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MAI DIRE USTICA! ALLA RAI 36 ANNI NON BASTANO: IL FILM DI MARTINELLI RESTA OFF LIMITS. PER IL REGISTA “NON VOGLIONO AVERE ROGNE CON GLI AMERICANI”. E VIALE MAZZINI CONFERMA: “NON POSSIAMO SPOSARE LA TESI DEL MISSILE”

Antonio Pitoni per www.ilfattoquotidiano.it

 

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“Ustica” diventa un film. Ma, in attesa del debutto nelle sale cinematografiche il prossimo 7 aprile, per ora a decollare sono soprattutto le polemiche. Innescate da un’intervista rilasciata dal regista Renzo Martinelli al Corriere della Sera per raccontare “una verità inconfessabile”, come recita il trailer della pellicola, sulla strage del 27 giugno 1980, quando il Dc-9 dell’Itavia diretto da Bologna a Palermo esplose in volo causando la morte di 81 persone. A fare da scintilla una frase in particolare. “La Rai non voleva rogne con gli americani…”, aveva rivelato il 6 febbraio scorso a proposito del progetto coprodotto con il Belgio e con la partecipazione del ministero dei Beni culturali, tre Regioni e diversi privati.

IL FILM DI MARTINELLI SU USTICAIL FILM DI MARTINELLI SU USTICA

 

RIFIUTO PUBBLICO – Una frase che ha fatto saltare dalla sedia il commissario della Vigilanza Michele Anzaldi del Pd. Che ha subito chiesto conto della vicenda al presidente, Monica Maggioni, e al direttore generale di Viale Mazzini, Antonio Campo Dall’Orto. Con un’interrogazione per sapere, innanzitutto, se Martinelli “abbia proposto” effettivamente “alla Rai la produzione del film”.

 

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E, in caso affermativo, se Viale Mazzini “abbia rifiutato di produrre il film per i motivi riferiti dal regista nell’intervista”. Vale a dire le possibili “rogne con gli americani”. Ma non basta. Dal momento che, per legge, il servizio pubblico deve destinare “una quota non inferiore al 15 per cento dei ricavi complessivi annui alla produzione di opere europee, ivi comprese quelle realizzate da produttori indipendenti”, Anzaldi vuole anche sapere “chi all’interno della Rai abbia valutato il copione e per quali ragioni lo abbia rifiutato”. Anche tenuto conto che, tra le finalità del servizio pubblico, rientra pure quella di “produrre film che abbiano un forte valore di testimonianza civile”.

 

RELTA’ E FANTASIA – Dubbi e domande più che legittimi che, tuttavia, da Viale Mazzini cercano di ridimensionare. Ricordando che “Rai Cinema riceve circa1.000 proposte ogni anno” e che, pertanto, è costretta “ad operare dellescelte, a volte difficili”, la decisione di non partecipare alla produzione del film di Martinelli nasce esclusivamente da “una valutazione intrinseca del progetto”.

 

I resti dellaereo dellItavia inabissatosi nei mari di Ustica I resti dellaereo dellItavia inabissatosi nei mari di Ustica

A destare perplessità sarebbe stata, in particolare, “la commistione non perfettamente equilibrata tra elementi di finzione, personaggi di fantasia e fatti realmente accaduti, tale da determinare delle criticità di narrazione rispetto alla delicatezza della materia trattata”. Per non parlare della “scelta del regista di sposare, pur nella perdurante incertezza storico-processuale sulla vicenda, una precisa versione della dinamica della strage”. Cioè quella del missile. E senza trascurare i dubbi suscitati dall’idea di incentrare la storia intorno ad una bambina morta nella strage, tenuto conto che le vicende narrate nel film “rappresentano ancora una ferita aperta per il Paese e per i parenti delle vittime della strage”.

 

strage di usticastrage di ustica

RISENTIAMOCI PRESTO – Ciononostante, fanno sapere i vertici di Viale Mazzini, al regista-produttore “fu offerta la possibilità di riproporre il film una volta realizzato, per verificare gli esiti artistici ed eventualmente procedere ad una acquisizione dei diritti televisivi”. Una possibilità che si starebbe, peraltro, concretizzando: “E’ già stato fissato un incontro per visionare il film da parte delle strutture competenti di Rai Cinema”.

 

E se l’azienda televisiva pubblica ha deciso di rifiutare la produzione della pellicola di Martinelli, i vertici rivendicano d’altra parte l’impegno sul fronte del cinema civile e sociale. Da “Terraferma” di Emanuele Crialese a “Torneranno i prati” di Ermanno Olmi. Da “La mafia uccide solo d’estate” di Pif, a “I cento passi” di Marco Tullio Giordana.

 

2 - MILANO, NIENTE PIAZZA PER II DC9 DEL FILM USTICA. IL REGISTA: "A NOI NO E AL SOTTOMARINO DELLO SPOT SÌ"

Tiziana De Giorgio per “La Repubblica – Milano”

 

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"Il sottomarino pubblicitario sì. La riproduzione dell'aereo della strage no". Il regista Renzo Martinelli, che torna nelle sale a fine marzo con il film Ustica sul disastro aereo del 1980, tuona contro l'amministrazione comunale che gli nega via Mercanti, in pieno centro a Milano: "Evidentemente la pubblicità di una compagnia di assicurazioni merita più visibilità di un film dall'altissimo valore etico".

 

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Per promuovere il film, la Martinelli film company aveva chiesto il permesso al Comune di poter installare nel tratto fra piazza Duomo e Cordusio una riproduzione del DC9 sul quale volavano le 81 persone che morirono nella strage di trentasei anni fa. "Inizialmente avevamo chiesto l'autorizzazione per un mese. Ma ci è stato risposto che il periodo era troppo lungo - spiega Martinelli - allora abbiamo ridotto a cinque giorni. Ma è arrivato un fax che ci parla di incompatibilità della strada e ci hanno suggerito di proporne uno in periferia".

 

Una risposta che non va giù al regista di Vajont e di Piazza delle cinque lune: "Ormai non facciamo più in tempo e in ogni caso sarebbero stati vanificati i nostri sforzi". E chiama in causa l'installazione di un sottomarino, concessa alla Europ Assistance nel 2013, "sbucato" proprio su via Mercanti per uno spot pubblicitario. "Con questa iniziativa di forte impatto si cercava di richiamare l'attenzione specialmente di un pubblico più giovane e totalmente ignaro della vicenda su una delle tante stragi del nostro Paese che ancora attende verità", aggiunge il regista amareggiato.

IL FILM DI MARTINELLI SU USTICA IL FILM DI MARTINELLI SU USTICA

 

Da Palazzo Marino la replica è immediata. "In genere queste cose si costruiscono insieme parlando, non inviando semplici richieste protocollate. È proprio un metodo di lavoro diverso rispetto a quello a cui siamo abituati", gli risponde a caldo l'assessore alla Cultura Filippo Del Corno, presidente del comitato degli assessori che valuta le richieste di occupazione di suolo pubblico in certe aree della città. L'aereo in via Mercanti non era "compatibile con altri eventi e manifestazioni già fissati in precedenza". Da qui il no.

Il Comune sottolinea anche la piena disponibilità ad accogliere proposte per altri luoghi: "Invitiamo Martinelli a sedersi attorno a un tavolo con la cartina di Milano in mano per trovare una soluzione condivisa".