DAGOREPORT – TOH! S’È APPANNATA L’EMINENZA AZZURRINA - IL VENTO DEL POTERE E' CAMBIATO PER GIANNI…
Marco Bresolin per “la Stampa”
Le isole Cayman non sono più un paradiso fiscale. Lo ha deciso ieri l'Ecofin, rimuovendo l'arcipelago caraibico dalla lista nera Ue in cui sono elencate le «giurisdizioni non cooperative a fini fiscali». Nella blacklist entrano invece Anguilla e Barbados, mentre i ministri delle Finanze hanno deciso di togliere dall'elenco anche Oman.
Una scelta che ha scatenato proteste. Al momento restano dunque dodici Paesi nella lista nera stilata dal Consiglio Ue per contrastare le pratiche fiscali aggressive e sanzionare quei Paesi che si rifiutano di collaborare. Nell'elenco ci sono le Samoa americane, Anguilla, Barbados, Figi, Guam, Palau, Panama, Samoa, le Sychelles, Trinidad e Tobago, le isole Vergini americane e Vanuatu.
33. grand cayman, isole cayman
Esiste anche una sorta di «lista grigia» in cui figurano i Paesi che hanno preso impegni per migliorare la loro trasparenza fiscale e favorire una tassazione più equa in linea con gli standard internazionali. Molti di questi non hanno rispettato le scadenze, ma l'Ue ha deciso di chiudere un occhio e di prorogare i termini a causa della situazione internazionale dovuta alla pandemia.
Escono invece dalla lista grigia la Mongolia e la Bosnia-Erzegovina, dopo che i due Paesi hanno depositato gli strumenti di ratifica della Convenzione Ocse sulla mutua assistenza amministrativa in materia fiscale. Le Cayman sono state cancellate dalla blacklist per aver adottato nel 2020 una serie di riforme che riguardano i fondi di investimento, mentre l'Oman è stato premiato per aver emanato una nuova legislazione che consente lo scambio automatico di informazioni e per aver intrapreso tutte le misure necessarie per favorire la condivisione delle informazioni con tutti i Paesi Ue.
Diverso invece l'atteggiamento di Anguilla e Barbados, inserite nell'elenco delle giurisdizioni non cooperative dopo la pubblicazione dei rapporti del Forum globale sulla trasparenza e lo scambio di informazioni a fini fiscali: il loro rating è stato declassato a «non conforme» (Anguilla) e «parzialmente conforme» (Barbados).
Per Oxfam, però, non basta: «Se la lista nera vuole mantenere credibilità - attacca l'ong che si batte cntro la povertà globale - l'Ue deve includere tutti i Paesi che operano come paradisi fiscali, compresi quelli con aliquote d'imposta sulle società pari a zero e quelli in cui gli investimenti aziendali superano il livello dell'economia reale». Critici anche i socialisti-democratici al Parlamento europeo: «Sono scioccato da questa decisione - ha commentato Pedro Marques -. I criteri usati dall'Ue chiaramente non funzionano".
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