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"IO LICENZIATA PER AVER DATO IL "TU" A UNA SOCIA? È SOLO UN PRETESTO" - PARLA L’ADDETTA ALLE PULIZIE CACCIATA DAL CIRCOLO CANOTTIERI ROMA, CHE È STATA ACCUSATA ANCHE DI AVER LANCIATO UN ASCIUGAMANO CONTRO LA SOCIA - L'INSERVIENTE NEGA TUTTO E SOSTIENE CHE L'INCONTRO CON LA DONNA È STATO CORDIALE: "LA VERITÀ È CHE, SICCOME CI SIAMO ANTIPATICI A VICENDA, IO E IL PRESIDENTE PAOLO VITALE, LUI HA TROVATO UN PRETESTO PER MANDARMI VIA. IO SONO AL CIRCOLO DA 24 ANNI E NON HO PRESO MAI UNA LETTERA DI RICHIAMO. DA QUANDO È ARRIVATO VITALE, 4 ANNI FA, HO PRESO LETTERE DI RICHIAMO A RAFFICA" - L'EX PRESIDENTE DEL CIRCOLO, MASSIMO VENEZIANO, SMENTISCE LA DONNA: "AVEVAMO PROBLEMI CON LEI GIÀ DIECI ANNI FA" - L'ADDETTA HA IMPUGNATO IL LICENZIAMENTO...
LICENZIATA DAL CANOTTIERI ROMA, IL CONFRONTO NEGATO E I PROBLEMI DEL FIGLIO. PARLA A OPEN LA DIPENDENTE CACCIATA: «IL “TU” A UNA SOCIA? SOLO UN PRETESTO»
Cecilia Dardana per www.open.online
paolo vitale presidente del canottieri roma foto di bacco
Dopo la versione del presidente del Circolo Canottieri Roma, Paolo Vitale, arriva quella della donna al centro della vicenda, l’addetta alle pulizie licenziata a luglio dopo 24 anni di servizio. In un’intervista a Open, la donna respinge una a una le contestazioni mosse dal circolo e racconta per la prima volta come si siano svolti secondo lei i fatti:
«Non voglio passare per quella che è stata licenziata per una cosa che non ho mai fatto. Essere aggressiva con una donna incinta poi, non esiste». La vicenda, che risale a luglio di quest’anno, si è trasformata in un caso giudiziario e dovrà essere sbrogliata tra le aule di un tribunale. Sarà infatti il giudice del lavoro, con una prima udienza a gennaio, a stabilire chi ha torto e chi ha ragione.
Il suo racconto parte da quella socia incinta che, secondo il circolo, sarebbe stata trattata con toni arroganti e destinataria di un asciugamano lanciato «con fare dispregiativo». La versione della dipendente è diversa: «Io con la signora ho parlato la mattina verso le 10, era la prima volta che ci vedevamo. Le ho chiesto se fosse incinta e lei mi ha detto di sì. Io le ho detto: “Anche io sto diventando nonna”. Poi, sempre dando del “lei”, le ho fatto tantissimi auguri e basta». Un incontro cordiale, sostiene, senza alcuna tensione e molto lontano dalla scena descritta dal presidente del circolo Vitale.
La donna spiega inoltre che l’episodio dell’asciugamano contestato non riguarderebbe nemmeno la stessa persona: «La questione dell’asciugamano riguarda un’altra socia, non è la stessa persona. Nel pomeriggio un’altra signora mi ha chiesto se poteva avere un telo e io gliel’ho dato. Le ho chiesto se fosse iscritta solo perché le dovevo addebitare l’asciugamano, che costa un’euro e cinquanta. Sempre dandole del “lei”».
Poi è categorica: «Io non mi sono mai e poi mai permessa di tirare un asciugamano a nessuno. Tantomeno di sottrarre il lettino al marito della signora». A sostegno della sua versione, aggiunge di non essere stata la sola a dirlo: «Ci sono anche due testimoni, soci a loro volta, che hanno parlato con il dottor Vitale. Gli hanno detto che io non ho fatto nessun gesto. Però lui non ha voluto sentir ragioni».
paolo vitale presidente del circolo canottieri roma foto di bacco
La dipendente racconta anche di aver chiesto di visionare la mail della socia che, a dire dei vertici del circolo, ha originato la contestazione. Ma senza successo: «Io ho fatto richiesta formale, tramite Pec, di vedere la mail della signora, ma non mi è stato permesso. Così, per averla, ho dovuto citare il club in tribunale. Altrimenti avrei querelato la signora e basta. Ho anche chiesto di avere un confronto con lei. Mi è stato risposto che “non si fanno i confronti all’americana”».
Poi allarga lo sguardo oltre il singolo episodio: «La verità è che io sono molto schietta, è questo che dà fastidio di me. La verità è che, siccome ci siamo antipatici a vicenda, io e il presidente, lui ha trovato un pretesto per mandarmi via».
il galleggiante del canottieri roma
Il presidente Vitale ha parlato di ritardi e richiami precedenti. La donna ammette le sue colpe ma spiega: «Anche in segreteria fanno i ritardi, ma a loro non è mai arrivata una lettera, mai. Loro sapevano anche i miei problemi a casa. Mio figlio ha un disturbo oppositivo provocatorio. E alcune volte mandarlo a scuola era veramente difficile: o non si svegliava, o non gli andava, o non voleva vestirsi. Quando, dati i miei ritardi, mi è stato chiesto quale fosse il problema, io l’ho specificato, ma non mi sono venuti incontro».
Poi sottolinea che i richiami sarebbero iniziati solo con la nuova gestione: «Io sono al circolo dal 2001, da 24 anni, e non ho preso mai una lettera di richiamo. Da quando è arrivato il dottor Vitale, 4 anni fa, ho preso lettere di richiamo a raffica». E non sarebbe la sola in famiglia ad aver vissuto problemi sul posto di lavoro: «Anche mio marito lavora al circolo. Era in portineria, poi magicamente, dopo 35 anni, è stato demansionato ed è stato spostato allo spogliatoio».
cento anni del canottieri roma
Sul tavolo, spiega a Open, c’era stata un’offerta economica per chiudere la vertenza: «È vero che mi è stata fatta un’offerta dal circolo, ma era bassissima. Io non ho accettato, ma non è vero che ho fatto una controfferta spropositata, anche perché accettare significava confermare ciò di cui sono accusata».
E se il tribunale dovesse darle ragione e disporre il reintegro «non ci sarebbe più lo spirito di una volta, ormai si è deteriorato un po’. Però io ho altri dieci anni di mutuo da pagare». E inevitabilmente un pensiero va al marito, che ancora lavora al circolo: «Se siamo preoccupati? Io sinceramente sì, un po’ sì».
IL CIRCOLO ESCLUSIVO IN RIVA AL TEVERE E IL LICENZIAMENTO DELL’INSERVIENTE CHE «HA DATO DEL TU»
Estratto dell'articolo di Giuseppe Di Piazza per il "Corriere della Sera"
fuochi d artificio per festeggiare i 100 anni del circolo canottieri roma (4)
«Dico talvolta: Ciao, gatto!, e poi mi vergogno di avergli dato del tu», confessava Giorgio Manganelli, raffinatissimo scrittore devoto all’uso del «lei». Diciamolo subito, Manganelli in vita sua non è mai stato iscritto al Circolo Canottieri Roma. Altrimenti avrebbe avuto poco di che vergognarsi: lì il «tu» è obbligatorio quantomeno tra soci e annessi animali.
Ma il personale, nel prestigioso sodalizio di cui ha fatto parte persino un presidente della Repubblica della statura di Carlo Azeglio Ciampi, al contrario deve dare rigorosamente del «lei» ai signori e alle signore.
Dietro questa regola, non scritta ma in vigore da sempre tra le mura e nei giardini del bellissimo circolo in riva al Tevere, è sorta una questione che finirà in tribunale. Il 7 giugno scorso un’addetta alle pulizie di nome Samantha, veracissima romana sui cinquanta, si sarebbe rivolta scortesemente col «tu» a una socia a bordo piscina per di più lanciandole contro un asciugamano.
il presidente del circolo canottieri roma massimo veneziano e nicola pietrangeli foto di bacco
La donna, che ha denunciato il fatto ai vertici del Canottieri, è una manager, moglie di un noto medico del Policlinico Gemelli e, al momento dei fatti, era incinta. Dopo qualche mese e dopo una breve istruttoria, la dipendente è stata licenziata per giusta causa. E lei, dopo aver rifiutato un’offerta economica da parte del circolo, ha fatto prontamente ricorso.
Ora, a leggere le carte, si capisce che la questione del pronome in questa vicenda di lavoro è soltanto un corollario (la donna aveva ricevuto per anni lettere di richiamo per varie inadempienze). Ma resta in ogni caso la parte più gustosa. Innanzi tutto perché — se non ci fossero di mezzo un posto e uno stipendio — farebbe sorridere: a Roma la gente dà del «tu» per principio, e a chiunque, a cominciare da Papi, principi e premier.
massimo veneziano presidente del canottieri roma e giampiero galeazzi foto di bacco (2)
Cosa volete che sia l’episodio a bordo piscina del Canottieri? Beh, in verità non è questione da poco. Sentiamo il presidente del circolo, Paolo Vitale, commercialista di 73 anni: «Qui da noi tutti devono darsi del “tu”, e non è una scelta: un socio 14enne doveva darlo persino al presidente onorario appena scomparso, il grande Nicola Pietrangeli. Poi, certo, al personale dovremmo rivolgerci con il “lei”. Ma lì spesso scappa il “tu”…».
Aggiunge il suo predecessore, Massimo Veneziano, amministratore delegato di Titanus, che nel pedigree d’azienda ha anche la produzione di capolavori come Il Gattopardo e Poveri ma belli: «La questione a essere sinceri c’è. A noi capita di dare del “tu” ai dipendenti e a qualche dipendente scappa il “tu” verso i soci. Io non me la prendo: qui ci sono nato, mi hanno visto bambino e capisco che non possono cambiare le abitudini solo perché sono cresciuto… Cosa so della dipendente licenziata? Beh, avevamo problemi con lei già dieci anni fa, quando ero presidente io».
[...] Che si chiamino Canottieri Roma o Canottieri Lazio, Aniene o Tevere Remo, Esteri o Enel, è lì che da sempre si fanno le cene, si trattano gli affari, si stringono le alleanze. È così davvero? «I circoli storici romani sono molto diversi dalla caricatura che qualche volta se ne fa», dice Stefano Brusadelli, giornalista e scrittore, socio fin da ragazzo del Canottieri Roma.
[...] «Comunque sia, in questa causa la questione dei pronomi è marginale, glielo posso assicurare», dice l’avvocato Francesco Bronzini, che difende Samantha. «E la sanzione scelta, il licenziamento, è del tutto sproporzionata. La verità è che da parte del circolo si è voluto ingigantire una piccola cosa con lo scopo di alleggerire il numero dei dipendenti».
giuseppe conte antonello venditti al canottieri roma 5
[...] E tra i soci onorari del Canottieri Roma, come da statuto, c’è anche il sindaco, Roberto Gualtieri. «Ieri era qui», conclude il presidente Vitale, «e s’è allenato come sempre. L’ho salutato: ciao sindaco! Se era imbarazzato? No, non mi sembrava imbarazzato». Almeno questo.
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