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PIÙ CHE LUCIFERO, PARE NERONE! – L’ONDATA DI CALDO A ROMA È DIVENTATA INSOPPORTABILE E CHI E' IN CITTA' S'AGGRAPPA A TUTTO: I NEGOZI CON ARIA CONDIZIONATA, I CUBETTI DI GHIACCIO E BAGNI CLANDESTINI NELLE FONTANE – PER NON PARLARE DEI POVERI TURISTI ARRIVATI NELLA CAPITALE NEL PERIODO PIÙ INSOPPORTABILE DELL’ANNO: AL TOUR DEI MUSEI PREFERISCONO QUELLO DEI "NASONI"
Mario Ajello per “il Messaggero”
I turisti assaltano le fontane. C'è chi lo fa per bagnarsi i piedi, chi s' immerge molto di più e chi addirittura comincia a bere. «Sì, passiamo da una fontana all'altra», racconta un gruppetto di ragazze venute da Como e appena riemerse dalla vasca al centro di piazza Esedra. Il bollino rosso del super-caldo fa venire voglia di azzurro ma a Roma il mare non c'è.
Tocca sopportare a forestieri e indigeni - «fino a quando?» chiedono tutti a tutti mescolando i vicendevoli singhiozzi secchi - una vita a 40 gradi e che tortura. Gli sventati che sotto la canicola vanno in giro nei bar non si salutano più nel solito modo folk: «A bello!» o più spesso «A brutto!». La Roma infuocata ha fatto loro cambiare il saluto che è questo: «Io sto a fa' la colla, e tu?». Più sudore per tutti.
Chi non ama l'aria condizionata è spacciato. E dai garage di Roma Nord, dove s' è rifugiato nell'inutile speranza di un po' di fresco, s' appella al Signore: «Chiedi a Lucifero di smetterla». Ma quello ci gode a farci soffrire. Due amici s' incontrano alla Rinascente di piazza Fiume, diventato una sorta di rifugio anti-atomico per difendersi dalle fiamme capitoline, e questa è la scenetta.
Uno: «Io vorrei scappare in Siberia». L'altro: «Ma non lo sai che anche laggiù quest' estate il caldo sta bruciando i boschi». Il primo: «E allora vado in Alaska». L'altro: «Ma non s' è squagliata anche quella?». Restano alla Rinascente. Nella speranza di poterci anche pernottare se viene garantita loro aria condizionata extra-strong e h24. Al supermercato del Villaggio Olimpico hanno finito i sacchi di cubetti di ghiaccio.
Una ragazza implora un inserviente, come se chiedesse droga: «No, non dovete farmi questo...». «Ma i cubetti di ghiaccio so' finiti», «Dai, qualche rimasuglio mezzo squagliato da qualche parte lo tenete nascosto. Lo pago tutto quello che vuoi». Se esistesse il mercato nero del ghiaccio - quello di casa o è troppo poco o è troppo poco freddo, evidentemente - i prezzi salterebbero alle stelle.
Intanto ai pochi quiriti che cercano di sopravvivere nell'Urbe modello Sahara arrivano le telefonate degli amici dalla Sicilia: «Caro, lo sai che quaggiù le melanzane si friggono da sole? Non serve l'olio bollente, basta l'aria infuocata».
Messaggi che dovrebbero tranquillizzare - in fondo stiamo meglio noi degli altri - e invece no: romani inconsolabili si aggirano o più spesso si rintanano nella Capitale. Qualcuno si spinge all'indicibile: «Avrei preferito una vacanza con mia suocera che questo inferno più bollente degli inferi». I vicini di casa si scambiano confessioni sul pianerottolo: «Io sto da tre ore con i piedi in una bacinella di acqua gelata», «E funziona?», «No», «Prova con due ventilatori, uno davanti e uno dietro». «E funziona?», «Io mi sto squagliando lo stesso».
La granita da Antonini, a Prati, è un brodo prima ancora che riesca compiere il tragitto dalla coppetta alle labbra. Il gelato è già un frappé. Non resta che bersi una paio di bottiglie di vino rosso, almeno da ubriachi si sviene e magari ci si risveglia dopo ferragosto, se intanto Roma non s' è incenerita sotto le vampate del suo calore.
I NASONI
TURISTI PRENDONO D ASSALTO I NASONI ROMA
Lungo via Nazionale starebbero bene le docce (perché negli allevamenti stanno dando alle mucche, per non fargli seccare il latte nelle mammelle, le docce e a noi no?) ma purtroppo non ci sono. Ci si può tuffare di nascosto nella Fontana di Trevi ma se qualcuno filma la scena - e non è Fellini - sono guai.
Davanti alla mega gelateria all'Esquilino è una gara tra ragazzi: goccio prima io o il ghiacciolo? Ma l'importante - le fantasie sono infuocate e impazzite come il clima - è che non cominci a scendere la lava dai Castelli Romani. Sennò tocca scappare via mare come da Pompei, ma qui manca il mare.
I nasoni diventano, in mezzo alla strada, l'unica tappa piacevole per chi si avventura nella via crucis. Poi, a sera, un timidissimo venticello (ma forse è un'illusione) prova ad affacciarsi in alcune parti della caldaia Capitale, ma Lucifero è pronto a incendiare anche quello.
ONDATA DI CALDO A ROMA
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