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DOPO DI ME, IL PEDILUVIO! – GIUSEPPE CONTE HA SMESSO DI IMMAGINARSI A PALAZZO CHIGI, ORA VUOLE SOLO LOGORARE ELLY SCHLEIN PER IMPEDIRE A LEI DI ANDARCI – RONCONE: “SI È MESSO IN TESTA DI ESSERE IL KINGMAKER DEL CENTROSINISTRA. QUELLO CHE DECIDE. CON UN OBIETTIVO PRECISO: IMPEDIRE CHE LA CANDIDATA PREMIER POSSA ESSERE ELLY SCHLEIN. VUOLE LOGORARLA, SMONTARLA MA SENZA TRAUMI APPARENTI, FARLA ROSOLARE NELLA SUA ALTERIGIA. CON IL PASSO INDIETRO DI CONTE, E ANNULLATA LA SCHLEIN, SARÀ INEVITABILE ANDARE SU UN ALTRO NOME. QUALE? A QUESTO, SOTTO TRACCIA, STANNO LAVORANDO ALCUNI TRA I PIÙ POTENTI CACICCHI DEL PD…”
Estratto dell’articolo di Fabrizio Roncone per il “Corriere della Sera”
MENAGE ATREJU - MEME BY EMILIANO CARLI PER IL GIORNALONE - LA STAMPA
Niente ricami, la notizia è questa: Giuseppe Conte ha cambiato strategia. E ha smesso di immaginarsi a Palazzo Chigi. Poi certo che gli piacerebbe un terzo giro. Che discorsi: sono mesi che ci pensa. […] Ma Conte sa bene che con la vanità ci razzoli poco, in politica. E che non esiste l’eden delle ambizioni. […] alla fine ha capito che se il suo progetto primordiale resta forse ancora possibile (in linea puramente teorica), nei fatti è sempre più improbabile. Così ha modificato lo schema di gioco e, adesso, si è messo in testa di essere il kingmaker del centrosinistra.
Quello che decide. Con un obiettivo preciso: impedire che la candidata premier possa essere Elly Schlein. Non ci torno io su quella poltrona, ma non ti ci siedi nemmeno tu.
[…] stiamo parlando di un uomo con una capacità di adattamento fuori dal comune. È ormai un po’ riduttivo paragonarlo a un camaleonte. […] È strepitosa l’abilità con cui riesce a tenere insieme ambizione e lucidità. Pianifica come un politico della Prima repubblica. Il recente incidente verificatosi alla vigilia di Atreju, del resto, non è stato certo la causa scatenante per questo cambio di programma.
Anzi: l’arroganza, lo sprezzo, con cui Elly ha risposto all’invito dei Fratelli d’Italia — vengo se sono sola sul palco con la Meloni, al limite mi porto Bonelli&Fratoianni, ma Conte no, con Conte non vengo, perché (sottinteso) la candidata premier del centrosinistra, non so se s’è capito, sarei io — ecco questa protervia ha soltanto confermato a Conte che la decisione assunta è quella giusta. Logorare Elly. Smontare Elly. Ma senza traumi apparenti.
ELLY SCHLEIN - ROBERTO FICO - GIUSEPPE CONTE
Farla rosolare nella sua alterigia. Osservarla da lontano con un sorriso dolce, sempre usando la nota voce di velluto, soffiata nel vago accento pugliese da avvocato di Volturara Appula. […] Procede con una carezza velenosa al giorno. Persino la mattina dopo aver vinto le elezioni regionali in Campania con il suo Roberto Fico. Elly è tutta impegnata a rilasciare interviste entusiaste, ma lui, pacato, sussurra: «Direi che un tavolo per ragionare sulla coalizione potrebbe partire dopo l’estate».
Cioè: tra dieci mesi. Quando si sarà già tenuto il referendum sulla Giustizia (dove Elly, come sappiamo, rischia la sconfitta). E quando saremo ormai in piena campagna elettorale per le Politiche. Eccolo il piano: spostare in avanti ogni decisione, tenere la segretaria dem in bilico. E consumarne l’immagine mediatica.
A questo punto, vi starete chiedendo: sul serio lei non s’è accorta di niente? La risposta è: sembrerebbe di no. La Schlein continua a muoversi come se niente fosse (clamorosi i toni beffardi con cui ha salutato le correnti che, a Montepulciano, si sono fuse in un correntone sanitario: nato per consigliarla, e condizionarla).
fratoianni schlein conte bonelli al monk
Nella prossima assemblea del Pd, in programma il 14 dicembre, avrebbe addirittura meditato — poi dissuasa — di farsi «incoronare» come candidata premier del Pd alle eventuali primarie. Di più: la data del 14 non è nemmeno casuale. Perché la segretaria parlerà ai suoi dem proprio mentre la Meloni, ad Atreju, nella faraonica cittadella allestita dentro i giardini di Castel Sant’Angelo, chiuderà la festa di partito e di potere. Un faccia a faccia da remoto. Ancora un messaggio: io parlo quando parla la Meloni. Il duello è tra me e lei.
Conte osserva. Gli va bene così. […] E non gliene importa niente, a Conte, se in un sondaggio risulta più gradito di Elly come candidato del campo largo: «Non mi fa alcuna impressione. Sarei un miserabile, se facessi politica per lusinga personale». Infatti: d’ora in poi, farà politica solo per frantumare ad Elly il sogno di Palazzo Chigi.
D’accordo: ma che scenario finale prevede il gran capo dei 5 Stelle? Sentite: le possibilità sono due. O si passa per le primarie di coalizione (ma dovrebbe cambiare la legge elettorale, obbligando gli schieramenti a indicare il nome del proprio candidato premier prima del voto: però né Antonio Tajani e FI, né Matteo Salvini, sembrano entusiasti di tenere il mantello alla regina), oppure — prima di andare alle urne, o subito dopo — ci si siede a un tavolo. E si tratta.
[…] con il passo indietro di Conte, e annullata la Schlein, sarà inevitabile andare su un altro nome. Quale? A questo, sotto traccia, stanno lavorando alcuni tra i più potenti cacicchi dem. Quelli che Elly avrebbe voluto cacciare e che, invece, s’è dovuta tenere (ovvio che comunque anche Matteo Renzi sia nell’inciucio). Giovedì sera, da Corrado Formigli, a Piazza Pulita , Silvia Salis — netta, sicura, convincente, bellissima — ha detto: «Le primarie sono uno strumento divisivo. Noi, invece, dovremmo scegliere il leader del centrosinistra con una discussione interna...». A pensar male si fa peccato, ma — spesso — si indovina (Giulio Andreotti, ricordate?) .
giuseppe conte elly schlein genova, manifestazione per le dimissioni di giovanni toti
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