FLASH! - LA DISCESA IN CAMPO DEL PARTITO DI VANNACCI E' UNA PESSIMA NOTIZIA NON SOLO PER SALVINI,…
Estratto dell’articolo di Miriam Di Peri e Giusi Spica per "la Repubblica"
Nella Sicilia assetata, battuta in lungo e in largo dalle autobotti, si è aperta la guerra dell’acqua. Nell’Agrigentino, agricoltori e sindaci di comuni dirimpettai si contendono la diga San Giovanni.
Sulle sponde del fiume Verdura, tra Palermo e Agrigento, quattro comuni sono in lotta con la vicina Ribera che ha ottenuto un prelievo straordinario per irrigare le arance. Addirittura il primo cittadino di Trapani e quello della confinante Misiliscemi litigano su chi dei due deve custodire le chiavi dell’impianto che rifornisce entrambi i territori.
Va così ovunque. Perché nell’isola i letti delle dighe non vengono puliti da decenni e l’acqua utilizzabile — al netto di fanghi e detriti — è insufficiente per tutti. Dei trenta invasi artificiali, a cui sono collegate le reti idriche colabrodo con oltre il 50% di dispersione, dieci sono rimasti a secco. Altri otto contengono al massimo mezzo milione di metri cubi d’acqua.
Complessivamente sono utilizzabili solo per il 10% della loro portata, ovvero 701 milioni di metri cubi.
E se il livello scende ancora, moriranno anche i pesci inquinando quel poco d’acqua rimasta: un allarme che ha fatto già scattare il piano di “deportazione” dei pesci dagli invasi a secco a quelli ancora capienti.I razionamenti imposti all’entroterra per tutta l’estate, nel giro di qualche giorno diventeranno più severi: si va verso erogazioni una volta a settimana.
[…] anche a Palermo aleggia lo spettro del razionamento. Un’emergenza al limite del paradosso: alla diga San Giovanni, in caso di precipitazioni straordinarie, l’acqua piovana in eccesso rischia di finire in mare per l’apertura dei sistemi di sicurezza anti-esondazioni.
[…]
Cronache dalla Sicilia che almeno può festeggiare il via libera alla realizzazione dei dissalatori: tre impianti realizzati negli anni ’90 e dismessi a inizio millennio per i costi spropositati dell’energia elettrica.
Adesso la fumata bianca per rimetterli in funzione: l’intervento (circa 100 milioni) era stato inserito nell’accordo di sviluppo e coesione. Il Mit ha già incaricato la struttura nazionale guidata da Nicola Dall’Acqua per accelerare l’iter burocratico. La parola d’ordine è fare in fretta: il sistema idrico nell’isola finora si è retto sugli invasi, che hanno mostrato i loro limiti nelle ultime estati senza pioggia.
I soldi buttati via negli anni — tre miliardi dai tempi della giunta Cuffaro in poi — non hanno evitato le sconfortanti scene delle autobotti. E i rubinetti a secco. All’inizio dell’estate la Protezione civile ha messo a disposizione 20 milioni: 17 sono stati investiti nella ricerca di nuovi pozzi o nella riattivazione dei vecchi. Ma le risorse che risalgono dal sottosuolo non compensano quelle che mancano in superficie. La nuova frontiera è rendere potabile l’acqua del mare, nell’isola circondata dal Mediterraneo eppure stretta nella morsa della sete.
il new york times sulla siccita in sicilia 4il new york times sulla siccita in sicilia 1il new york times sulla siccita in sicilia 3dissalatori 9dissalatori 7il new york times sulla siccita in sicilia 2dissalatori 5dissalatori 4il guardian sulla siccita in sicilia
Ultimi Dagoreport
DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO…
DAGOREPORT – IL FONDO TI AFFONDA: BLACKSTONE E MACQUARIE, SOCI DI AUTOSTRADE, SONO INCAZZATI COME…
DAGOREPORT – DONALD TRUMP HA IN CANNA DUE ORDINI ESECUTIVI BOMBASTICI, CHE FIRMERÀ IL GIORNO DOPO…
DAGOREPORT - CHI L'AVREBBE MAI DETTO: MASSIMILIANO ROMEO È IL PROTAGONISTA INDISCUSSO DELLA LEGA DI…
FLASH – SUSSURRI E GRIDA! PER IL SUO ULTIMO VIAGGIO UFFICIALE, JOE BIDEN HA SCELTO L’ITALIA: DAL 9…