DAGOREPORT - CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL…
Estratto dell'articolo di Stefano Montefiori per il "Corriere della Sera"
Da settimane alcuni influencer algerini in Francia usano TikTok per incitare a commettere attentati contro i nemici del regime di Algeri: esortano a colpire gli oppositori interni in Algeria ma anche a commettere attentati in Francia, il Paese che è ormai in crisi aperta con il governo del presidente Abdelmadjid Tebboune.
«Presidente, bisogna sparare su questa gente, in Algeria ma anche in Francia. Bisogna ammazzarli tutti, e se tra loro c’è anche un mio fratello non importa», diceva per esempio Zazou Youcef, che dalla sua casa di Brest, in Bretagna, incitava a reprimere i dissidenti. […] È stato arrestato la mattina del 3 gennaio.
Nato a Mostaganem, è arrivato in Francia nel 2020. Nel marzo 2023 ha ottenuto un permesso di soggiorno di un anno come genitore di un bambino francese, ma non gli è stato rinnovato a causa di condanne per furto e danni aggravati. Dal 18 aprile 2024 è sottoposto all’obbligo di lasciare il territorio francese.
Poi c’è «Imad Tintin», 31 anni, arrestato a Grenoble dopo avere pubblicato su TikTok un video in cui esortava a «bruciare vivi, uccidere e stuprare sul suolo francese» i nemici di Tebboune. […] Poi ci sono Abdesslam Bazooka e Laksaso6 e una ragazza, Sofia Benlemmane, seguita da 300 mila persone, che ha detto a un’avversaria politica «spero che qualcuno si decida ad ammazzarti, al diavolo tu e la Francia» prima di essere arrestata a Lione.
Il caso più complesso è quello di Boualem Naman detto «Doualemn», 59 anni, che dopo avere proferito minacce in particolare contro l’oppositore algerino Mohamed Tadjadit è stato arrestato a Montpellier e espulso verso l’Algeria. Appena atterrato nel suo Paese è stato rifiutato dalle autorità locali e rispedito in Francia.
La mancata collaborazione del governo algerino conferma il sospetto che gli appelli alla violenza dei tiktoker non siano spontanei ma incoraggiati da Tebboune, che ha rotto ogni cautela diplomatica con la Francia da quando Parigi ha preso le parti del Marocco, contro l’Algeria, nella decennale contesa tra i due rivali nordafricani a proposito del Sahara occidentale.
[…] Gli ultimi episodi della crisi diplomatica sono state le polemiche e le accuse contro Kamel Daoud, lo scrittore algerino rifugiato a Parigi e ormai naturalizzato francese, che nel novembre scorso ha vinto il prestigioso prix Goncourt con il romanzo Houris sulla guerra civile algerina; e l’arresto all’aeroporto di Algeri di Boualem Sansal, altro scrittore algerino naturalizzato francese, che era tornato nel Paese di origine per ragioni famigliari e che si trova in carcere dal novembre scorso con una fumosa accusa di «minaccia alla sovranità dell’Algeria».
Il ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot alza i toni e dice che «se gli algerini continuano con questo atteggiamento di escalation non potremo che rispondere», per esempio rendendo ancora più difficile ottenere visti di ingresso in Francia.
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