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Jean-Michel Verne per “la Stampa”
poliziotti francesi a marsiglia
Non c’è più nessuno nelle strade attorno alla cité della «Castellane». Le «sentinelle», i ragazzi arruolati dalle gang con qualche centinaio di euro al mese per fare le vedette e avvertire quando arriva la polizia, hanno tolto le tende. Sull’altro lato del viale che sale verso il quartiere Saint-Joseph c’è una scuola superiore, proprio di fronte alla peggiore banlieue di Marsiglia. Le «sentinelle» sono spesso reclutate fra i banchi di scuola.
Scartata la pista terrorismo
Ieri l’ordine mantenuto dalle bande criminali è stato rotto da raffiche di kalashnikov in pieno giorno. Raffiche destinate a intimidire una pattuglia della Brigata anti-criminalità che dava fastidio ai trafficanti.
Qualche minuto prima un gruppo di spacciatori aveva cercato, armi in pugno, di prendere possesso di un «piano» situato ai piedi di uno dei palazzoni, il «K», che caratterizzano la «Castellane», e l’operazione era fallita per la presenza degli agenti. Un «piano» non è altro che un pezzo di territorio dove si spaccia.
«Siamo stati bersagliati dagli spari», ha raccontato Pierre-Marie Bourniquel, il capo della polizia di Marsiglia che era a bordo di una delle tre volanti. Le raffiche di kalashnikov lo hanno sfiorato e hanno fatto tornare il pensiero di tutti a un altro assalto, quello dei fratelli Kouachi alla redazione di Charlie Hebdo a Parigi, poco più di un mese fa.
Tanto più che il premier Manuel Valls, assieme ai ministri dell’Interno Bernard Cazeneuve e dell’Istruzione Najat Vallaud-Belkacem, ieri era in città, proprio per elogiare l’azione delle forze dell’ordine. La pista islamica è stata scartata subito. E la polizia ha trovato poco dopo in un appartamento dieci fucili mitragliatori, un arsenale, assieme a giubbotti anti-proiettili.
Ma anche senza gli estremisti islamici Marsiglia resta una polveriera. È la città europea a più alto tasso di criminalità. La metà della metropoli è fatta da cité, quartieri ghetto dove la droga domina e lo Stato fatica a metter piede.
«Bisognerebbe prendere di mira i capi delle reti, ma è estremamente complicato, sono scaltri, si sono organizzati come i partigiani, in compartimenti stagni», spiega un poliziotto che ha pattugliato a lungo di notte le vie buie che separano gli immensi edifici di cemento dove è cresciuto anche il fuoriclasse ex Juve e Real Madrid Zinedine Zidane.
Ma l’unico eroe della «Castellane», oggi, è la droga. La macchina da soldi che permette agli spacciatori di farsi weekend nei bordelli della Jonquera in Spagna, girare con decappottabili per far colpo sulle ragazze. Nei «piani» ci sono i «gestori», spesso ragazzi di meno di vent’anni che tengono le redini, segnano tutto nella contabilità, con scrupolo, comprese le fatture degli avvocati e il denaro necessario per assicurare ai detenuti un soggiorno confortevole nella prigione delle Baumettes.
Arabi padroni dei traffici
I capi oramai sono tutti arabi. Mohammed o Yusouf hanno detronizzato i rass di una volta come Francis «il belga» o Jacky Imbert. Gli arabi fanno paura, controllano i quartieri a Nord della città e prosperano. Ma da qualche mese sono infastiditi dall’azione della polizia, che per esempio a Maurellette ha smantellato un importante traffico di cocaina. Dosi con il 7% di coca vendute a 80 euro, con rendimenti pazzeschi. La droga, in città, ha un giro d’affari stimato in 10 milioni al mese.
manuel valls francois hollande
La rabbia degli abitanti
Ma anche i pesci piccoli reagiscono. Il «piano» della «Maurelette» rende 5 mila euro al giorno, quello della «Castellane» 50 mila. Il che spiega l’azione militare, disturbata dalla polizia, che cerca di imporre la legge in quartieri che sembrano più Bogotà che una città europea.
Gli abitanti hanno paura della legge delle gang. Una legge imposta da poche famiglie che vivono come nababbi, portano all’altare le figlie in Maserati strombazzando come pazzi. E si fanno costruire villette che assomigliano alle «haciendas» dell’Algeria o del Marocco. Di un lusso sfrenato come quella di Al Pacino in «Scarface».
Molti non ne possono più. Un altro agente racconta che quando la polizia è entrata nella banlieue di Micocouliers un uomo gli si è subito avvicinato: «Fa bene vedere le uniformi». Perché a Marsiglia si uccide per niente, per uno sguardo, per una storia di ragazze. Il ministro dell’Interno ieri era venuto per complimentarsi dei dati della delinquenza in calo. Ma Marsiglia è letale.
il ministro dell interno cazeneuve e il sindaco di parigi hidalgo arrivano a charlie hebdo
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