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R.I per Il Messaggero
La decisione era scontata ed è arrivata venerdì scorso: la commissione tecnico scientifica dell'Aifa (agenzia italiana del farmaco) ha espresso parere favorevole alla somministrazione della quarta dose del vaccino anti Covid per i pazienti gravemente immunodepressi che abbiano completato il ciclo primario (vale a dire le tre iniezioni). Il parere è stato inviato al Ministero della Salute. Secondo gli esperti di Aifa la quarta dose per i pazienti con una scarsa risposta immunitaria va considerata alla stregua di un booster, di un richiamo, come la terza iniezione per il resto della popolazione. Saranno usati solo vaccini a mRna, dunque Moderna e Pfizer.
A quante persone sarà rivolta questa nuova campagna vaccinale? A una minoranza, circa tre milioni. Intanto negli Stati Uniti, secondo una anticipazione del Wall Street Journal, la Fda (l'equivalente dell'Aifa negli Usa) sta valutando l'autorizzazione alla somministrazione di una quarta dose di vaccino anti covid in autunno. Anche Israele ha iniziato da tempo la campagna delle quarta dosi, mentre anche altri Paesi europei hanno già dato il via ma solo per i fragili (in Spagna ad esempio da metà gennaio).
TEMPI Ma quando si cominceranno le prime somministrazioni? Spiega l'assessore alla Salute del Lazio, Alessio D'Amato: «Attendiamo le disposizioni del ministero e della struttura commissariale per la platea interessata». Secondo il professor Fabrizio Pregliasco dell'Università statale di Milano «è giusta la decisione sulla quarta dose di vaccino anti-Covid alle persone immunodepresse; per il resto della popolazione in questo momento non è praticabile in termini di accettazione e di organizzazione, oltre che non supportata da evidenze sufficienti, come più volte ribadito dall'Agenzia europea del farmaco Ema».
PRUDENZA Dice il coordinatore del Comitato tecnico scientifico, il professor Franco Locatelli: «Per quanto riguarda la quarta dose, se il discorso si riferisce alla popolazione generale non ci sono dati per poter dire né che si farà, né che non verrà considerata. È invece diverso il discorso per i soggetti immunodepressi, i quali hanno già ricevuto tre dosi di vaccino, la terza delle quali anche a distanza ravvicinata dalla seconda.
Per questi soggetti immunodepressi una quarta dose va letta correttamente come booster e come strategia per proteggerli ulteriormente». L'ultimo report dell'Istituto superiore di sanità conferma che «i non immunizzati finiscono in ospedale 9 volte di più di chi ha ricevuto tre iniezioni; e il booster protegge in oltre sei casi su dieci dall'infezione e quasi completamente contro la malattia in forma grave».
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