti, il chirurgo estetico ma anche il «re del pollo a la brasa», è stato il padre che, assistito dall’avvocato Lina Armonia, chiede giustizia. Anche perché, come è stato accertato dalla polizia, nello studio di via Francesco Roncati non c’era nemmeno il defibrillatore.
«Ana aveva contattato il medico attraverso la comunità peruviana e con la sua amica Monica aveva deciso di andare nel suo ambulatorio — racconta —. Si era messa d’accordo per pagarlo 4.300 euro, per una liposuzione e un ritocco al mento. Gli aveva fatto un bonifico da mille e il resto gliel’ha consegnato in contanti. Quando sono entrato nello studio ho subito capito che c’era qualcosa di strano. Ho pensato che non dovevamo stare lì, ma un’infermiera mi ha tranquillizzato dicendomi che erano cose da nulla».
SOTTO INDAGINE ANCHE LA SOCIETÀ DI AMBULANZE PRIVATE
[…] «Alle 14 è entrata Monica che è uscita dopo un paio d’ore d’intervento. Era andato tutto ok. […] Alle 17.15 è toccato a lei. Solo che un’ora e mezzo più tardi il chirurgo è uscito dicendomi che c’era un problema con l’anestesia, forse di ipertensione. Ma è passata quasi un’altra ora prima che ricomparisse più preoccupato: «La situazione è problematica — mi ha detto — bisogna chiamare un’ambulanza».
Così mentre dall’ambulatorio qualcuno avvisava una società privata di ambulanze — ora finita sotto inchiesta come il conducente del mezzo di soccorso —, lo stesso Garcia ha telefonato al 118, ma dopo una breve conversazione con l’operatore ha chiuso la linea. «Era arrivata l’altra ambulanza, l’ho vista dalla finestra. Poi a bordo si sono messi a litigare. Il chirurgo è rimasto nello studio — prosegue l’uomo —, mentre noi siamo arrivati al pronto soccorso alle 20 circa.» […]
L'AUTOPSIA IN PROGRAMMA GIOVEDÌ. L'ACCUSA DI OMICIDIO COLPOSO
Oltre al professionista, che risulta comunque iscritto all’Ordine dei medici in Italia e ora è accusato di omicidio colposo in concorso, sono indagati anche un infermiere e l’anestesista Paolo Colcerasa, fino a due anni fa in servizio proprio all’Umberto I, ora in pensione, che ha precedenti per altri reati, non sanitari.
Le indagini dovranno stabilire a cosa sia stata legata la sua insistenza — descritta da Garcia — nell’indicare all’autista dell’ambulanza di recarsi nel suo ex ospedale quasi dall’altra parte della città piuttosto che in una struttura ad appena qualche minuto. Pensava che i suoi ex colleghi avrebbero potuto fare qualcosa per lei oppure coprire lui? Senza quel ritardo Ana poteva essere salvata?
Aspetti che potrebbero essere chiariti dall’autopsia in programma oggi all’istituto di medicina legale della Sapienza. Se dagli esami tossicologici dovessero emergere compatibilità fra il malore fatale che ha colpito la 46enne e l’anestesia che le era stata appena somministrata, la posizione di Colcerasa potrebbe aggravarsi ulteriormente.
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