VIDEO-FLASH! - L’ARRIVO DI CECILIA SALA NELLA SUA CASA A ROMA. IN AUTO INSIEME AL COMPAGNO, DANIELE…
Lorenza Cerbini per il Corriere della Sera
È una battaglia a colpi di carte bollate quella tra Juana Rivas, spagnola, e il compagno Francesco Arcuri. Il Tribunal Constitucional di Madrid ha infatti rigettato il ricorso presentato ieri dagli avvocati della donna per bloccare la decisione di un giudice del Tribunale di Granada che le imponeva di consegnare i figli di 11 e 3 anni al padre italiano. La richiesta era stata presentata come «urgentissima». Francesco Arcuri si trova da una settimana in Spagna e, al telefono, ha detto al Corriere di «vivere malissimo questa situazione» e di essere favorevole all'«affidamento condiviso» dei suoi figli, «la situazione ideale per i bambini». Ma cosa succederà adesso in questa battaglia di cui da giorni parlano i media iberici? Per la legge spagnola Rivas dovrebbe presentarsi l' 8 agosto davanti al Tribunale penale di Granada.
Della donna e dei suoi figli però si sono perse le tracce da lunedì 24 luglio. Il mercoledì seguente, Juana avrebbe dovuto consegnare i bambini all' ex compagno in esecuzione di sentenze italiane e spagnole. I due bambini sono residenti in Italia, in Sardegna, dove Arcuri gestisce un B&B vicino a Carloforte. L' avvocato della Rivas, Juan Ramón Montero, ha sostenuto che «il diritto dei minori deve prevalere sulle controversie dei genitori». «È da dicembre che contro di me è in atto una campagna mediatica di diffamazione - ha detto Arcuri -. Sono stato falsamente accusato.
Mi hanno descritto come un mostro. Ma ho sempre avuto fiducia nei giudici spagnoli». È da maggio 2016 che Arcuri non vede i suoi figli portati in Spagna dalla madre che lo ha accusato di essere «violento». Arcuri è stato condannato per maltrattamenti domestici nel 2009, dopo che la compagna si era recata in ospedale dopo un litigio. Lui adesso si difende: «Ho accettato quella condanna per stare con mio figlio. Ero io ad accusare lei, ma volevo chiudere in fretta la vicenda». Ma Francesco e Juana sono stati una coppia e una famiglia normale? «Ero io ad accollarmi l' 80% degli obblighi - si sfoga Arcuri -. Ora non so dove la mia ex si trovi oggi. So solo che sono passato da maltrattatore.
Ma lo Stato spagnolo ha protetto i miei diritti». Il caso ha però scosso la Spagna. Sui social è stata lanciata la campagna #JuanaEstaEnMiCasa. Si sono svolte manifestazioni in favore della donna. La vicenda è scoppiata mentre in Parlamento si stava dibattendo «il patto di Stato» sulla violenza di genere: in Spagna, da gennaio, sono state uccise 32 donne e sei minori. E venerdì è stato ratificato un pacchetto di 212 misure definito «un passo storico e senza precedenti», stanziando un miliardo di euro per 5 anni.
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