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Alberto Mattioli per “la Stampa”
Non sono nemmeno spariti perché proprio non sono mai arrivati, almeno in quantità sufficiente. Ma i vaccini antinfluenzali, in Lombardia più rari del panda, si trovano senza problemi appena al di là della frontiera, nel Canton Ticino.
Basta fare «la gita a Chiasso», come la chiamava Arbasino, per tornare vaccinati, se non dal Covid, almeno dall'influenza di stagione. E anche spendendo meno che nel favoloso mondo della sanità lombarda.
Così, le farmacie elvetiche sono prese d'assalto dagli italiani delle provincie vicine, soprattutto Como e Varese, ma anche Milano. Per la verità, non è che i lombardi senza vaccino abbiano aspettato adesso per provare a rifornirsi in Svizzera. Racconta «La Provincia di Como» che nelle farmacie di Chiasso arrivavano telefonate fin da ottobre e novembre, con una media di richieste salita in certi momenti fino a duecento al giorno.
Quel che era impossibile era soddisfarle, perché le autorità ticinesi avevano stabilito che si dovesse prima concludere la campagna di vaccinazione del Cantone (iniziata a settembre a terminata a fine novembre) e che per ottenere la dose fosse necessaria la ricetta di un medico della Confederazione: prima gli svizzeri, insomma.
Adesso che loro si sono vaccinati più o meno tutti, è diventata valida anche la ricetta italiana e molti hanno iniziato ad espatriare per farsi vaccinare. Risparmiando anche un bel po' di soldi, perché la dose di vaccino in Svizzera costa più o meno 20 euro, nelle strutture private di Milano (le uniche dove si trova) fino a 65. I farmacisti di Chiasso raccontano che in questi giorni stanno smaltendo le prenotazioni arrivate dall'Italia in ottobre, ma pare che ci sia ancora disponibilità.
La questione dei vaccini è così pesante da aver ingenerato anche un duro botta e risposta fra il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, e la Procura di Milano.
La botta di Fontana è contenuta in una lettera ai pm che indagano sull'affidamento di una fornitura di camici, poi trasformato in donazione, alla società del cognato del governatore: «Il timore di intraprendere iniziative o decisioni suscettibili del vaglio di legittimità da parte della magistratura paralizza di fatto l'opera dei funzionari di Aria (la Centrale acquisti della Regione, ndr) che si rifiutano di acquistare a trattativa privata salvo che il presidente Fontana ottenga l'autorizzazione della Procura».
La Procura ha risposto a stretto giro di agenzie con il procuratore aggiunto, Maurizio Romanelli: «L'approvvigionamento dei vaccini, così come di altre forniture pubbliche, è di responsabilità esclusiva della pubblica amministrazione. La Procura non ha alcun ruolo al riguardo. Non è quindi la magistratura che blocca l'azione amministrativa»
FONTANA CAMICE DI FORZA – BY BOCHICCHIOfarmacie nel canton ticino
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