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Ettore Livini per la Repubblica
L' Indonesia inizia il 2021 con l' ennesima tragedia aerea destinato a riaprire le polemiche sulla sicurezza dei cieli del paese. Un Boeing 737-500 della Sriwijaya Airlines con 62 passeggeri a bordo (tra cui 10 bambini) si è schiantato ieri alle 14.40 ore locali nel mare di Giava in Indonesia, quattro minuti dopo il decollo dall' aeroporto Soekamo Hatta di Jakarta. Nella tarda serata le unità della marina indonesiana erano al lavoro nelle acque vicine alle "Mille isole" - alcuni rottami del jet sarebbero stati recuperati vicino a Laki Island - per cercare di salvare eventuali superstiti.
Il volo Sj 182 era decollato dalla capitale indonesiana con mezz' ora di ritardo a causa delle forti piogge monsoniche ed era diretto a Pontianak nel Borneo. Dopo 4 minuti e sei secondi, raggiunti i 10.900 piedi (3.300 metri) di quota, ha incominciato improvvisamente a picchiare verso il basso. L' ultimo segnale intercettato dal Flightradar24 - 21 secondi dopo l' inizio della caduta - posizionava l' aereo 250 piedi sopra il livello del mare. Poi non ci son stati più contatti.
BOEING 737-500 DELLA COMPAGNIA SRIWIJAYA AIR
Il jet coinvolto nell' incidente ha 26 anni ed è stato acquistato dalla compagnia indonesiana nel 2012 dopo anni di servizio per l' americana Continental. Il Boeing 737-500 è un modello che precede di due generazioni il 737-Max messo a terra tra marzo 2019 e novembre 2020 dopo i due incidenti di Lion Air - sempre in Indonesia - ed Ethiopian airlines che hanno causato 376 morti.
E non prevede nella dotazione i sistemi elettronici (in particolare il software per la disconnessione del pilota automatico) responsabili dei guai della versione più recente dei 737. La linea 737-500, anzi, era stata una di quelle che avevano dato meno grattacapi sul fronte della sicurezza a Seattle. In servizio ne rimangono ormai pochissimi, anche perché sono molto più costosi da operare dei loro successori. Ma la loro vita "utile" sul fronte commerciale, secondo gli esperti di aeronautica, è superiore ai 25 anni, previa ovviamente un' accurata manutenzione.
L' incidente di ieri è destinato a rinfocolare le polemiche sulla sicurezza dei cieli indonesiani e a riaprire qualche ferita in casa della Boeing che dopo aver pagato la scorsa settimana 2,5 miliardi di dollari per chiudere le inchieste penali sul 737-Max sperava di essersi lasciata alle spalle due anni da incubo. Le compagnie aeree di Jakarta sono finite nella lista nera della Ue (con conseguente stop ai voli) nel 2007 dopo una serie i incidenti e di rapporti delle autorità sui problemi di manutenzione e affidabilità.
Un embargo cancellato nel 2018.
Le autorità Usa invece le hanno inserite dal 2007 al 2016 nella cosiddetta "Categoria 2" quella riservata alle aerolinee che operano in ambienti regolamentari "inadeguati".
Il mercato del trasporto aereo locale, negli ultimi mesi, è stato fortemente penalizzato dalla pandemia. La stessa Sriwijaya, il terzo vettore domestico per dimensioni, è stata costretta ad operare con cinque soli velivoli a causa del crollo della domanda e come tutte le società del settore non versa certo in ottime acque dal punto di vista finanziario.
La Boeing ha confermato già ieri di aver iniziato a collaborare con le autorità per stabilire le cause dell' incidente.
La tragedia indonesiana è l' ennesima tegola per il colosso aerospaziale che negli ultimi dodici mesi ha dovuto incassare l' uno- due del Covid 19 e dei problemi del 737-Max, costati all' azienda qualcosa come 20 miliardi. Nei primi 11 mesi del 2020 la società di Seattle ha consegnato solo 118 aerei, 227 meno dello stesso periodo del 2019 e soprattutto 359 meno di Airbus. Un maxi-ordine per 75 nuovi 737-Max da parte di Ryanair subito dopo l' ok al suo ritorno in servizio sembrava l' occasione per voltare pagina. Una speranza frustrata in parte dall' incidente di ieri.
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