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HO SCOPERTO IL PIACERE NEL BDSM, SOPRATTUTTO NEL DOLORE E NELLA SOTTOMISSIONE, CHE MI FA SENTIRE LIBERO. È NORMALE?” – UN LETTORE SCRIVE A “LEGGO” PER PARLARE DELLA SUA PASSIONE PER IL SADOMASO: “C’È QUALCOSA DI PROBLEMATICO IN QUESTA PRATICA?” – LA RISPOSTA DELLA SESSUOLOGA ROSAMARIA SPINA: “IL BDSM NON È UNA PERVERSIONE. SE NON È VISSUTO CON DISAGIO, SE NON È L’UNICO MODO PER PROVARE ECCITAZIONE, SE C’È CONSENSO, SE SI SVOLGE IN MODO SICURO E SE C’È CONDIVISIONE: NESSUN PERICOLO. SE INVECE…”

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Da www.leggo.it

 

bdsm

«Ho scoperto il piacere nel BDSM, soprattutto nel dolore e nella sottomissione, che mi fa sentire libero». Un lettore - che si firma L. - scrive a Leggo per chiedere aiuto riguardo a questa recente scoperta della sua intimità. Nella rubrica “A Nudo” analizziamo la sua storia grazie al punto di vista della psicologa e sessuologa Rosamaria Spina.

 

Gentile Dottoressa,

Le scrivo per un consiglio professionale riguardo a una confusione nella mia identità sessuale e attrazione, che coinvolge uomini, donne o entrambi. Ho scoperto il piacere nel BDSM, soprattutto nel dolore e nella sottomissione, che mi fa sentire libero. Vorrei sapere se è normale e sano provare piacere in queste pratiche, o se ci possa essere qualcosa di problematico, dato che esulano dalla sessualità tradizionale. La ringrazio molto per il Suo parere, che ritengo importante.

 

Distinti saluti

L.

 

LA RISPOSTA DELLA DOTTORESSA: IL BDSM NON È PERVERSIONE

Gent.le L.,

non le nascondo che il suo messaggio mi incuriosisce molto. Perché collega i dubbi rispetto alla sua identità sessuale con la scoperta dell’interesse per le pratiche BDSM? Certo, è comune che in momenti di esplorazione si intreccino desideri rivolti a uomini e donne, ma le due cose non sono necessariamente collegate: l’orientamento sessuale indica verso chi ci sentiamo attratti, mentre le preferenze sulle pratiche riguardano come viviamo la nostra sessualità.

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Il BDSM, infatti, è trasversale a ogni orientamento.

 

Detto ciò, mi sento di tranquillizzarla: non c’è nulla di anomalo nel provare piacere da dinamiche di dolore o sottomissione. Se guardiamo a ciò che viene definito “tradizionale”, è chiaro che ne usciamo, ma “non tradizionale” non è sinonimo di patologico. Significa semplicemente non convenzionale.

 

Per chiarire: un tempo si parlava di “perversioni”, termine che sottolineava la devianza da una norma morale. Oggi la scienza usa il concetto di parafilia, cioè un tipo di eccitazione legato a situazioni o stimoli meno comuni, fuori dalla norma sociale — non dalla normalità. Il BDSM rientra tra le parafilie, ma non è una perversione.

pratiche bdsm

 

Ovviamente è importante distinguere quando una parafilia resta sana e quando può diventare problematica. Esistono infatti degli indicatori utili per capire in quale contesto ci si muove.

 

Se non è vissuto con disagio, se non è l’unico modo per provare eccitazione, se c’è consenso, se si svolge in modo sicuro e se c’è condivisione: nessun pericolo.

 

Se invece genera disagio in lei o nel partner, se diventa l’unica modalità per eccitarsi o avere rapporti, se porta a situazioni rischiose o prive di consenso, oppure se c’è costrizione — allora sventola una bandierina rossa che merita attenzione.

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Se, stando a queste indicazioni, sente di rientrare nel primo caso, si tranquillizzi: non c’è nulla di sbagliato.

 

Negli ultimi anni tante forme di espressione sessuale sono state sdoganate, ma il terreno resta scivoloso e i dubbi sono comprensibili. Prima di spaventarsi, valuti bene i punti sopra. E se qualcosa la confonde o la preoccupa davvero, un professionista potrà accompagnarla con maggiore precisione.