DAGOREPORT - MARIA ROSARIA BOCCIA COLPISCE ANCORA: L'EX AMANTE DI SANGIULIANO INFIERISCE SU "GENNY…
Estratto dell'articolo di Fulvia Caprara per “La Stampa”
Sui figli d'arte pesano da sempre tre maledizioni. La prima è quella di essere bollati con il marchio del privilegio che, in partenza, li rende poco simpatici alla maggioranza del pubblico, cioè a tutti quelli che non hanno genitori noti e benefici connessi. La seconda è l'inevitabile paragone, essere perennemente valutati attraverso il confronto con padre e madre.
La terza è l'obbligo di gestire la pressione dei media, il lato negativo dell'essere famosi. Per Hopper Jack Penn, erede di Sean Penn che, con la sorella Dylan, recita nel film di Clarence Fuller Signs of love, accettare l'aspetto scomodo della fama è stato fin dagli inizi un compito spinoso: «[…] Sono cresciuto nello stesso modo in cui crescono tutti, l'unico aspetto negativo della mia famiglia è che abbiamo dovuto sempre fare i conti con la mancanza di privacy […]». Malesseri che spesso s'impastano con altri problemi e creano adolescenze sofferte, periodi bui, depressioni, dipendenze.
Non a caso in Signs of love (vincitore della prima edizione del Premio Corbucci, assegnato nell'ambito di Alice nella città, e domani nelle sale con Nori Film), al fianco di Zoe Bleu, figlia di Rosanna Arquette, anche lei nel cast, Hopper Jack Penn, 30 anni, occhi grigi malinconici, spiccata somiglianza con il padre, interpreta Frankie, vittima di una famiglia disfunzionale, nel sobborgo di Port Richmond, a Philadelphia, con un padre tossico, una sorella maggiore alcolizzata, amici divisi tra spaccio e microcriminalità: «Mi sento molto vicino al personaggio di Frankie, anche se le mie esperienze sono lontane anni luce dalle sue, ho avvertito, nei suoi confronti, delle affinità. In passato ho attraversato momenti difficili, ho fatto degli errori, ho vissuti conflitti, poi però, ne sono venuto fuori cambiando totalmente il corso della mia vita […]».
D'altra parte, fa notare Zoe Bleu, «nessuno può scegliere dove nascere. Io e Hopper veniamo da famiglie famose, ma non è questa la caratteristica che ci definisce o che ha creato la nostra morale, le nostre aspirazioni, il desiderio di diventare persone migliori o di cambiare il mondo in cui viviamo».
Pensieri simili avranno attraversato la mente di Lily-Rose Depp, figlia di Johnny e di Vanessa Paradis […] «I miei genitori – dice Lily Rose Depp – hanno fatto di tutto per farmi vivere un'infanzia normale, ma è chiaro che non possa essere stata come quella di tutti gli altri. Però è anche l'unica che ho potuto vivere e quindi ho dovuto imparare a accettarla». […]
Certi retaggi restano fermi nel tempo, nel bene e nel male: «Una delle ragioni per cui ho accettato questo riconoscimento – ha dichiarato Isabella Rossellini, pronta a ricevere oggi il David Speciale, durante la 68esima edizione del premio – è stata nel non essere considerata "la figlia di", "la moglie di". Ho adorato i miei genitori, mi sono sposata con grandi registi, ma basta con questo modo di definire le donne sempre come un riflesso di altre persone».
[…]
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