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1. MA INTORNO LA CITTÀ È TUTTA VUOTA DESERTO NELLE VIE DELLO SHOPPING
Paolo Boccacci per “la Repubblica - Roma”
È come se Roma fosse idealmente tutta lì, tra le braccia del colonnato del Bernini, sotto lo sguardo di Papa Francesco. Se una telecamera ieri mattina avesse ripreso la scena dall’alto allargando via via l’obiettivo, avrebbe scoperto strade e piazze vuote, dove il primo “miracolo” era quello degli autobus che passavano veloci e quasi senza passeggeri.
Effetto Anno della Misericordia, effetto pericolo-terrorismo, la città è rimasta in gran parte in casa, magari davanti a un televisore che rimandava le storiche immagini di piazza San Pietro, il volto affaticato di Francesco, la porta santa che si apriva sotto la spinta delle sue mani.
Ore nove. Piazza Esedra è praticamente deserta. Le telecamere del Tg2 inquadrano una squadra di operai che tenta di ultimare in zona Cesarini la ripavimentazione dei sampietrini intorno alla fontana delle Naiadi, si vedono poche macchine.
Invece, dal lato del benzinaio, ecco una lunga doppia fila di taxi, fermi, senza clienti. Con i tassisti che aprono le portiere e aspettano appoggiati alle fiancate. «Oggi non c’è lavoro» dicono. E un altro: «Sto qui fermo ormai da sessanta minuti».
E Termini? Non è il formicaio di sempre, con piazza dei Cinquecento attraversata da pochi a passo veloce e perfino il 64, l’autobus che corre verso San Pietro, che passa quasi completamente vuoto.
Insieme ai tassisti, anche i vetturini delle botticelle, esiliati da piazza di Spagna, fanno pochi affari. La città pulsante dello shopping natalizio? Quella delle grandi piazze storiche? Il via al Giubileo ha creato una specie di bolla, come a piazza del Pantheon, dove verso le dieci non si vede la folla di turisti di sempre che conquista i tavolini con vista dei bar che fanno da ala.
Perfino a Fontana di Trevi non si sente il rumore delle monete lanciate in acqua. E pochi sono i turisti che intorno si godono lo spettacolo. Inutile dire che i negozi non fanno affari d’oro. «Ieri sono entrate solo tre persone» racconta un commesso. E il proprietario di una bottega di camicie: «Per ora di pellegrini non se ne vede nemmeno uno». Mentre, alle 11, anche il lungotevere si è svuotato.
papa francesco e benedetto xvi
Terminal semideserti poi all’aeroporto di Fiumicino. Niente file ai desk, né ai controlli di sicurezza per i passeggeri in partenza al T3. Molti addetti ma pochi viaggiatori alla stazione dei treni che collega l’aeroporto a Roma. Tra questi solo un sacerdote diretto a San Pietro che chiede se sia più economico il treno o il pullman.
Serrande abbassate infine nei due info point dell’Opera Romana Pellegrinaggi e nessuna brochure sul Giubileo nel punto informativo del Comune. «Al momento» spiegano «le richieste sono solo sui mezzi di trasporto per l’hotel»..
2. A BORGO PIO IL BUSINESS FA FLOP
Alessandra Paolini per “la Repubblica- Roma”
papa francesco apre la porta santa 3
Porta Santa aperta, Borgo Pio semichiuso. Chiuse la tabaccheria, l’antica latteria Giuliani, l’oreficeria. Chiuso il forno. Chiusi perfino alcuni negozi di arte sacra. È bizzarra, e anche un po’ spettrale l’immagine che il quartiere accanto a San Pietro ha regalato ieri mattina a chi passeggiava tra le viuzze, mentre papa Bergoglio dava il via al Giubileo.
«Qualsiasi domenica sarebbe stata meglio di oggi. Gli affari? Davvero poca roba».
papa bergoglio apre la porta santa
Lorenzo e Claudio parlottano sul marciapiede davanti al locale dove lavorano, il Bar Paris, che, nonostante il nome, non è all’ombra della Tour Eiffel ma del Cupolone. Sono già passate le 5 del pomeriggio, i 50mila in piazza per l’apertura della Porta Santa sono ormai un ricordo. In via della Conciliazione tutto è ancora transennato. Si lavora per lo spettacolo “Fiat Lux” — tre ore di immagini e foto che di lì a poco appena il buio del cielo si farà più intenso, verranno proiettate sulla facciata della basilica. E qui a Borgo Pio, cuore “commerciale” di chi lavora con i pellegrini, si tirano le somme di una giornata che sta quasi per finire.
«Magri, davvero magri gli incassi», dice il proprietario di un negozio che vende rosari, santini e anche finti abiti talari con il logo del Giubileo a 45 euro, proprio su via di Borgo Pio. «Sapevamo che non ci sarebbe stato un gran pienone, — nessuno si faceva illusioni, vista la paura per gli attentati — continuano al bar Paris — ma finito l’Angelus c’è stato il fuggi fuggi. E a pranzo in pochi si sono seduti a mangiare. Hanno lavorato un po’ quelli che vendono panini e pizza a taglio.
Ma anche da “Mammmapa” in via di Borgo Pio, dove le teglie di margherita e capricciosa sono accanto ai vassoi di “felafel” non cantano. «Giornata davvero strana — dice il proprietario — pochi clienti rispetto all’afflusso di gente che c’è stato tra via della Conciliazione e piazza San Pietro per tutta la mattinata. Diciamo che abbiamo lavorato come in una qualsiasi giornata domenicale ».
Psicosi Isis? «Penso di sì, dopo Parigi era inevitabile», risponde guardando il cartello che ha piazzato all’entrata della pizzeria: “Qui siamo tutti italiani”. Ma razzismo, leghisti, o politica, dice, «non c’entrano nulla». «Era solo un modo per dire alla clientela che sì vendiamo il kebab, ma il negozio è gestito da italiani...».
IL MURALES PAPA SUPERMAN A BORGO PIO
papa francesco apre la porta santa
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