DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA…
Federica Angeli per "La Repubblica"
«Sto bene, grazie. Non mi serve niente. La ringrazio per la visita, arrivederci». Quindi è uscito e se ne è andato. Così il boss della cupola di Mafia Capitale ha accolto, dopo una stretta di mano, Davide Mattiello, storico dirigente di Libera ora deputato Pd e componente delle Commissioni Giustizia e Antimafia, l’unico politico andato a trovarlo nel penitenziario di Parma, dove Massimo Carminati è detenuto in regime di 41 bis. «È uscito dalla cella ed è stato portato in una stanza. C’eravamo io, il personale del Gom, la polizia penitenziaria e la direttrice del carcere », ha raccontato Mattiello.
L’ex Nar, vestito con un maglione e pantaloni di colore scuro, è apparso di poche parole e in buone condizioni. Del resto i parlamentari possono incontrare i detenuti solo per accertarsi delle loro condizioni psicologiche e fisiche, «non possiamo parlare d’altro, commetteremmo un reato».
Nessun atteggiamento spavaldo del “Cecato”. «L’ho trovato sobrio, freddo», dice il deputato Pd. Gli hanno aperto la porta del carcere, lo hanno portato in una sala in cui a ventaglio erano seduti un parlamentare che non aveva mai incontrato prima, la direttrice del carcere e una serie di funzionari. «Mi ha guardato in faccia, ma non ho ravvisato un’aria di sfida. Ha controllato la situazione, si è limitato a una serie di scarne frasi di cortesia».
Il 13 dicembre scorso Carminati fu spostato dal carcere romano di Rebibbia a quello di Tolmezzo (Udine) per «incompatibilità ambientale». Il 23 dicembre il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha disposto per lui, su richiesta della Procura di Roma, il 41 bis. E proprio per il tipo di detenzione richiesta il giorno di Natale Carminati è stato trasferito a Par- dove si trovano anche Totò Riina e Marcello Dell’Utri.
Una volta accertate le condizioni dell’ex Nar, Davide Mattiello ha parlato con la direzione carceraria per conoscere la struttura. Scoprendo che il sistema di video sorveglianza è a rischio continuo di collasso perché l’impianto elettrico non è adeguato e servono e almeno 8 gruppi di continuità. «Noi dobbiamo preoccuparci tanto che il 41 bis funzioni verso l’esterno, impedendo le comunicazioni dei boss con le organizzazioni criminali, quanto che funzioni all’interno, garantendo il massimo della sicurezza ai detenuti stessi. Questo anche per creare le condizioni che possono far maturare nei boss detenuti la decisione di collaborare con la giustizia».
provenzano nel carcere di parma
Roma, intanto, ha assistito ieri sera a un altro agguato violento, quasi una esecuzione in strada nella borgata Ottavia: un uomo di 53 anni, noto alle forze dell’ordine, é stato ucciso a colpi di pistola mentre stava parcheggiando la macchina vicino a casa.
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