violenze nel carcere minorile cesare beccaria

L'ISTITUTO BECCARIA, UN CARCERE MINORILE FORMATO LAGER - SONO 51 GLI INDAGATI NELL'INCHIESTA SUI MALTRATTAMENTI AVVENUTI NEI CONFRONTI DEI GIOVANI DETENUTI DELLA PRIGIONE DI MILANO. TRA LORO ANCHE L'EX DIRETTRICE MARIA VITTORIA MENENTI, CHE AVREBBE ASSISTITO, SENZA DENUNCIARLI, AD ALCUNI PESTAGGI - IL DIRETTORE SANITARIO VITTORIO NINNO SAPEVA DELLE VIOLENZE DEGLI AGENTI: "DOVREMMO SCRIVERE IN PROCURA... MA NON LO ABBIAMO MAI FATTO!" - LE INTERCETTAZIONI DEI SECONDINI: "DEVONO MORIRE", "GLI HO DETTO 'TI STRAPPO IL CUORE'", "HANNO INGOIATO LE PILE PER ROMPERE IL CAZZO. LI HO RIEMPITI DI MAZZATE..."

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

L'INFERNO BECCARIA "CONNIVENZA E OMERTÀ ANCHE DA CHI DIRIGEVA"

Estratto dell'articolo di R.D.R. per “la Repubblica – Edizione Milano”

 

Gettato per terra, faccia in giù, le ciabatte ai piedi, le manette dietro la schiena. Urla e chiede aiuto ma per quattro ore resta così, senza cibo né acqua. Ha solo 16 anni, è un detenuto del centro di prima accoglienza del Beccaria. È agitato e per calmarlo gli agenti lo pestano. Sono loro a raccontarlo, intercettati:

VIOLENZE NEL CARCERE MINORILE CESARE BECCARIA - 1

 

«L'abbiamo ucciso, massacrato proprio». I segni sul viso e sulla schiena lo confermano. Durante le botte, «mi sono accorto che c'era qualcuno con il telefono che forse mi stava riprendendo», confida il ragazzo agli investigatori.

 

La sua foto mentre è trattato come uno straccio è tra i nuovi atti dell'inchiesta sulle violenze nel carcere minorile Beccaria. Gli indagati sono 51, i reati vanno dalla tortura ai maltrattamenti, dalle lesioni al falso.

 

In novecento pagine di informativa della squadra Mobile guidata da Alfonso Iadevaia, coordinata dalle pm Rosaria Stagnaro e Cecilia Vassena, titolari dell'inchiesta, si ricostruisce cos'è stato l'istituto per minori tra il 2021 e il 2024. Tra le sue mura c'era un «sistema endemico, deputato all'uso spregiudicato e gratuito della violenza da parte di numerosi agenti di polizia penitenziaria».

rivolta al carcere minorile cesare beccaria 21

 

Sistema «agevolato dalle coperture dei comandante e dai sanitari, infermieri e medici», e poi dalla «connivenza e omertà degli organi direttivi». Centinaia le pagine dedicate alle omissioni.

 

Per questo reato è indagata l'ex direttrice Maria Vittoria Menenti: «Non solo era informata, ma addirittura ha assistito al pestaggio di un detenuto». Ammanettato e picchiato, specialità della casa. Un'altra ex direttrice, Cosima Buccoliero, secondo quanto emerso ha «chiesto numerose volte alle educatrici di cambiare le loro relazioni professionali». Anche l'ex comandante della Penitenziaria Francesco Ferone sapeva delle violenze, e «avrebbe poi aiutato e coperto gli agenti» per nascondere quanto era veramente successo a un altro detenuto.

 

VIOLENZE NEL CARCERE MINORILE CESARE BECCARIA

Sapeva, secondo gli investigatori, il direttore sanitario Vittorio Ninno mentre un infermiere oggi indagato si sfoga con una collega (sempre intercettato): «La legge dice» che se «vediamo i pestaggi ai detenuti dobbiamo scrivere in procura...e non lo abbiamo mai fatto!». [...]

 

NELLA STANZA DELLE BOTTE "GLI AGENTI CI LASCIAVANO LÌ DOPO AVERCI PICCHIATO"

Estratto dell'articolo di Rosario Di Raimondo per “la Repubblica – Edizione Milano”

 

I ragazzi la chiamano «la stanza del picchio». Oppure lo «scantinato». Una sorta di cella di isolamento. Senza finestre né luce. Un «luogo di punizione», ricostruiscono gli investigatori della squadra Mobile, sulla base delle parole dei detenuti.

 

CARCERE MINORILE BECCARIA DI MILANO

Sono 33 quelli che le pm Rosaria Stagnaro e Cecilia Vassena, dopo il via libera della gip Nora Lisa Passoni, sentiranno con la formula dell'incidente probatorio: audizioni protette per cristallizzare i loro racconti, trasformarli in prove, mettere altri punti fermi nell'inchiesta sulle presunte torture nel carcere Beccaria ad opera degli agenti di polizia penitenziaria.

 

Dalla montagna di atti depositata in queste settimane, tra volti coperti di lividi e immagini di giovanissimi in attesa di essere visitati in ospedale dopo le botte, spunta una foto. Raffigura una piccola stanza. Marco (nome di fantasia) oggi ha 19 anni. Non è più un recluso dell'istituto minorile. Ma a verbale fa riferimento a quei pochi metri quadri. Gli chiedono: sei mai stato picchiato dagli agenti?

CARCERE MINORILE BECCARIA DI MILANO

 

«Sì, una volta. Ho ricevuto uno schiaffo che mi ha lesionato un timpano», dopo aver litigato con il compagno di cella. «Mi hanno fatto scendere nello scantinato, c'è una porta, un sottoscala. Sono stato lì senza maglietta, scalzo, almeno mezz'ora. La stanza è senza finestre, tre pareti e il tetto spiovente, è uno sgabuzzino. Non c'è nulla dentro.

 

Ha solo un interruttore per la luce. È stato il capoposto a portarmi giù, spingendomi e tirandomi. Ero solo con le calze e i pantaloni». Annota la polizia che questa stanza è più volte citata dai detenuti «come luogo di punizione in cui venivano accompagnati in occasione degli eventi critici».

[...]

 

L'inchiesta è ormai pubblica e lui spiega il clima di omertà dietro le sbarre col fatto che forse i detenuti «un po' di botte se le meritano quando fanno gli str...». Interrogato dai magistrati, ribadisce il concetto con altre parole: «Che qualche volta qualcuno abbia preso un ceffone è successo, però nella linea del contenimento, anche perché talvolta certi ragazzi sono incontenibili».

 

INCENDIO CARCERE MINORILE BECCARIA MILANO

In questo contesto un giovane che chiameremo Ahmed ammette le proprie responsabilità per aver insultato e aggredito un poliziotto penitenziario. Ma aggiunge: «Nel giugno del 2023 sono stato picchiato da cinque agenti dopo essere stato condotto all'interno della stanza del picchio». Di nuovo lo scantinato.

 

Non è l'unico metodo. Un detenuto che cerca di impiccarsi viene picchiato in bagno: «I miei compagni hanno chiamato gli agenti, che mi hanno liberato dalla corda». Uno dei due «mi ha dato schiaffi e mi ha detto: ti mangio il cuore. Ero gonfio in faccia». Di quella vicenda rimane un certificato medico falso.

 

evasione dal carcere minorile beccaria di milano 11

Ancora, due ragazzi, dopo aver danneggiato la cella, vengono raggiunti da quattro o cinque agenti: «Ci hanno picchiati, messo le manette, buttati a terra con le mani dietro la schiena. Siamo scesi dalle scale ed entrati in una cella piccola senza letto e con una piccola finestra. Ci hanno tolto i pantaloni, messo la maglia dietro la testa e lasciati ammanettati per tutta la notte».

 

Se la ride, l'uomo in divisa, quando il collega gli racconta di un pestaggio e specifica: «Tiene un bombolone in testa enorme». Mentre questo è il dialogo tra due agenti: «Rompono il c..., perché stanno chiusi». E l'altro: «Devono morì».

 

evasione dal carcere minorile beccaria di milano 2

Annuisce il primo: «Sì, sì, assolutamente». Un altro poliziotto racconta la sua avventura: «Praticamente alle 10 di sera, zio, in quattro si ingoiano le pile solo per rompere il cazzo a Natale, capito, per rovinarci di nuovo il Natale. E niente, siamo arrivati un po' tutti così e li abbiamo spaccati di mazzate (...). Io sono entrato zio, stavo uscendo per i c... miei, sono entrato per dieci minuti, ho picchiato chi dovevo picchiare e me ne sono uscito e sono andato sui Navigli». [...]

carcere minorile cesare beccaria 4carcere minorile cesare beccaria 2