1. ITALIA, IL RELITTO PERFETTO! DAL ROTTAME DELLLA CONCORDIA AL ROTTAMATORE MATTEUCCIO RENZI CHE FA IL BULLO CON QUELLO CHE RESTA DI BERLUSCONI, COME SE DAVVERO SI VOTASSE DOMANI. MENTRE INVECE È GIÀ STATO DECISO ALTROVE (A FRANCOFORTE, A BRUXELLES, A BERLINO, A WASHINGTON E ALLA BORSA DI LONDRA) CHE CI TERREMO FINO A NUOVO ORDINE IL GOVERNINO DELLE LARGHE INTESE DI LETTANIPOTE 2. LA SCUSA È SEMPRE LA SOLITA E SI CHIAMA “STABILITÀ”. MA SE VI GUARDATE INDIETRO NE TROVERETE ANCHE TROPPA. DA ALMENO VENT’ANNI IN ITALIA COMANDA SEMPRE LA STESSA GENTE: GLI AGNELLI, I BERLUSCONI, I DE BENEDETTI, I BENETTON, I TRONCHETTI, I BAZOLI, I DRAGHI, I LETTA, GLI AMATO, I DALEMONI, GLI SCARONI, I DE GENNARO, I MORETTI E, OVVIAMENTE IN CIMA ALLA PIRAMIDE ATLANTISTA, RE GIORGIO BANALITANO 3. ORA “STABILITÀ” SI TRAVESTE DA “INTERESSE NAZIONALE”. E I GIORNALI SI PRESTANO

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a cura di Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota)

1. UN GOLPE BIANCO CHIAMATO "STABILITA'"
Sì, dài, rincoglioniamoci del tutto che tanto nulla cambia. Oggi telecamere accese e paginate di retorica e fastidiosi quanto inutili tecnicismi per il recupero della Costa Concordia, con pezzi che oscillano tra la marchetta e la filosofia d'accatto. E poi, dal rottame al rottamatore, con Matteuccio Renzi che fa il bullo con il povero Berlusconi, come se davvero si votasse domani. Mentre invece è già stato deciso Altrove (a Francoforte, a Bruxelles, a Berlino, a Washington e alla Borsa di Londra) che ci terremo fino a nuovo ordine il governino delle larghe intese di Lettanipote.

La scusa è sempre la solita e si chiama "stabilità". Nessuno spiega in che cosa consiste e c'è il sospetto che sia una parola vuota. Pare che ci sia sempre bisogno di "stabilità", ma se vi guardate indietro ne troverete anche troppa. Da almeno vent'anni in Italia comanda sempre la stessa gente: i Berlusconi, i De Benedetti, i Tronchetti, i Bazoli, i Draghi, i Letta, gli Amato, i Dalemoni, gli Scaroni, i De Gennaro, i Moretti e, ovviamente in cima alla piramide atlantista, Re Giorgio Banalitano.

Però pare che ci voglia "più stabilità". Il Paese è in evidente declino economico e sociale, le diseguaglianze crescono, tutti i diritti conquistati negli anni a prezzo di dure lotte sono stati cancellati o sono sotto attacco, ma la stabilità delle poltrone di comando è intatta e addirittura si traveste da "interesse nazionale". I giornali, ovviamente, si prestano.

2. SIAMO SOLO SU GOOGLE MAPS
Sia lode e gloria ai compagni scioperati (nel senso che hanno scioperato) del Corriere delle banche, che oggi ci hanno regalato un giornale che nella sua scansione riflette finalmente lo stato delle cose. Non si inizia né con la Concordia, né con Renzi né con le ultime da Hardcore o dal Palazzo romano.

A pagina 2 si comincia subito con le uniche elezioni che contano anche per noi: quelle tedesche. "Trionfo in Baviera, Merkel vede il traguardo. A sette giorni dal voto, il Land cattolico regala la maggioranza assoluta alla Csu". E a pagina 3 ecco l'ultimo aggiornamento sulla corsa per il titolo di "politico più influente del Pianeta": "Sfida per la Fed, si ritira l'uomo di Obama. Annuncio choc di Summers che lascia campo libero a Yellen, la vice di Bernanke".

Ristabilita correttamente la gerarchia delle notizie, si capisce meglio la miseria di Casa Italia descritta in un pezzullo da Bruxelles: "Quei paletti dell'Europa su deficit e spese. Rehn in missione a Roma. Il presidente Barroso ha dichiarato che l'Italia ha bisogno di "stabilità politica sistemica". L'Europa teme che varie misure (Imu, Iva, Cig) potrebbero risultare non sufficientemente coperte" (p. 5).

Ora, alzi la mano chi crede davvero che i 35 saggi rinchiusi a Francavilla a Mare per riformare la Costituzione arriveranno a qualcosa. Però intanto le gazzette dell'euroregime ci regalano bieche ovvietà e parole d'ordine a profusione: "Riforme, più poteri al premier per garantire la stabilità.

I saggi al lavoro su diverse proposte: verso un premio di maggioranza per chi raggiunge il 40%. L'esecutivo Letta uscirebbe rafforzato dalla scelta di un sistema più efficiente" (Stampa, p. 4). L'aggettivo "efficiente" applicato alla Costituzione è proprio rivelatore di quale concezione della democrazia abbiano gli attuali Padroncini del vapore.

3. NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Se dunque dobbiamo vivere per servire "la stabilità", ecco il conto delle medicine. "Aumento Iva, serve un miliardo in 15 giorni. Brunetta: presto il decreto. Fassina: la migliore soluzione è lo stop alle tasse. Duello sul 2014. Probabile l'aggiustamento dei conti quest'anno ma è scontro nella maggioranza sugli impegni per il 2014" (Corriere, p. 5).

Poi ci sono i sogni, spacciati con grande leggerezza dal Messaggero di oggi: "Meno tasse sulle tredicesime. Il piano per la riduzione del cuneo fiscale prevede aumenti nelle buste paga del 2014" (p. 1). Sì, avete letto bene, stiamo parlando di caramelline promesse nel dicembre 2014. In cambio di cosa? Ovviamente dell'appoggio al governino di Lettanipote.

4. CRISI PRIVATA, COLPA PUBBLICA
La crisi attuale è una crisi di debito privato, creata dalla droga del credito facile, con banche che hanno prestato soldi a capocchia e privati che non riescono a restituirli. Però una banda di economisti di regime e di commentatori a gettone insiste da anni a farla passare per una crisi del debito pubblico, mentre i loro danti causa portano a casa salvataggi bancari con soldi pubblici (appunto, bella coerenza).

I giornaloni di Lor signori non arrivano a collegare fili evidentissimi in qualunque tabella della Bankitalia neppure quando, per sbaglio, si occupano dei veri problemi. Come la Stampa di oggi: "Anche le famiglie smettono di pagare. L'epidemia di chi non salda i conti si estende dalle aziende (indebitate per mille miliardi) ai privati" (p. 14). In una paginata simile pensate di trovare un qualche accenno, tanto per dire, a Findomestic? No, e neppure a certe grosse aziende del Nord che strangolano i fornitori pagando a 300 giorni.

Inchiesta interessante, invece, su Repubblica: "La ripresa c'è ma non per tutti. Dura selezione tra le imprese. Più soldi, niente assunzioni. Lo Stato comincia a pagare, le banche ancora no. C'è chi fa un patto con i dipendenti: niente Cig ma salari pagati in ritardo" (pp. 10-11).

5. NANO DECADENCE
Impegnati in uno sterile gioco del cerino, Pdl e Piddimenoelle si preparano al voto di mercoledì sulla decadenza da senatore del Noto Evasore Berlusconi Silvio, vero campione nazionale di senso civico. Il Giornale di Paolino Berlusconi annuncia: "Berlusconi prepara la sfida: pronto un nuovo video tv. Nel messaggio ci sono le risposte all'assalto giudiziario, il futuro del governo, la nuova Forza Italia. Ieri pranzo a Macherio con l'ex moglie Veronica. Il Cavaliere torna nella capitale dopo oltre un mese trascorso ad Arcore" (p. 3).

Retroscena di Ugo Magri per la Stampa: "Berlusconi, niente crisi di governo ma il partito sarà affidato ai falchi. Se verrà votata la decadenza farà un discorso contro le toghe, confermerà l'appoggio a Letta e liquiderà le colombe. Forza Italia a Verdini e Santanchè. Chi è nell'esecutivo resterà fuori dall'organizzazione interna e viceversa. Accanto al mago dei collegi ci saranno Bondi, Capezzone e Crimi" (p. 5).

Repubblica la mette così: "Berlusconi ora accelera su Forza Italia. A giorni il rilancio del vecchio marchio. Ieri pranzo con Veronica. ‘Preparano blitz sugli spot Mediaset" (p. 7). Sul Messaggero, retroscena in solitaria: "Letta boccia l'appoggio esterno. Il rischio-crisi rinviato a ottobre. Un ministro azzurro ha riproposto l'ipotesi. La risposta del premier: piuttosto mi dimetto" (p. 5).

6. AVVISO AI NAVIGATI
Grazie alla rubrica "La stanza dei bottoni" sul CorrierEconomia apprendiamo che domani riappare in pubblico a Milano l'avvocatona Paola Severino, quella la cui legge è improvvisamente diventata incostituzionale. I cronisti di buona volontà sono pregati di andare al Piccolo Teatro e assediare l'ex ministro della Giustizia con le loro domande sulla decadenza del Nano. Sempre che Re Giorgio abbia tolto il nastro isolante dalla bocca della Severina.

7. SPOSTANDO RENZI SEMPRE PIU' IN LA'
Vorrebbero ma non possono, dalle parti di Largo Fochetti. Oggi titolone a tutta prima: "Renzi: se si vota asfaltiamo il Pdl". E poi grande spazio all'ultimo sondaggio: "Pd al 28 per cento, Pdl 2 punti dietro. Renzi in pole per Palazzo Chigi ma è un'Italia senza maggioranze" (p. 2). Soprattutto, è un'Italia in cui Re Giorgio non vuole che si torni a votare. E di fronte al sovrano del Quirinale anche la Repubblica degli Illuminati si ferma, abbassa la luce e s'infila le babbucce.

Sulla Stampa, lo scapigliato Geremicca osserva giustamente che "la routine da segretario di partito potrebbe fargli perdere appeal elettorale" ("Il rottamatore a rischio logoramento", p. 6), mentre Carlo Bertini racconta l'ennesima giravolta suicida dei vecchi babbioni: "I congiurati anti-Matteo: ‘In caso di crisi, primarie solo per la premiership'. Bersaniani e dalemiani tentati dal blitz per tenersi il partito. Si punta a far votare la ‘clausola di tutela' insieme alla data del congresso" (p. 7). Il Corriere, pur di aiutare Lettanipote rispolvera un vecchio arnese come Giriago De Mita e gli fa dire che "cacciare il Cavaliere non ci riporterà alle antiche virtù" (p. 10). Che ovviamente non sono le sue.

8. MA FACCE RIDE!
"Noi seduti a terra per passione", dice Grissino Fassino, fotografato al comizio torinese di Renzie (Repubblica, p. 6). Ne siamo contenti, caro compagno "Abbiamo una banca". Dopo che sei stato beccato sulla barca di Abramo Bazoli in Grecia, temevamo che la tua nuova passione fosse il mare.

9. OH, SAN NATTINO!
Bisogna leggerselo tutto, il pezzo del Corriere sulle rivelazioni di monsignor Scarano, per scoprire che la vera notizia non è nel titolo. Vi si racconta di un presunto aggiotaggio sui propri titoli da parte del banchiere Nattino, quello di banca Finnat. Storia parecchio interessante, se sarà confermata, e che non potrà non avere esiti penali. Purtroppo l'articolo è cucinato così: "Le rivelazioni del prelato. ‘Soldi nascosti sui conti'. Scarano: per il riciclaggio usati depositi ‘laici'" (p. 23).
Sulla Stampa, utile retroscena di Galeazzi: "Francesco prepara il ribaltone. Un solo ente gestirà i beni del Vaticano" (p. 13).

10. NON AVRAI ALTRA LEGGE CHE IL CODICE IBAN
"Dalle inchieste parallele su Mps e Carige continua a venir fuori un verminaio putrido, dove il malaffare economico e il malcostume politico si intrecciano irrimediabilmente. Un consociativismo bipartisan così miserabile, e un capitalismo di relazione così impresentabile, forse esistono solo in Italia".

Su Affari&Sfiganza di Repubblica, Massimo Giannini prende a scudisciate non solo le due banche di Siena e Genova, ma anche i due partitoni che non a caso ci governano. Poi, certo, sarebbe tutto più credibile se il commento dal titolo "Governance, i peccati della grande finanza" non fosse affidato a Rainer Masera, che oltre a una storia personale di "grande finanza", oggi è il presidente di Banca delle Marche.

colinward@autistici.org

 

SILVIO BERLUSCONI CARLO DE BENEDETTISilvio berlu BERLUSCONI CARLO DE BENEDETTIagnelli berlu LETTA E napolitano Giorgio Napolitano e Enrico Letta MARIO DRAGHI MERKEL MARIO DRAGHI E ANGELA MERKEL janet yellen OLLI REHN SIlvio Berlusconi e Veronica LarioCapezzone Paola Severino MATTEO RENZI ALLA FESTA DEL PD DI MODENA w ric40 ciriaco demitaFASSINO E BAZOLI IN BARCA Giampietro Nattinoscarano RAINER MASERA