NO AL RAZZISMO, SÌ AL MASCHILISMO? THURAM VIENE ACCUSATO DALLA EX DI PERCOSSE, MA POI LEI CI RIPENSA

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Alberto Mattioli per "La Stampa"

Sarebbe stato davvero troppo imbarazzante. Per lui, l'eroe nazionale denunciato per «violenza coniugale» dall'ex compagna; per François Hollande, che martedì all'Eliseo gli deve appuntare sulla giacca la croce da ufficiale della Legion d'onore; e per la Francia, che lo ama per le sue battaglie quando ancora giocava a calcio e per quelle contro il razzismo quando ha smesso.

Lui è il nero Lilian Thuram, 42 anni, popolarissimo ex calciatore titolare del record di presenze in Nazionale (in tutto 142) e di una Coppa del mondo nel ‘98, poi icona della lotta per l'uguaglianza, fondatore e presidente della Fondazione Thuram-Educazione contro il razzismo. Ha convissuto per sei anni (e fatto due figli) con Karine Le Marchand, 45 anni, conduttrice tivù di buona fama specie da quando presenta «L'amour est dans le pré», insensato reality show sui contadini che cercano l'amore fra il trattore e le vacche. I due sono separati da qualche mese: lo ha annunciato alla nazione lei, durante una trasmissione radiofonica.

Però, come anticipato dal settimanale gossipparo «Closer» e confermato da fonti poliziesche, il 4 settembre madame Le Marchand ha presentato al commissariato del XVI arrondissement (il più chic di Parigi) una querela contro Thuram. Accusava l'ex difensore di Parma, Juventus e Barcellona di averla presa per i capelli e sbattuta contro il frigorifero «per tre volte». Il mito nazionale sarebbe, insomma, il solito maschio manesco, una figura tristemente nota anche in Francia dove nel 2011 sono state 122 le donne uccise dai congiunti.

Poi madame Le Marchand ci ha ripensato e la sua avvocatessa ha fatto sapere a mezzo agenzie che non solo la sua cliente ritirerà la querela, ma deplora che la sua vita privata sia diventata pubblica e considera Thuram «una persona esemplare, dai valori morali molto forti e dalle battaglie sincere e nobili».

Insomma, Thuram è scagionato. Meglio così, anche per la République. Giorni fa, il ministro dell'Educazione nazionale, Vincent Peillon, lo aveva voluto al suo fianco alla presentazione della Carta della laicità a scuola. E dopodomani Hollande potrà decorarlo con la coscienza serena.

 

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