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ISRAELE HA UN PROBLEMA: NELLE COMUNITÀ EBREE ULTRA-ORTODOSSE IL VIRUS È FUORI CONTROLLO E I RABBINI SI RIBELLANO ALLA QUARANTENA – GLI INGERMIERI SONO STATI PRESI A SASSATE DAGLI STUDENTI DELLE SCUOLE RELIGIOSE A GERUSALEMME, NETANYAHU È IN DIFFICOLTÀ E NON VUOLE ESSERE ACCUSATO DI DISCRIMNAZIONE, MA…

 

Davide Frattini per www.corriere.it

 

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Gli infermieri scesi dall’ambulanza per raccogliere i campioni da portare in laboratorio sono stati respinti a sassate dagli studenti delle yeshiva, le scuole religiose, nel quartiere Mea She’arim a Gerusalemme. La città di Bnei Brak confina con Tel Aviv, i palazzi dell’una attaccati a quelli dell’altra. Eppure tra i 200 mila abitanti gli infettati dal Covid-19 sono già 508contro i 261 della metropoli su Mediterraneo che ha il doppio della popolazione.

 

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Il governo israeliano si sta rendendo conto che le aree più complesse da gestire sono quelle dove vivono in maggioranza le famiglie ultraortodosse. I rabbini si sono piegati tardi e controvoglia all’ordine di ridurre gli assembramenti: la polizia fatica a imporre la quarantena obbligatoria in tutto il Paese, ancora sabato notte il funerale di un rabbino a Bnei Brak ha portato migliaia di seguaci nelle strade al punto che il sindaco della laica Ramat Gan ha chiesto di imporre il coprifuoco nella città vicina.

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Etgar Keret: mia moglie è una roccia

Il primo ministro Benjamin Netanyahu si è sottoposto per la seconda volta al tampone (tutti e due negativi) e ha comunque deciso di rimanere in auto-isolamento dopo che Rivka Paloch, sua consigliera proprio per le questioni religiose, è risultata positiva assieme al marito. Dell’alleanza di governo fanno parte i partiti ultraortodossi, uno dei leader – Yaakov Litzman – è il ministro della Sanità. Ha chiesto la chiusura totale di Bnei Brak, sa però che Netanyahu è impegnato nelle trattative per formare una coalizione e ha bisogno dei deputati religiosi: per ora il premier in carica ha promesso un generico «rafforzamento delle imposizioni» in alcune zone, vuole evitare che la quarantena più dura venga per gli haredim venga percepita come una discriminazione.

 

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I casi totali in Israele sono oltre 5500, i morti 21. Gli ultraortodossi rappresenterebbero quasi la metà dei pazienti nei quattro ospedali più grandi. Gli esperti del ministero della Sanità spiegano al quotidiano Haaretz che la maggiore incidenza è causata anche dalla mancanza di informazioni: «I giovani delle yeshiva non usano gli smartphone, di sicuro non sono connessi a Internet e non hanno la televisione. Stiamo cercando di lanciare l’allarme: affiggiamo manifesti sui muri e passiamo per le vie trasmettendo messaggi dagli altoparlanti».

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