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Il British Museum ha pubblicato un catalogo della sua collezione che esplora la storia artistica dell’amore e dell’erotismo nel mondo omosessuale. Scritto dal curatore Richard Parkinson ‘A Little Gay History’ mette insieme oggetti e opere d’arte che vanno dagli antichi papiri scritti da egizi gay fino alle xilografie giapponesi raffiguranti rapporti sessuali tra individui dello stesso sesso.
Principalmente risalenti al periodo classico, l’insieme di opere esplora la rappresentazione artistica dell’omoerotismo attraverso i secoli, con una riflessione dedicata alla questione della difficoltà di studiare la tradizione e la storia omosessuale. “La storia racconta le gesta di grandi uomini vincitori, che sono implicitamente eterosessuali e solitamente europei”, spiega Parkinson. “Lesbiche, gay, bisessuali e transgender sono spesso stati esclusi e messi a tacere. Non hanno avuto una voce nella storia.”
Tuttavia, le collezioni museali e la storia dell’arte sono ricche di opere d'arte classiche e omosessuali, risalenti a un’epoca in cui si viveva il sesso tra due uomini o tra due donne con molta più disinvoltura e, anzi, “la forma umana nuda nell’arte era un luogo importante dove sondare la propria identità sessuale”.
“La maggior parte dei musei presentano collezioni di statue greche e romane di uomini nudi”, spiega. “Gli uomini che desideravano altri uomini potevano ammirare questi corpi nudi senza venire giudicati”.
Parkinson, specializzato nell'antico Egitto, racconta di un antichissimo papiro protagonisti due uomini. Si tratta di una poesia del 1800 a.C. in cui una divinità egizia di sesso maschile dice a un altro uomo ‘neferwi-pehwi-ki', che si traduce: “Che bel sedere che avete”.
Molte delle opere raccolte in ‘A Little Gay History’ provengono dall'antichità classica. C'è la scultura del volto di Antinoo, noto per la relazione amorosa con l’imperatore Adriano. Dopo la sua morte si dice che l’imperatore ‘pianse come una donna’. Poi lo divinizzò e venne adorato sia nell’Oriente egizio che nell’Occidente greco-latino.
Secondo un sondaggio effettuato tra i visitatori del museo, solo in pochi sapevano che Antinoo fosse apertamente gay. “Un personaggio che fu commemorato attraverso statue, culti religiosi, stampe su moneta. Fu una delle più appassionate manifestazioni di dolore per un amore perduto di tutti i tempi”.
Un altro oggetto riportato è una moneta di rame che mostra l'immagine di Saffo, la cui poesia omoerotica era così intensa che oggi le donne omosessuali vengono chiamate come gli abitanti della sua città natale Lesbo. E della stessa epoca, la coppa Warren, un calice romano in argento raffigurante due scene di atti omosessuali.
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