DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ…
Ilaria Maria Sala per “La Stampa”
Anche l’anno che si conclude oggi ha tenuto indaffarati i censori cinesi. Nel 2014 Pechino è riuscita a mettere al bando, fra le altre cose, gli edifici «stravaganti», l’arte «senza caratteristiche socialiste» e il proprio inno nazionale (quest’ultimo non può più essere cantato ai matrimoni o ai funerali, e per recitare le sue strofe bisogna essere «vestiti bene» e stare «in piedi e in posizione dignitosa». Ma è anche proibito cantarlo solo in parte, o storpiandone le parole).
GLI UIGURI NEL MIRINO
best big bang theory star kaley cuoco coordinated with the carpet
I censori cinesi si sono occupati anche delle barbe degli uiguri (la popolazione turcofona e musulmana dello Xinjiang, regione autonoma dell’Ovest) stabilendo che queste - così come i veli o i fazzoletti sul capo delle donne - non possono essere ammesse sugli autobus o su altri mezzi pubblici, e che vanno scoraggiate in ogni circostanza (tra gli uiguri circola una barzelletta che dice: «Come mai Babbo Natale non viene nello Xinjiang? Perché la sua barba è fuori legge!»). Ma per il popolo dello Xinjiang è stato dichiarato illegale anche il ramadan, così che lavoratori pubblici e studenti hanno dovuto astenersi dal celebrarlo.
MISURE ANTI-CRISTIANI
In ogni caso, non è stato preso di mira solo l’Islam: in diverse scuole, per esempio, è stato proibito celebrare il Natale (perché lo spirito cinese - dicono i censori - viene fiaccato dalle feste occidentali). A dicembre una foto del presidente Xi Jinping seduto accanto a un Babbo Natale finlandese - scattata nel corso di una visita in Lapponia nel 2010 - è stata fatta sparire dal Web. E a Wenzhou, una città nel Sud-Est della Cina con moltissimi cristiani, sono state proibite le croci «troppo grosse» sui tetti delle chiese (ma la distruzione delle chiese è andata avanti tutto l’anno anche quando queste avevano croci molto piccole).
LA STRETTA CONTRO IL CINEMA
Per i registi, poi, quello che è permesso è sempre meno, il che spiega come mai ogni sera la tv cinese proponga infinite serie sulla guerra contro il Giappone: quasi tutto il resto è off-limits. Quindi, niente film con zombie, prostitute, suicidi, o coppie adultere (bandita anche la sitcom Usa «Big Bang Theory»). Questi divieti si aggiungono alla censura precedente, che aveva già escluso viaggi nel tempo, «superstizioni feudali» e alieni.
I DIVIETI SUL WEB
Tuttavia, la maggior parte delle proibizioni riguarda Internet: proprio questa settimana la Cina ha vietato le email che arrivano tramite il servizio di Google Gmail. Non solo: anche le email che provengono dall’Università di Hong Kong sono state proibite, dal momento che questo è l’ateneo che più ha partecipato alle manifestazioni pro-democrazia. Guai anche per gli ombrelli, diventati il simbolo della protesta: i viaggiatori che da Hong Kong si recano a Pechino devono dichiarare all’immigrazione di non averli con sé.
xi jinping sulla copertina dell economist
A novembre, infine, una direttiva inviata ai media ha messo al bando i giochi di parole – ai quali la lingua cinese, tonale, si presta bene – dichiarando che il cinese deve essere utilizzato in modo «regolare e accurato», senza uso eccessivo di nuove parole (spesso usate per ironie politiche).
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