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L’OSSESSIONE DI NON VOLER INVECCHIARE GENERA MOSTRI – DOPO ESSERSI SFIGURATE CON LA CHIRURGIA ESTETICA, ORA SEMPRE PIÙ DONNE TRA I 40 E I 60 ANNI SOFFRONO DI ANORESSIA, BULIMIA E BINGE-EATING – L’ABBATTIMENTO DEI TABÙ SULL’INVECCHIAMENTO, COSÌ COME L’ILLUSIONE DEL BODY POSITIVITY, È SOLO UNA STRONZATA: LE “PERENNIALS” SONO DONNE CHE NON HANNO ACCETTATO L’IDEA DEL CAMBIAMENTO E VORREBBERO SOLO POTER FERMARE IL TEMPO. ECCO PERCHÉ SI STIMA CHE 9 MILIONI DI DONNE AMERICANE HANNO SVILUPPATO UN DISTURBO ALIMENTARE IN ETA’ ADULTA...
Estratto dell'articolo di Giulia Mattioli per www.repubblica.it
kate inslet penelope cruz julia roberts
[…] sono sempre di più le donne che a 40, 50, 60 anni, iniziano a soffrire di anoressia, bulimia, binge-eating. Ma come mai succede? Perché in un’età in cui mediamente si raggiunge la consapevolezza, la maturità emotiva, la stabilità, molte donne peggiorano il proprio rapporto con il cibo e con la propria immagine corporea? In occasione della Giornata del Fiocchetto Lilla, dedicata alla sensibilizzazione sui disturbi del comportamento alimentare, che ricorre il 15 marzo per ricordare una giovane vittima di queste malattie, Giulia Tavilla, proviamo a riflettere su questo fenomeno.
[…] Una ricerca […] nel 2023 […] stima siano oltre 9 milioni le donne americane che hanno sviluppato un disturbo alimentare superati i 40 anni. Alcune ne hanno già avuti in precedenza, altre li sviluppano per la prima volta. Non solo: il 13% delle donne americane mostrerebbe segni di un DCA sopra i 50 anni, secondo un’altra indagine. E non è certo un problema tutto americano: un sondaggio rileva che il 71% delle donne svizzere di età compresa tra i 30 e i 74 anni vorrebbe essere più magra, nonostante il 73% di loro sia assolutamente normopeso.
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Oggi le donne over 50 stanno riconquistando grandi spazi pubblici: sono modelle, attrici, testimonial di come la bellezza non sfiorisca superati i 30 anni, ma si trasformi. Sono orgogliose portatrici di capelli argentei, e, in alcuni casi (più rari in verità), di rughe. E parlano apertamente di menopausa. Sono le perennials, le mitiche donne la cui età aumenta solo dal punto di vista anagrafico, perché sembrano non invecchiare.
Un fenomeno che se da un lato ha portato ad una nuova consapevolezza, all’abbattimento del tabù dell’aging, dall’altro ha creato un nuovo, ennesimo body standard: “Ci si aspetta che il corpo delle donne non cambi mai, neanche con la menopausa. Questo ci espone alla restrizione e alla stigmatizzazione del peso”, riflette Jessica Wilson, dietologa e specialista in disordini alimentari, a Fortune. Lo ha spiegato bene Cindy Crawford, da sempre considerata una delle più belle donne del mondo: “Non mi piace che mi si definisca ‘senza età’. So di essere invecchiata, è non facile, specialmente in una società ossessionata dalla giovinezza… Perché mai dovrei voler dimostrare 25 anni? Ho due figli adulti, ho una grande esperienza di vita… Sentirmi dire che ‘non sono invecchiata’ mi mette sotto pressione”.
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Emblema delle almond mums è Gwyneth Paltrow, che ha raccontato di nutrirsi solo di “brodo di ossa” a pranzo, per poi concedersi una cena ‘paleo’, ovvero composta solo di proteine e verdura, su base giornaliera. Tra i tanti commenti riportati sui social, diversi evidenziavano la pericolosità di certe affermazioni: “Ciò che viene descritto in questo video è un disordine alimentare. È pericoloso. È mortale. Più di quanto lo possa essere la grassezza. Chi ha potere mediatico lo deve usare bene”. O Yolanda Hadid che, quando la figlia diciassettenne Gigi le racconta di non sentirsi bene, “Mi sento debole, mi sa che in tutto il giorno ho mangiato solo mezza mandorla”, risponde “Mangiane altre due e mastica bene” (conversazione ripresa dalle telecamere del reality show The Real Housewives of Beverly Hills).
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“L'importanza dell’immagine corporea è un elemento chiave nello spingere le donne a tornare o a iniziare un disturbo alimentare”, afferma la dottoressa Bettina Bentley, medico di base presso l’Harvard University Health Services. “Con l’invecchiamento, molte donne sono profondamente disturbate dalla mancanza di controllo sul modo in cui il loro corpo sta cambiando”.
Non è un caso che in tempi recenti spopoli l’uso di un farmaco chiamato Ozempic, che andrebbe prescritto solo alle persone diabetiche e invece viene utilizzato da celebrities e non (si dice che a Los Angeles e Miami lo usino davvero tutte) per perdere peso.
E non è un caso che il film più chiacchierato dello scorso anno sia stato The Substance, che ruota proprio al tema della bellezza – non solo della magrezza – eterna: “Non conosco una donna single che non abbia un rapporto problematico con il proprio corpo", ha affermato la regista e sceneggiatrice Coralie Fargeat. Demi Moore, protagonista del film, nel ricevere il Golden Globe per la sua performance ha fatto un discorso sull’ageismo che in molti hanno considerato toccante, ricordando “Quei momenti in cui pensiamo di non essere abbastanza intelligenti, abbastanza belle, abbastanza magre…”, ma che, a ben vedere, stride un po’ con la sua stessa immagine, ovvero quella di una donna la cui bellezza è letteralmente congelata nel tempo.
Il valore femminile nella cultura occidentale contemporanea è stato associato troppo spesso all’estetica, all’età, e al peso. […]
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